IL PALINSESTO RITROVATO
La riqualificazione dell’offerta televisiva
generalista, il conseguente riposizionamento dei
canali televisivi ed una maggiore riconoscibilità
dello specifico televisivo del servizio pubblico, sia
in termini di prodotto, sia di palinsesto,
costituiscono gli elementi essenziali del nuovo Piano
nell’ottica anche di una maggiore integrazione tra
tutte le piattaforme di accesso.
Le modalità con le quali gli operatori del
servizio pubblico svolgeranno il proprio compito
terranno conto che le attese ed i risultati d’ascolto
non dovranno rappresentare il criterio dominante di
costruzione dell’offerta del servizio pubblico, né
favorirne l’omologazione a modelli e contenuti
propri dell’offerta commerciale e non dovranno in
ogni caso essere l’alibi per scelte editoriali in
contraddizione con la specificità dell’offerta Rai.
Sulla base del criterio di universalità del
servizio pubblico, l’insieme della programmazione
dovrà da un lato confermare l’attenzione alle
componenti più tradizionali del pubblico
televisivo, che sceglie per reti e per appuntamenti ed
è già prevalentemente incline alla nostra offerta;
dall’altro riavvicinarsi a quelle più dinamiche
della popolazione, un pubblico in costante
movimento (ed in costante crescita), che oggi è
possibile intercettare solo innovando i contenuti e
sviluppando l’offerta multipiattaforma.
L’analisi dello scenario televisivo e dei target
di ascolto dimostra inequivocabilmente che alla
apparente “tenuta” degli ascolti Rai negli ultimi
anni, pur in presenza del calo dovuto alla rafforzata
penetrazione dell’offerta satellitare, corrisponde
un tasso di invecchiamento medio del pubblico sempre
più accentuato rispetto alla platea televisiva ed al
principale gruppo concorrente generalista così come
sono evidenti una generale percezione di perdita dei
caratteri distintivi di servizio pubblico televisivo
ed un limitato ricorso alla innovazione del prodotto.
L’obiettivo di mantenere il primato negli ascolti
dovrà dunque essere inteso soprattutto nell’ottica
di un primato di interesse, di gradimento, di
soddisfazione di tutti i pubblici televisivi ed in
questa direzione saranno decisivi una netta
differenziazione rispetto ai modelli ed ai contenuti
dell’emittenza commerciale ed una maggiore
attenzione ai fenomeni culturali e sociali che
attraversano il Paese e lo scenario internazionale.
Questi ultimi in particolare dovranno essere al
centro di una ritrovata riflessione sui modi di fare
televisione per rispondere ai bisogni di una società
i cui fattori disaggreganti e problematici si
manifestano con sempre maggiore compiutezza.
Nel rimodulare i propri palinsesti la Rai dovrà
tornare a svolgere il ruolo di volano della cultura
televisiva ed in particolare di matrice dei
modelli di riferimento della offerta televisiva, nella
convinzione di dover fornire ai pubblici
soprattutto ciò che ad essi manca e non soltanto
ciò che essi si attendono.
Il processo di riqualificazione dell’offerta Rai
passa per il recupero di una visione a medio-lungo
termine della strategia di produzione e programmazione
che non può prescindere dalla valorizzazione all’interno
dell’Azienda dei luoghi e dei tempi
dello sviluppo ideativo/creativo dell’offerta,
distribuiti tra Reti, Generi e aree coinvolte nel
processo di formazione del palinsesto.
Tutte le attività di ideazione, produzione e
trasmissione dei contenuti dovranno potersi svolgere
con modalità temporali differenziate,
recuperando una progettualità affrancata dal dominio
della gestione quotidiana. Questo porterà, anche
attraverso opportune decisioni organizzative, all’adeguata
valorizzazione interna dei processi di ideazione e
sviluppo dei progetti, con una più diretta responsabilizzazione
sulle diverse fasi creative e produttive.
Si tratta di un’operazione di grande rilievo che
richiedera’ anche una riprogettazione delle
modalità produttive vigenti all’interno dell’Azienda
e, successivamente all’adozione del Piano, le
opportune verifiche organizzative.
Ispirandosi alla “catena del Digitale”, un
numero crescente di contenuti e di Generi (tra tutti,
l’informazione, ma non solo) dovranno essere
concepiti fin dall’idea iniziale per un mondo
multipiattaforma, nel quale ciascun titolo seguirà
più percorsi e si rivolgerà a più pubblici.
