Generazioni di fotografi hanno avuto la Kodak Neutral Test Card come riferimento per l'esposizione e il bilanciamento del bianco delle foto più critiche.
Le nuove versioni sono difficili da trovare e costano troppo.

"Grigio 18%".  Ecco tutti i segreti del Re del colore

Lezioni di fotografia  N. 4 – 19 marzo 2019 Precedente  Successiva
   Indice delle lezioni
C'era una volta... Un Re?
No, c'era una volta un pezzo di cartone grigio. Lo vediamo qui a sinistra, vecchio di quasi mezzo secolo e ormai ingiallito, inutile.
Ma da giovane era davvero un Re, il  Re del bilanciamento del colore e della corretta esposizione. Si chiamava Kodak Neutral Test Card e si acquistava per una somma ragionevole in tutti i buoni negozi di fotografia.

E' scomparso, o quasi, scacciato dagli automatismi dell'esposizione e del colore. Eppure, spulciando nei forum degli appassionati di fotografia, si vede che suscita ancora un certo interesse. Di fatto, come vedremo in questa lezione, è molto utile anche nella fotografia digitale.
Nei negozi online se ne trovano di diverse marche, anche a prezzi "cinesi": Ma, ahimé, spesso di qualità proporzionale al prezzo. Quindi del tutto inutili.
Quelli "di marca" (Kodak, Tiffen e pochi altri) sono praticamente introvabili in Italia. Si devono ordinare su siti americani o inglesi, a prezzi pazzeschi, anche centinaia di dollari.

E' un problema, per chi ha a cuore la qualità delle immagini. Il "cartoncino grigio neutro 18%" dovrebbe essere sempre a portata di mano nella cassetta degli attrezzi del buon fotografo, perché nessun automatismo può sostituire la sensibilità di un'intelligenza umana nell'applicazione delle leggi della fisica.

Alcuni esemplari di "cartoncino grigio neutro 18%" acquistati online. Il primo a sinistra è il campione di riferimento, che esamineremo più avanti. Uno solo, quello al centro,  sembra abbastanza simile al campione, ma si rivela troppo piccolo nell'uso sul campo.
Nella prossima lezione vedremo un modo pratico per valutare le caratteristiche di un cartone grigio.
La scala dei grigi del sistema zonale di Adams.  La zona V corrisponde alla riflessione del 18%. 

Il lato grigio per misurare l'esposizione

Tanto per incominciare, un buon "cartoncino" è un "cartone", perché è spesso due millimetri, rigido, e non deve incurvarsi per non presentare angoli diversi alla luce. Adesso ce ne sono anche di plastica, ma è essenziale che sia opaca, perché qualsiasi riflesso può alterare le misure.
Un lato è grigio, l'altro è bianco. Non è vero che il lato grigio serve per il "bilanciamento del bianco": per bilanciare il bianco serve... il bianco! (ne parliamo nella prossima lezione).  Il lato grigio serve a misurare l'esposizione in ripresa e poi, eventualmente, a correggere il colore in post-produzione.

"Diciotto per cento" significa che la superficie grigia riflette il 18% della luce che riceve. Il perché è facile da capire, per chi ha letto Il "sistema zonale" di Ansel Adams al tempo della fotografia digitale: una superficie che presenta una riflettenza del 18% viene riprodotta al centro della scala che va dal nero al bianco puro, come si vede qui a sinistra. Tutti i sistemi di misura dell'esposizione funzionano (o dovrebbero funzionare...) secondo questa regola, scritta in complicati standard internazionali.

Ma qui si verifica l'aspetto critico con tutti gli apparecchi che misurano la luce riflessa, come gli esposimetri incorporati nelle fotocamere: la luminosità media della scena viene sempre riportata al valore centrale: la scena chiara è riprodotta più scura e la scena scura viene riprodotta più chiara. I vari sistemi "intelligenti", a matrice o simili, presenti nelle fotocamere digitali, compiono una valutazione che non sempre corrisponde alle intenzioni del fotografo, come si vede dagli esempi qui a destra.

Con l'impostazione manuale dell'esposizione, si misura la luce riflessa dal cartone grigio e si ottiene il valore ideale, che eventualmente può essere modificato in vista di un effetto particolare..
L' alternativa è la misurazione con un esposimetro "a luce incidente", della quale ci occuperemo in una futura lezione.

Intanto, nella prossima, vedremo i problemi del bilanciamento del bianco e come controllare se il sedicente grigio è veramente grigio.

