Premessa
Il sistema normativo che regola l’intervento dello
Stato nel settore dell’editoria e dei prodotti
editoriali è caratterizzato da una serie di
provvedimenti legislativi che traggono la loro origine
dalla legge sulla stampa n.47 del 1948.
L’intero sistema di sostegno tuttavia risente ormai
di un crescente distacco con le nuove realtà
tecnologiche e con il conseguente ingresso di nuovi
attori nel mondo editoriale.
L’esigenza di un progetto innovativo, in grado di
affrontare carenze e soluzioni obsolete, appare,
pertanto, forte e improcrastinabile.
Per questo, il Governo, ha deciso di promuovere una
riforma organica del settore dell’editoria e, con la
Legge Finanziaria, ha formalmente assunto l’impegno
di presentare entro i prossimi sei mesi un apposito
disegno di legge.
Una riforma così ampia come quella che è oggi
necessaria non può, tuttavia, andare a buon fine se
non si crea un consenso profondo, nel mondo dell’informazione,
nella società, nel parlamento, sull’esigenza e sull’urgenza
di un intervento in profondità.
A questo fine, in uno sforzo al quale parteciperanno
tutti i ministeri le cui competenze siano chiamate in
causa, il Governo vuole ascoltare e coinvolgere tutti
gli attori del mondo dell’editoria: dai giornalisti
agli editori, dalle agenzie di stampa agli edicolanti
e ai distributori, dai grandi quotidiani ai giornali
di partito, dalle cooperative di giornalisti ai
settimanali locali e diocesani, dalle radio alle
televisioni locali.
Saranno altresì consultati gli ordini professionali e
le autorità indipendenti come l’Antitrust, l’Autorità
per le Telecomunicazioni e il Garante della Privacy e
verrà puntualmente informato il Parlamento attraverso
le competenti commissioni di Camera e Senato.
Tutto questo, per garantire il pluralismo dell’informazione,
assicurando un mercato libero e aperto ma nel quale
non manchino le tutele per le voci meno potenti; per
sostenere il rinnovamento tecnologico e industriale
del mondo dell’editoria trasformando, così,
progressivamente la natura dell’aiuto pubblico da
mero contributo al riequilibrio dei conti economici
delle imprese a vero e proprio strumento di
innovazione e, dunque, di crescita e di creazione di
nuova occupazione; per contribuire al riequilibrio dei
conti dello Stato prevedendo anche per il settore dell’editoria
ad una riduzione della spesa pubblica da attuarsi
concentrando le provvidenze sui soggetti più deboli.
Con l’aiuto di un gruppo di esperti presieduto dal
primo presidente dell’Autorità garante delle
telecomunicazioni, Enzo Cheli abbiamo elaborato un
indice ed un questionario riguardanti tutti i temi sui
quali dovrà intervenire la riforma che sottoponiamo
all’attenzione delle associazioni rappresentative
del mondo dell’editoria e dei soggetti interessati e
pubblichiamo sul sito internet del Governo.
Vogliamo che gli operatori del settore, associazioni
ma anche singoli cittadini siano attivamente coinvolti
nella partecipazione a tale progetto, rispondendo al
nostro questionario ed eventualmente arricchendolo con
le loro indicazioni.
Il termine per la risposta da indirizzare alla casella
di posta elettronica scdie@palazzochigi.it è fissato
al 20 gennaio 2007.
IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL
CONSIGLIO
(On. Ricardo Franco Levi)
………………………………………
SCHEMA PER UNA DISCIPLINA ORGANICA DEL SETTORE
EDITORIALE
1. L’impresa editoriale e il ruolo del
giornalista
1.Definizione. 2.Tipologia delle imprese
editoriali e giornalistiche. 3.Lo statuto dell’impresa
giornalistica ( rapporti interni tra le diverse
componenti ). 4.La trasparenza delle fonti di
finanziamento (art. 21, 5° comma Cost.). 5.L’azienda
editoriale e l’innovazione tecnologica (editoria
elettronica e altro), il diritto d’autore. 6.Gli
uffici stampa. 7.La componente professionale e il
contratto collettivo di lavoro 8.Ordine, Albo e codici
deontologici.