Le Reti, i Generi televisivi e tutte le aree di
responsabilità sul prodotto, ivi comprese le Testate
giornalistiche, si renderanno disponibili ad
affrontare il ridisegno complessivo dei palinsesti con
la cancellazione delle rendite di posizione e
degli spazi consolidati nel tempo con lo scopo di
rivolgersi anche ai target di pubblico più
distanti dalla nostra offerta, a partire dai giovani.
Il ridisegno complessivo dell’offerta televisiva
dovrà essere compiuto abbandonando la logica
diffusa dell’accumulo e del conseguente
consolidamento degli spazi di palinsesto e
superando le evidenti aree di sovrapposizione di
canale e di genere.
In questa logica le scelte editoriali e le nuove
collocazioni saranno individuate in base alle
effettive esigenze di riqualificazione e
diversificazione dell’offerta ed alla necessità di
intercettare l’interesse e l’ascolto di tutti i
pubblici televisivi, attraverso l’azzeramento e
la ricostruzione degli schemi di palinsesto.
L’applicazione degli indirizzi editoriali sarà
garantita dalla Direzione Generale attraverso gli
strumenti organizzativi vigenti, a partire dalla
competente area che sovrintende il coordinamento dell’offerta,
per gestire il ridisegno dei palinsesti e la loro
attuazione e dirimere gli eventuali conflitti tra le
linee editoriali espresse nel Piano e le proposte
delle Reti.
Il Piano Editoriale descritto troverà iniziale
applicazione dalla stagione televisiva 2008 – 2009.
Tra le azioni generali che si ritengono
necessarie:
Recupero di progettualità interna in grado di
incidere sui processi ideativi e creativi:
- maggiore ruolo interno nella fase di sviluppo
dei progetti per affermare la specificità della
Rai in tutti i generi televisivi;
- identificazione, in Reti e Generi, di strutture
creative dedicate al prodotto, e conseguente
efficace politica di reclutamento di risorse
umane;
- azioni di talent scouting diversificate sul
territorio e maggiore “decentralizzazione”di
cicli produttivi e creativi;
- recupero del ricorso alla produzione interna
dove ciò sia effettivamente possibile e
conveniente;
- ritrovato ruolo di indirizzo e di controllo
editoriale verso la programmazione affidata alle
produzioni esterne;
- innovazione dei processi produttivi in funzione
della natura multipiattaforma di Rai.
Riqualificazione della struttura dei palinsesti:
- rigorosa puntualità della messa in onda dei
programmi;
- durate congrue dei programmi, in relazione alla
loro tipologia, senza eccezioni per motivi tattici
di palinsesto e comunque non superiori a due ore
in prime time;
- rivalutazione degli ascolti assoluti anziché
degli share nell’analisi degli ascolti dei
programmi (specie nel prime time) e nei contratti
con i produttori (success fee);
- riapertura di spazi di programmazione di seconda
serata a partire dalle ore 23:00;
- flessibilità nella gestione del palinsesto per
consentire inserimenti ed eventi editoriali;
- ritrovata progettualità e sistematica presenza
nei palinsesti, anche in orari di maggiore
ascolto, di una programmazione culturalmente e
qualitativamente significativa: cultura intesa
come programmi appositamente dedicati e qualità
come fattore distintivo di tutti i generi
televisivi;
- maggiore ricorso a giornate tematiche e ad un
incisivo e più flessibile rapporto tra il
palinsesto e gli accadimenti nazionali ed
internazionali, individuando la rete che ne
dedicherà la copertura necessaria;
- ripensamento del ruolo delle news - di cui si
conferma la centralità nella missione di servizio
pubblico - a partire dalla mezza sera/notte con l’individuazione
di una sola rete per fascia oraria;
- razionalizzazione del numero degli “editori”
interni;
- superamento delle sovrapposizioni di genere e di
target tra i canali;
3) Valorizzazione del ruolo degli Organi editoriali
e di garanzia
- trasformazione del Comitato Editoriale –
finora dedicato prevalentemente a problematiche di
palinsesto – in Comitato Prodotto dove i temi
trattati saranno soprattutto l’innovazione del
prodotto, la riqualificazione dell’offerta e le
strategie editoriali nell’ottica del laboratorio
ideativo e propositivo, ferma restando l’autonomia
progettuale delle Reti;
- istituzione della Consulta Qualità, formata
anche da personalità esterne di notoria
competenza, per l’aggiornamento, la riscrittura
della Carta dei Doveri e la verifica della sua
applicazione e per una periodica consultazione
sulla programmazione offerta;
- utilizzo di Conferenze di Produzione per
consentire la migliore organizzazione della nuova
manovra di palinsesto;
In questo contesto, la necessaria articolazione
dell’offerta generalista, derivante dalla crescente
segmentazione dei pubblici, conferma il ruolo guida
delle Reti nella proposta di palinsesto e di
programmazione, e richiede ai Generi (ed in
particolare di quelli che compongono la parte
predominante dell’offerta: Intrattenimento, Fiction
di produzione, Film e fiction d’acquisto,
Informazione, Cultura e Educational, Programmi per
bambini, Sport) di consolidare il loro ruolo in
termini di innovazione e specializzazione del
prodotto e di ideazione e produzione di contenuti, in
linea con le esigenze e le proposte delle Reti nell’ambito
del rapporto committente/fornitore.
