Dall’inchiesta della magistratura milanese sta emergendo che migliaia e
migliaia di cittadini sono stati controllati e spiati illegalmente. In questi
fatti trova purtroppo conferma l’allarme più volte lanciato dal Garante in
questi mesi.
Il Garante sente il dovere di richiamare subito e con forza tutti coloro che
possono venire a conoscenza di queste informazioni personali al rigoroso
rispetto dei diritti e delle libertà di cittadini che in questa vicenda sono
innanzitutto vittime di reati gravissimi. Chiediamo in particolare ai mezzi di
informazione, cui spetta il diritto-dovere di informare l’opinione pubblica di
tener nel dovuto conto che ci si trova di fronte a episodi che, oltre ad avere
ricadute sulla vita del Paese, coinvolgono i cittadini che devono essere
protetti da ogni esposizione mediatica della loro sfera privata.
Il Garante ha più volte indicato, da ultimo lo scorso 21 giugno, le
prescrizioni vincolanti per tutti i mezzi di informazione nei casi in cui
notizie e documenti possono, secondo la legislazione vigente, essere legalmente
conosciuti anche da soggetti estranei al processo. In quell’occasione il
Garante ha ribadito i principi dell’essenzialità dell’informazione, dell’interesse
pubblico di conoscere i fatti, il dovere di rispettare sempre la dignità e la
sfera sessuale delle persone, l’obbligo di prestare la dovuta attenzione ai
minori e alle famiglie incolpevolmente coinvolte.
Nel ricordare che la violazione di questi principi è illecita, il Garante
sottolinea il fatto che nelle indagini penali in corso possono essere presenti
anche delicati atti, documenti ed informazioni acquisiti ai danni di numerose
persone che hanno subito una gravissima violazione del loro diritto alla
riservatezza. Il contenuto di questi atti e documenti, coperto dal segreto
istruttorio, non può in alcun modo essere diffuso dai mezzi di informazione.
Il Garante non mancherà di vigilare attentamente sul rispetto di questi
principi e di queste regole, e di continuare nell’azione già intrapresa da
mesi per mettere in sicurezza le reti di telecomunicazione. In questa attività
ci muove la convinzione non solo di compiere il nostro dovere ma anche di dare
un contributo fondamentale alla difesa della libertà di stampa e della stessa
civiltà democratica nel nostro Paese.
Roma, 21 settembre 2006
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