2. Il prodotto editoriale
1.Definizione di prodotto editoriale: il giornale,
il periodico, le rassegne stampa e il libro, l’editoria
elettronica. 2.Stampa nazionale e locale. 3.I giornali
murali. 4.Le agenzie di stampa. 5.La “free press”.
3. Il mercato editoriale
1.Definizione. 2.Mercato editoriale e mercati
connessi. 3.Posizioni dominanti e disciplina anti
trust. 4.Distribuzione e vendite. 5.La pubblicità
(commerciale e istituzionale).
4. Le provvidenze
1.Definizione. 2.Provvidenze dirette.
3.Individuazione dei destinatari. 4.Metodi di calcolo
(costi e tirature). 5.Provvidenze indirette. 6.Le
agevolazioni tariffarie.
7. Il credito agevolato. 8. Interventi per lo sviluppo
della domanda.
5. Limiti, controlli, responsabilità
A) Sul piano amministrativo
1.Poteri dell’Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni e Registro delle imprese di
comunicazione. 2.Poteri dell’Autorità giudiziaria e
registrazione dei giornali e dei periodici.
B) Sul piano penale
1.Reati a mezzo stampa. 2.Responsabilità penale e
civile. 3.Risposte e rettifiche. 4.Tutela del segreto
e della privacy.
6. Distribuzione della materia nel sistema delle
fonti normative
1.Sistema delle fonti: a) disciplina comunitaria
b) disciplina nazionale c) disciplina regionale d)
raccordi fra fonti comunitarie, nazionali e regionali.
2.Criteri direttivi per la redazione di un testo
unico. 3.Delegificazioni e regolamenti delegati.
QUESTIONARIO SULLA RIFORMA DELL’EDITORIA
Premessa
Il sistema normativo che regola il settore dell’editoria
e dei prodotti editoriali è caratterizzato da una
serie di provvedimenti legislativi che traggono la
loro origine dalla legge sulla stampa n.47 del 1948 e
che si sono , da allora, stratificati nel tempo.
In attuazione del principio contenuto nell’articolo
21 della Costituzione si è progressivamente
affermata, grazie anche al contributo della
giurisprudenza costituzionale in materia, l’idea
della necessità di interventi finalizzati a favorire
un’informazione pluralistica e differenziata.
Tuttavia l’intero sistema risente ormai di un
crescente scollamento con la realtà di un settore
investito in modo diretto e continuo dall’innovazione
nelle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione.
La sfida digitale ha, di fatto, messo a dura prova un
assetto organico che le passate stratificazioni
normative avevano già indebolito.
L’esigenza di una riforma organica e complessiva per
il settore editoriale appare, pertanto,
improcrastinabile.
Persuasi che, per essere concepita e realizzata nel
migliore dei modi, una simile riforma debba partire
dall’ascolto dei soggetti presenti nel settore, , vi
sottoponiamo i seguenti quesiti:
I PARTE
L’IMPRESA, IL GIORNALISTA E IL PRODOTTO EDITORIALE
L’impresa editoriale
1) Ritenete che l’impresa editoriale debba
essere tipizzata con forme giuridiche determinate e,
se sì, quali pensate che dovrebbero essere queste
forme?
2) Se ritenete necessario immaginare nuovi prodotti
editoriali per far fronte all’impatto dell’innovazione
tecnologica, considerate opportuno individuare una
specifica tipizzazione delle imprese che forniscono
tale tipologia di prodotto?
Statuto dell’impresa e ruolo del giornalista
3) Ritenete opportuna l’adozione di uno statuto
dell’impresa editoriale? E se sì, quali pensate
possano essere gli strumenti per garantire il
bilanciamento dei poteri all’interno della medesima
impresa?
4) Quale valore e quale ruolo attribuite al contratto
collettivo di lavoro nel garantire le condizioni per
un rapporto equilibrato tra la proprietà e la
componente professionale ?
5) E,ancora, se considerate che una particolare
attenzione vada data alla relazione tra testata e
lettori, pensate che per questo servano nuovi
strumenti? E ,se sì, quali?