È altresì della massima importanza l’introduzione
di un circolo virtuoso (in termini sia editoriali in
senso stretto, sia di processo produttivo) tra Reti
generaliste, Generi e nuove piattaforme e canali
distributivi, in direzione di una solida base di
contenuti realmente ed efficacemente multipiattaforma,
e quindi dell’allargamento del perimetro dell’offerta.
La coerenza e l’efficacia dell’insieme dell’offerta
televisiva analogica e digitale (terrestre e
satellitare) sarà assicurata dall’area che presidia
il coordinamento in una logica di ottimizzazione e
differenziazione dei palinsesti per una necessaria
azione di riposizionamento.
Sarà compito delle Reti e dei Generi, così come
delle nuove offerte, intercettare quelle fasce di
pubblico sempre più distanti per gusti e modalità
(con particolare riferimento alla fascia 25-54 anni)
sia con opportune azioni di rinnovamento dei prodotti
sia attraverso un efficace presidio Rai delle nuove
piattaforme, con una politica integrata su reti
satellitari e digitali terrestri e su Internet,
ciascuna in base alla propria mission.
L’insieme delle azioni che riguardano la
ricostruzione del palinsesto e l’innovazione dell’offerta
di Reti e Generi dovrà essere accompagnata da un coerente
restyling grafico complessivo dell’offerta e
della promozione, anch’esso connotato da forti
tratti innovativi che recuperino il brand originario
Rai.
LE RETI
Raiuno
Raiuno dovrà consolidare i plus di immagine, che
attengono, in termini di caratterizzazione semantica,
all'area dell'autorevolezza, della tradizione,
della serietà e prestigio, dell’equilibrio,
che ne dovranno rafforzare il ruolo di rete piu’
adatta alla famiglia. Raiuno con la sua affidabilità
deve rappresentare e interpretare l’identità’
socio-culturale del Paese nel suo continuo evolversi.
Sono tratti di immagine che rispecchiano i generi
che la caratterizzano: una rete fortemente associata
alla fiction, come racconto storico e sociale,
ma anche per il suo legame con la tradizione della
commedia all’italiana e con la nostra letteratura;
all’intrattenimento percepito anche come
offerta di grandi eventi che illuminano la
rete, riavvicinano “nuovi pubblici” e riacquistano
un forte valore editoriale in uno scenario e in una
fascia (prime time) di forte mobilita’, in cui i
processi di fidelizzazione oggi sono meno incisivi;
all’informazione quotidiana e all’approfondimento
ed ai talk show.
In questo quadro generale occorre puntare sulla
brillantezza e la dinamicità nel day time proprio per
contrastare gli effetti negativi della ripetitività
dell’offerta e una inevitabile erosione d’ascolti
soprattutto in quella fascia oraria 14-16 in cui non
solo l’offerta satellitare raggiunge ascolti
elevati, ma in cui paradossalmente e’ piu’ forte
la concorrenza all’interno delle reti Rai.
Raiuno in particolare e' chiamata, proprio in
virtù delle sue consolidate connotazioni di immagine,
a rispondere a quella forte ed emergente domanda di
qualità, ri-orientando la linea editoriale dei propri
contenitori pomeridiani per recuperare il rapporto con
il "Paese reale", rappresentarne le
dinamiche e le problematiche, e per riproporre un’
informazione popolare attenta alle tensioni e ai
movimenti d'opinione anche creativi ed alle tematiche
sociali.