In questa inquadratura l'esposimetro TTL è stato ingannato dalla forte luce del cielo, che ha riportato al valore medio, producendo una foto troppo scura.
Qui, con l'impostazione manuale dell'esposizione,  la misurazione della luce incidente sul cartone grigio ha permesso di produrre un'immagine con  valori corrispondenti alla scena reale.
Nell'era della pellicola i manuali tecnici di Agfa, Ilford e Kodak erano la Bibbia dei fotografi. Ancora oggi possono essere utili. Nella colonna di destra sono riprodotte due pagine di questa Kodak Color Dataguide, edizione 1974.
Manlio Cammarata reporter - Newsletter

Il lato grigio per correggere il colore

La seconda funzione del lato grigio del nostro cartone è la correzione del colore in post-produzione. Un errato bilanciamento del bianco in ripresa o la dominante di un colore che invade l'inquadratura possono essere corretti facilmente se nell'immagine è inquadrato un cartone grigio.

Nota: la correzione della temperatura di colore si può fare con un software di fotoritocco solo sulle immagini in formato RAW, che contengono la relativa informazione.

Qui però si presenta un problema molto serio: come abbiamo visto nella foto in alto a destra di questa pagina, è facile incappare in cartoni, dichiarati "neutri", che neutri non sono affatto. Un grigio è neutro se è formato dai tre colori fondamentali con la stessa intensità. La verifica si fa con l'apposita funzione (di solito rappresentata con l'icona di un contagocce) presente nei programmi di grafica.
Si devono leggere tre valori uguali, o quasi. Per esempio R=100, G=100, B=100. E' ammessa una differenza di tre, massimo quattro punti tra il rosso e il blu, mentre il verde deve trovarsi a metà strada. Sul grigio 18% si deve leggere R=128, G=128, B=128 (il valore 128 è a metà della scala tra 0 e 255, cioè tra il nero più nero e il bianco più bianco, ovvero la "zona V" del sistema di Adams). Scorrendo con il contagocce sull'area grigia si possono leggere valori leggermente diversi da quelli prevalenti, che devono essere il più vicini possibile al valore del grigio medio.

La soluzione migliore, in condizioni di luce "difficili", è fotografare il cartone all'inizio di una serie di riprese, riempiendo il fotogramma. e bloccando l'automatismo della temperatura di colore. In fase di post-produzione, basterà correggere il grigio del primo fotogramma e memorizzare la correzione per tutte le foto successive.

Due punti sono da tenere presenti: a) la temperatura di colore non è data solo dal bilanciamento dell'asse il rosso-blu, anche l'asse verde-magenta fa la sua parte – lo vedremo meglio nella prossima lezione; b) in alcuni casi luci e ombre presentano dominanti diverse (dominanti incrociate), che non tutti i programmi di fotoritocco possono correggere facilmente.

Un altro modo per controllare il colore è l'esame dell'istogramma (finalmente scopriamo a che serve!). Nella colonna di destra vediamo un istogramma "teorico", relativo a un grigio costruito a tavolino, seguito dalla fotografia e dall'istogramma della doppia pagina di un manuale Kodak, la Color Dataguide edizione 1974. Conservato sempre nel buio delle pagine chiuse, il vero cartone grigio ha mantenuto il suo colore originale, mentre la scala dei grigi (stampata su un cartoncino diverso, incollato alla pagina) risulta leggermente alterata. Invece la scala dei colori si difende ancora abbastanza bene, perché appare solo appena ingiallita.

Come verificare se un cartone grigio che si presenta come "neutro" è veramente neutro? L'analisi scientifica si fa con uno strumento chiamato "spettrofotometro", in uso nei laboratori di fisica. Un normale fotografo si deve accontentare di sistema empirico, ma preciso quanto basta, che sarà descritto nella prossima lezione. Nella quale tratteremo anche il lato bianco del cartone.

E per concludere, qui sotto, un perfetto esempio di correzione col cartone grigio in post-produzione. Nell'originale (a sinistra) il solito muro giallo ha ingannato il bilanciamento automatico del bianco e la foto ha un tono freddino.
Clic sul contagocce, clic sul cartone grigio, ritaglio. E i colori vanno a posto.

Un grigio neutro perfetto.Ma è realizzato in grafica e non con un procedimento fotografico. I valori sono R=128, G=128, B=128.
L'istogramma dell'immagine precedente indica la perfetta sovrapposizione dei tre colori fondamentali, esattamente al centro della scala.
Colori reali e un vero grigio neutro 18% dalla Kodak Color Dataguide del 1974. Ben conservata, come si può verificare dall'istogramma qui sotto.
I tre colori del cartone grigio sono quasi perfettamente sovrapposti al centro della scala. Questo è un riferimento del tutto affidabile per controllare altri cartoni grigi.
Precedente  Successiva
Inizio pagina      Indice      Home

©  Testi e immagini Manlio Cammarata - 2019    Informazioni sul copyright