Codici deontologici
6) Quali sono i vantaggi, ovvero, svantaggi che
potrebbero prevedersi adottando un Codice deontologico
generale, applicabile anche all’editoria on-line e
fatto proprio dall’Autorità garante per le
comunicazioni, che in mancanza di proposta dell’Ordine
lo adotterebbe motu proprio, e che sarebbe competente
a sanzionarne le violazioni, secondo la disciplina
già prevista per il trattamento dei dati personali?
Trasparenza della proprietà e delle fonti di
finanziamento
7) Ritenete correttamente tutelati i principi
della trasparenza della proprietà e delle fonti di
finanziamento delle imprese editoriali o pensate che
sarebbe necessario immaginare una ridefinizione delle
forme attraverso le quali si dà oggi conto degli
assetti proprietari e dei canali di finanziamento
delle imprese e si esercita il controllo delle
Autorità garanti del settore, eventualmente anche
attraverso la revisione delle varie tipologie di
registrazione previste ?
Il prodotto editoriale
8) Cosa intendete per prodotto editoriale, ed in
particolare, ritenete sufficiente ed esaustiva la
dizione dell’articolo 1, comma 1, della legge n. 62
del 2001 ovvero ritenete necessaria una puntuale
definizione delle fattispecie quali il giornale, il
periodico, il libro, l’editoria elettronica, le
rassegne stampa, ecc., ai fini di una più chiara
individuazione della loro natura giuridica ed
economica, anche in considerazione di quanto già
definito in materia di diritto d’autore, sia in
ambito nazionale che comunitario?
9) Ritenete che occorra individuare, fermo restando il
possesso del carattere propriamente informativo, un
nuovo prodotto editoriale generato dall’impatto dell’innovazione
tecnologica nel settore o le fattispecie attualmente
delimitate sono sufficientemente aperte e capaci,
pertanto, di inglobare anche le caratteristiche
proprie delle nuove tecnologie?
II PARTE
IL MERCATO EDITORIALE
Premessa
Le più recenti discipline legislative sono
intervenute sulla definizione del mercato televisivo
(legge n. 249 del 1997) o del più ampio sistema
integrato delle comunicazioni (legge n. 112 del 2004),
ma non del mercato tipicamente editoriale e del
connesso mercato pubblicitario se non sotto il profilo
del prodotto editoriale di cui alla legge n. 62 del
2001. Restano, invece, del tutto fermi alla disciplina
degli anni Ottanta gli attuali limiti antitrust di
settore calcolati solo sulla tiratura e solo in
relazione alla stampa quotidiana. Questo quadro
tradizionale del settore editoriale si è, più di
recente, venuto evolvendo verso nuovi segmenti, che ne
stanno continuamente mutando il profilo: pensiamo all’editoria
elettronica, alla free press e ai prodotti
collaterali. Pertanto, in considerazione della
complessità del tema, si sottopongono i seguenti
quesiti:
Il mercato editoriale e pubblicitario
1) Quali dovrebbero essere i confini del mercato
editoriale rispetto agli altri media, tenendo conto
dell’evoluzione tecnologica e di un certo grado di
convergenza fra i diversi media? Vi sono distinzioni
da operare rispetto al mercato di editoria
elettronica?
2) Sussistono le condizioni per considerare come
autonomo mercato i c.d. prodotti collaterali ai
quotidiani (es. libri, dvd, cd musicali)?
3) Sarebbe opportuno introdurre nuove regole per la
pubblicità sull’editoria? In particolare, per l’editoria
elettronica sarebbero opportune regole di tipo
qualitativo (es. limiti dimensionali dei banner o dei
pop-up rispetto allo schermo, divieto di tecniche
subliminali) o quantitativo (es. limiti al numero di
pop-up rispetto al tempo di connessione con il sito)?
Posizioni dominanti e limiti antitrust
4) Il parametro della tiratura può considerarsi
ancora oggi soddisfacente o sarebbero preferibili
altri parametri (es. vendite, fatturato complessivo)
anche tenendo conto della presenza dell’impresa in
più segmenti del mercato editoriale?