La scelta incompiuta della fiction di day
time dovrà essere meglio definita con lo sviluppo di
progetti di produzione e di acquisto che abbiano
tratti di novità rispetto a quella attuale. Poiché
questo sviluppo richiederà il tempo necessario per
essere varato e valutato, la rete punterà nella
prossima stagione sull’uso di altri generi
televisivi
Nel Prime-time la principale sfida riguarda
l'esigenza di individuare nuove formule per l'
intrattenimento. Si rende necessaria una fase di
riprogettazione, attraverso una riflessione che non si
esaurisca nella semplice ricerca di nuovi format
presenti sul mercato, ma che definisca anche gli
ambiti di riferimento progettuale e di identità, per
aprire nuovi percorsi rispetto a una “crisi dell’intrattenimento”,
che si ripresenta ciclicamente. Nel recente passato
questa riprogettazione ha consentito di innovare con
successo nel campo del preserale e dell’access prime
time.
L’appiattimento e l’omologazione del genere
intrattenimento, al quale si aggiunge una generale
carenza di innovazione di linguaggio e contenuti anche
per il minore impatto autoriale interno rispetto ai
format di importazione, rendono necessario e utile per
la rete un maggiore ricorso all’evento in
grado di generare curiosità e interesse. Questo
significa che all’interno della stagione primaverile
e di quella autunnale almeno una delle due/tre prime
serate di intrattenimento dovrà illuminarsi
con progetti non convenzionali, così come il ricorso
a incursioni anche brevi ma con personaggi di elevata
notorietà ed originalità, nella fascia di access
prime time, sarà utile al consolidamento di un ruolo
di centralita’ socio-culturale in un sistema
televisivo allargato, che implica una frammentazione
del consumo.
La proposta di prime serate modulari, anche
con un mix di generi diversi (per esempio con episodi
di fiction della durata di 50-60’ preceduti dall’access
di intrattenimento o con doppia collocazione di
intrattenimento), rappresenta una necessaria area
di sperimentazione molto interessante e moderna ed
in linea con le tendenze internazionali.
L’innovazione dei contenuti dell’intrattenimento
(vedi anche il capitolo sul Genere) passa anche da una
necessaria riformulazione delle durate per
renderli compatibili con la qualità della visione non
esasperata negli orari.
La fiction (vedi anche il capitolo sul Genere)
di rete dovrà essere garantita da una disponibilità
piu' equilibrata dei titoli, nell'arco dell'intera
stagione e in particolare nei periodi di garanzia,
attraverso una riflessione tesa ad ottimizzare: il
rapporto tra le miniserie e la serialità medio-lunga;
il rapporto tra media e lunga serialita’
(ottimizzazione del numero di episodi in funzione del
consolidamento dei titoli); il rapporto fra generi
(poliziesco - commedia brillante etc.), per evitare
sovrapposizioni di fiction sulle diverse reti Rai, e
per diversificare l’offerta Rai rispetto alla
concorrenza, che ha fortemente incrementato le serate
di fiction su Canale 5, proporzionalmente alla
contrazione della programmazione cinema.
Raiuno dovrà anche individuare e sperimentare
prodotti seriali d'acquisto, che consentano,
perlomeno nei periodi di non garanzia, una
diversificazione dell'offerta (con benefici anche in
termini di ringiovanimento dei target), nella
prospettiva delle nuove opportunità di palinsesto,
per questo genere, che potrebbero derivare da un
tendenziale abbassamento delle performance assegnate
alle reti ammiraglie e dalla nuova dinamicità del
mercato di riferimento.
La programmazione alternativa allo
sfruttamento dei diritti della Champions League, anche
in relazione alla ridotta e stagionalmente variabile
disponibilità di film, dovrà portare alla
individuazione di nuove tipologie di produzione e
programmazione. Tra queste si ritiene che la domanda
di informazione e di reportage, anche in prima serata,
dovrebbe essere finalmente esplorata, in modo
sperimentale, a cura del TG1 con modelli da 60 minuti
preceduti da access prime time di durata maggiore.
L'esigenza di una maggiore mobilità delle
seconde serate è tra le principali novità del
riposizionamento di rete ed emerge da una domanda di
maggiore varietà di programmazione e prodotti di non
sola informazione.
La struttura monogenere dell'offerta (informazione
con speciali/approfondimento con talk) di Raiuno in
questa fascia, in tutti i giorni della settimana ad
eccezione del sabato (per motivazioni legate alla
durata del prime time), costringe a inevitabili
sovrapposizioni di genere fra le Reti Rai ma
soprattutto non consente alla rete di parlare a nuovi
pubblici. In questo senso la Rete studierà la
realizzazione di una striscia di cultura/spettacolo
del week end in coerenza anche con il calo di
interesse del pubblico verso il genere informativo nei
giorni festivi e prefestivi o con la domanda di nuovi
generi. Per entrare ancora di più nel dettaglio, una striscia
sul genere Arbore (con Arbore stesso, se
disponibile) in grado di parlare in modo lieve e
familiare dei temi della cultura e della società
potrebbe rispondere, nel fine settimana, ad una
domanda di innovazione e diversificazione che viene
dal pubblico.
Con questa soluzione si eviterebbe di interrompere
il contatto seriale con l’attualità assicurato dal
talk show (dal lunedì al giovedì sui temi della
politica, della cronaca, del costume e della società)
e si entrerebbe in una zona nuova di programmazione
coerente con le attese del pubblico e con l’esigenza
di rivolgersi ad esso.
Gli speciali informativi di seconda serata a
cura del telegiornale potranno gradualmente
riconvertirsi in proposte sperimentali di
programmazione di prime time (ad esempio nella
collocazione del mercoledì alternata alla Champions
League) con formule del tutto nuove – gli eventi
giornalistici possono anche divenire fattore
propositivo intorno ai temi della società - o con
tagli di rotocalco alla sixty minutes in combinazione
con il traino dell’access prime time. Con questa
soluzione il ruolo informativo del servizio pubblico,
della rete ammiraglia e della testata giornalistica in
particolare verrebbe ulteriormente rafforzato -
soprattutto in una fascia oraria (quella di prime
time)- introducendo un ulteriore elemento di
riqualificazione dell’offerta.
Raidue
Raidue e' la Rete che in via prioritaria ha il
compito di intercettare le fasce piu' giovani e piu'
dinamiche del pubblico televisivo, mantenendo intatta
la sua identità di canale generalista.
In questa logica potrà anche fare da ponte
tra l’offerta generalista e quella tematica ed
aprire la strada – con livelli di sperimentazione
diversificati - ad una offerta integrata e
multipiattaforma; non soltanto in un uso differenziato
del prodotto ma in una sua progettazione con gli altri
players del sistema, dal digitale (satellitare e
terrestre) all’IPTV al mobile.
Una missione che non va interpretata in modo
riduttivo nel senso di una rete giovanilista, ma
piuttosto in un'accezione piu' ampia che potrebbe
sintetizzarsi con l’espressione di rete della
contemporaneità, sia in termini di contenuti sia
di strategia dell’offerta. Una Rete capace di
rappresentare i fermenti sociali e culturali del
nostro tempo, l'evolversi dei linguaggi, i nuovi
trend e la modernizzazione in tutti i campi: dalla
cultura alla comunicazione, dall’informazione anche
sportiva, allo spettacolo, all’intrattenimento non
convenzionale.
Quindi una Rete di tendenza, attenta ai
movimenti culturali emergenti, ai fenomeni di costume,
alla storia recente; una rete a cui si associno
connotazioni semantiche quali modernità,
dinamicità, curiosità, originalità, creatività.
Una rete i cui generi d’elezione, in questa
connotazione, sono l’infotainment, i seriali cult,
la sitcom e la soap, il cinema di tendenza, la
divulgazione popolare, la musica, l’educational di
attualità. Generi connotati trasversalmente da forti
tratti di originalità.
Se una parola chiave deve racchiudere l’insieme
di questi temi la più adeguata è cultura o cultura
della modernità: rappresentare le tendenze,
interpretare i bisogni dei pubblici che affollano i
teatri e i luoghi dello spettacolo e della conoscenza,
rispondere all’esigenza di sapere tutto quello che
oggi la televisione “nasconde”, investire sulla
curiosità, rileggere la storia, guardare al futuro
anche attraverso una rilettura del presente.
Per quanto riguarda il rapporto con la fiction
di produzione, l’introduzione del genere sitcom
o l’aggiornamento di modelli di soap rappresentano
un percorso coerente con la linea della Rete. Si
tratta ora di perfezionare la formula e di individuare
collocazioni di palinsesto adatte: si ritiene, alla
luce delle più recenti esperienze su altri generi
televisivi, che la fascia tra le 19.00 e le 20.30 sia
tra le più idonee per percorrere con maggiore
decisione scelte produttive di lunga serialità.