5) I limiti antitrust dovrebbero essere fissati
esclusivamente in relazione alla periodicità dei
mezzi o potrebbero essere differenziati in relazione
ai contenuti, includendo la stampa di informazione, la
stampa sportiva, la stampa economica nonché la free
press?
La rete di vendita
6) Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della
liberalizzazione delle diverse reti di vendita
(abbonamenti, edicole, strillonaggio, punti
alternativi), e quali miglioramenti sono possibili?
III PARTE
LE PROVVIDENZE
Premessa
L’attuale sistema delle provvidenze, per il
sovrapporsi di differenti normative introdotte in
risposta ad esigenze specifiche e contingenti, si
presta a distorsioni che ne compromettono l’efficacia
rispetto all’obiettivo primario di difesa del
pluralismo. Esso, inoltre, mal si presta a sostenere
tanto l’innovazione tecnologica delle imprese quanto
l’avvio di nuove iniziative e l’ingresso di nuovi
operatori sul mercato. L’attuale sistema delle
provvidenze non consente, infine, un’adeguata
valutazione né dell’impegno finanziario dell’amministrazione
pubblica né, come conseguenza, dei tempi e delle
modalità di erogazione delle provvidenze stesse. Per
tutte queste ragioni, non appare più rinviabile, all’interno
di una più generale riforma del settore dell’editoria,
un riflesisone e un intervento sull’attuale assetto
del sistema della provvidenze.
Questionario
1) A vostro parere, avendo riguardo agli obiettivi
ultimi della normativa, quali sono i punti di forza e
di debolezza dell’attuale sistema delle provvidenze
all’editoria?
2) A vostro parere, l’attuale normativa riesce a
conciliare adeguatamente l’ingresso di nuovi
soggetti sul mercato e la trasformazione delle imprese
esistenti in seguito alla dinamica tecnologica e di
mercato?
3) Ritenete possibile, anche in considerazione della
indispensabile azione di contenimento della spesa
pubblica, contemperare la tutela del prodotto
editoriale di base con la promozione dell’innovazione
tecnologica?
4) Per ciò che attiene, in particolare, al possibile
sostegno all’innovazione, ritenete utile prevedere
strumenti dedicati in modo specifico al settore
editoriale o considerate, invece, più opportuno
estendere all’editoria gli strumenti già oggi a
disposizione degli altri settori industriali?
5) Quali forme di sostegno pubblico (tariffarie e non)
considerate più utili per l’editoria telematica e
multimediale, tenuto conto della centralità di questo
segmento per lo sviluppo della società dell’informazione?
6) Quali forme di agevolazioni potrebbero rivelarsi
più efficaci per favorire lo “start up” di un’impresa
editoriale? Quale potrebbe essere un arco temporale di
applicazione sufficiente per valutare l’efficacia di
tale tipologia di intervento?
7) A vostro parere, l’imposizione di specifici
legami tra tipologie di spesa e volumi di produzione e
ammontare delle provvidenze, anche alla luce delle
innovazioni tecnologiche, appare condivisibile oppure
limita e distorce le scelte delle imprese?
8) Nella realtà, ormai prossima, di servizi postali
liberalizzati su scala europea quali opportunità
vedete per le imprese editoriali? A vostro giudizio, l’instaurarsi
di una concorrenza tra i gestori dei servizi postali
potrebbe ridurre l’ampiezza del sostegno pubblico
alla spedizione dei prodotti editoriali, eventualmente
trasformandolo in un sostegno selettivo per i comparti
di prodotti editoriali più deboli? In ogni caso,
considerate che il passaggio ad un sistema di sconti
in misura fissa, invece che percentuale, per la
spedizione di prodotti editoriali potrebbe contribuire
ad attivare dinamiche di razionalizzazione dei costi
di gestione da parte delle imprese?
9) A vostro parere, sarebbe opportuno un intervento
mirato a sviluppare il pluralismo informativo tramite
il rafforzamento della domanda di prodotti editoriali?
Quale ordine di priorità dovrebbero eventualmente
avere gli interventi sulla domanda? Quali sarebbero,
eventualmente, le direttrici da privilegiare in questo
ambito?
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