Sul tema fiction di produzione vi è anche l’esigenza
di individuare una tipologia di prodotto che per
target, temi, linguaggi e costi sia piu' coerente con
l'intera linea del canale, per esempio puntando sulla
commedia brillante, sulla comicità, sfruttando in
questo modo sinergicamente una linea produttiva
sitcom-fiction, che punti anche su alcuni personaggi
che identificano la Rete.
Coerenti con la linea editoriale sono anche i
prodotti seriali d'acquisto che in prima serata
raggiungono i target desiderati, con ottime
performance anche sul totale individui e che
contengono importanti elementi di novità narrativa.
Per garantire una maggiore efficacia e una continuità
di risultati a questa tipologia di prodotto e' forse
opportuno un utilizzo piu' mirato e meno massiccio,
sia come numero di serate nel corso della settimana
sia come numero di episodi nella stessa serata. Una
maggiore cautela nello sfruttamento intenso di questa
tipologia di prodotto è consigliata anche dagli
effetti, sulla disponibilità per la prossima
stagione, del blocco delle produzioni statunitensi
delle serie televisive.
Sul fronte dell’intrattenimento, che per la Rete
della contemporaneità assume un forte valore
identitario, la Rete dovrà sperimentare nuove formule
riposizionandosi sui propri target di riferimento. In
questo senso la sperimentazione di nuovi format di
reality non deve essere esclusa ma dovrebbe anzi
portare alla individuazione di nuove formule e
contenuti.
Passando alle seconde serate, anche in
questa fascia si delinea la necessità di una crescente
coerenza di programmazione che tenda a coniugare l’impegno
culturale, con la ricerca di programmi che trattino la
cultura dei nostri tempi e le inquietudini e
contraddizioni della società.
In questo senso – e la struttura di palinsesto lo
consente - e’ particolarmente importante dedicare un’area
della fascia di seconda serata alla sperimentazione,
che permetta di consolidare prodotti destinati
progettualmente alla prima serata.
Altrettanto opportuna sarebbe la scelta di tornare
a fidelizzare il pubblico con appuntamenti a
striscia (con blocchi di programmazione almeno
trimestrali nei giorni feriali) per evitare l’attuale
eccessiva frammentazione dell’offerta.
Nel day time la Rete dovrà innovare e rafforzare
la propria offerta con opportuni interventi sui
contenuti e sui target di riferimento.
La crescita dell’ascolto satellitare, nelle fasce
orarie 9-12 e 15-18, l’esigenza aziendale di
garantire gli obiettivi di ascolto della rete leader
sui suoi pubblici di riferimento, consentono un
ripensamento della programmazione della Rete nel
day-time, con una offerta in grado di rivolgersi ai
temi della contemporaneità e dei nuovi linguaggi
televisivi mantenendo al contempo la propria identità
di canale generalista.
Raitre
Il palinsesto della Rete si presenta piu’
orientato ad una programmazione interamente da
Servizio pubblico, capace di raccontare il territorio
e la complessità sociale con una forte identitità e
riconoscibilità, così come è previsto anche nella
normativa vigente relativa alla programmazione
regionale e dagli obblighi specifici contenuti nel
Contratto di Servizio (quota minima dell’80% dei
generi predeterminati di servizio pubblico rispetto al
65% dell’insieme della programmazione di tutte le
Reti).
Una rete connotata dall’impegno, l’approfondimento,
il sociale, che trova la sua specificità non tanto
nei generi quanto nelle modalità di racconto:
dall’inchiesta storica e d’attualità’, dai
documentari ai programmi di divulgazione, dalla
docu-fiction, ai programmi di utilità sociale, alla
cronaca, all’infotainment.
La solidità dal servizio pubblico della Rete può
rappresentare un limite alla innovazione, con il
mantenimento di appuntamenti che vengono da lontano;
per garantire una maggiore fluidita’ di
programmazione risulta necessario modificare gli
attuali vincoli e cardini di palinsesto posti dalla
presenza di altri editori, in particolare in seconda
serata con una triplice offerta di informazione con
evidenti effetti di ridondanza.
In questo senso e’ opportuna una rimodulazione
dell’offerta informativa, nazionale e
territoriale, i cui benefici riguarderanno anche i
nuovi programmi che potranno tornare a sperimentare in
fasce di orario adeguate.
L’opportunità’ di riconsegnare a Raitre
una vera programmazione di seconda serata,
consentirà di sviluppare nel contempo una night-line
informativa a partire dalle 24, attraverso una
staffetta tra il TG3 e Rai News 24. Quindi la Rete
potrà trasmettere in sequenza, senza interruzioni,
prima e seconda serata lasciando dalla mezzanotte alle
news il compito esclusivo di presidio di palinsesto.
Questa struttura di palinsesto consentirà una
maggiore flessibilità di palinsesto anche nel
prime-time, incoraggiando soluzioni modulari,
sinergiche e innovative grazie alla forte correlazione
fra prima e seconda serata.
La connotazione informativa della Rete e il suo
legame con il territorio saranno consolidati dal rafforzamento
della pagina regionale, affidata non più ai pochi
minuti notturni –attualmente programmati nella
impaginazione che si intende modificare e che non
saranno dunque riproposti in quella fascia oraria- ma
da una Morning News di almeno 30 minuti che
aprirà la programmazione del mattino di Raitre. Una
programmazione rivolta in particolare alla popolazione
attiva che in quella fascia oraria dimostra una
particolare attenzione ai contesti locali e
territoriali nei quali si muove.
La sperimentazione potrebbe, in relazione anche
alle compatibilità economiche e industriali,
estendersi in un secondo tempo con durata maggiore (da
30 a 60 minuti) fino a prevedere - laddove si
realizzino appositi contratti di servizio regionali -
una più marcata vocazione produttiva e trasmissiva in
ambito locale con ulteriori spazi in palinsesto da
definire a livello regionale o macroregionale.
Sempre in tema di informazione territoriale anche
la eccessiva concentrazione e frammentazione delle
rubriche della TGR, diffuse a livello nazionale,
potrà ritrovare una maggiore coerenza di
programmazione attraverso una ricollocazione di
palinsesto che colleghi piu’ sinergicamente news e
approfondimento territoriale.
Tornando alla Rete va, infine, considerata la
inevitabile usura di alcuni titoli che, pur garantendo
livelli di ascolto in linea con gli obiettivi, con
oscillazioni dovute al quadro competitivo, comporta,
in prospettiva, l’esigenza di limitare la loro
presenza in determinati periodi della stagione o di
rimodularsi in strisce di day time (ad esempio Mi
Manda Raitre) con forte vocazione sociale.
Sicuramente per dare piu’ solidità alla rete in
un’ottica di innovazione, può essere utile
costruire una serata con prodotti di acquisto (sono
già stati sperimentati positivamente Medium e Un
caso per due), che garantiscano quel plus di
ascolto che faciliterebbe l’assunzione del rischio
di sperimentare nuovi prodotti in prima serata.
La difficoltà di programmazione dei seriali, che
costituisce l’ossatura delle prime serate di Raidue,
ha finora impedito una ottimizzazione nella
programmazione (sia nella scelta della serata che del
periodo). Pertanto e’ necessario trovare un
equilibrio nell’utilizzo di questo genere tra Raidue
e Raitre.
Anche la fiction La Squadra, prodotto
nato nella Rete e poi passato a Raifiction, ha
dato segni di stanchezza. Anche in questo caso hanno,
in parte, influito i vincoli di programmazione che
derivano dalla forte presenza di fiction investigativa
su tutte le altre Reti. Il genere fiction si presta
sicuramente al progetto editoriale della Rete, purché
sviluppato, come avvenuto originariamente con La
Squadra, secondo modalità narrative e di linguaggio
coerenti con gli stili che la caratterizzano e su
tematiche legate al territorio e al sociale.
Per quanto riguarda il day time la rete mantiene il
suo impegno di Rete divulgativa e di servizio con un
pomeriggio dedicato ai bambini (Melevisione) e
ai ragazzi/adulti con Geo, un titolo che può
rientrare nelle quote che il nuovo contratto di
servizio prevede per la programmazione rivolta al
pubblico non adulto.
In definitiva l’offerta di Rete non presenta
particolari esigenze di riposizionamento di target: e’
auspicabile invece, per il futuro, un maggiore tasso
di innovazione (come è avvenuto recentemente con il
programma di Fazio), nella linea editoriale finora
perseguita, con il recupero di altri generi, come ad
esempio la satira, che gli appartengono storicamente;
una maggiore alternanza di titoli nel corso delle
stagioni televisive; una riappropriazione degli spazi
di sperimentazione che hanno rappresentato sempre l’elemento
propulsivo della dinamicita’ della rete.
I GENERI TELEVISIVI
Informazione
Il Servizio Pubblico trova legittimazione dalla
completezza con la quale viene assolto il suo ruolo
informativo e dalla presenza su tutte le Reti ed in
tutte le fasce orarie di notiziari ed approfondimenti.
Questo ruolo non deve essere interpretato
sostanzialmente allo stesso modo su tutte le reti,
in termini di linguaggio e di modalità televisive,
soprattutto alla luce di una necessaria assenza di
riconducibilità ad aree politiche delle singole
testate (da cui origina la tripartizione e la
successiva ulteriore frammentazione organizzativa).
Occorrerà puntare ad una maggiore
differenziazione di temi e linguaggi giornalistici
in sintonia con le missioni di ciascun canale agendo
come in una logica di testata unica con aree di
specializzazione. In questo senso occorreranno anche
tentativi di sperimentazione su linguaggi
innovativi nel confezionamento delle news non
necessariamente sempre legati al vincolo
studio/conduttore/lancio dei servizi.
In questa direzione potranno anche essere
individuati nuovi ambiti di innovazione e
collaborazione in/e tra testate che utilizzano le
nuove tecnologie, a partire dal sistema teletext fino
ad internet.
La progressiva penetrazione nelle abitudini del
consumo televisivo dei canali tematici di informazione
(Sky e Rai News 24) fornisce elementi certi di
riflessione per un aggiornamento produttivo e di
linguaggio televisivo.
Caposaldo della programmazione del servizio
pubblico è la continuità informativa sull’insieme
del palinsesto che sarà garantita su ogni rete. Dalle
24 in poi, fatte salve le necessità di informazione
straordinaria e dei presidi notturni, sarà compito
della Night line su Raitre garantire la copertura
necessaria in diretta.
Il genere informazione ha anche segnato e
consolidato nel tempo una netta separazione di linguaggio
tra la quotidianità delle news e gli
appuntamenti di approfondimento di prima e
seconda serata con evidente specializzazione delle
testate giornalistiche per le prime e delle reti per i
secondi. Il motivo risiede principalmente nel primato
dell’attualità/aggiornamento assegnato ai
telegiornali rispetto al linguaggio dell’approfondimento,
anche d’opinione, che le reti svolgono in prima e
seconda serata secondo canoni narrativi tipici del racconto
televisivo.
Gli speciali informativi potranno svolgere un ruolo
di rilancio del genere con la presenza innovativa in
palinsesto, sperimentando nuove formule ed accedendo a
collocazioni di prima serata, a partire da Raiuno con
il TG1.
Un discorso a parte merita il rotocalco,
sotto-genere fortemente identitario del servizio
pubblico. Il rotocalco, oltre ad essere tra i più
qualificanti esempi di utilizzo sinergico degli sforzi
comunque profusi nella produzione di “News”,
rappresenta una delle rare opportunità di apertura
sul mondo in palinsesti sempre più contraddistinti da
un’offerta di approfondimento tipicamente da studio,
spesso sconfinante nel talk.
Si pone infine il tema degli indirizzi e delle
regole in materia di programmazione del servizio
pubblico radiotelevisivo e di un loro necessario
aggiornamento con particolare riferimento alla “Carta
dei doveri” che diventerà nuovamente il punto
di riferimento per tutte le tipologie di programmi a
partire da quelli di informazione/approfondimento.
Nella Carta saranno aggiornate le regole per gli
operatori del servizio pubblico di cui sarà
costantemente verificata l’applicazione anche con l’istituzione
della Consulta Qualità.
Intrattenimento
Parlando del genere elettivo della Tv pubblica, poi
sfruttato fino al logoramento dalla televisione
commerciale, è giunto il momento di prendere atto del
declino del modello tradizionale dei reality,
sia nei consumi, sia nei mercati televisivi. Non si
teorizza in questa sede la sconfessione di questo
modello ma un suo necessario e possibile ripensamento
e aggiornamento.
Spetta a Rai anticipare i gusti di un pubblico che
reagisce alla cosiddetta televisione “trash”,
puntando su un modello che contrapponga alla TV dell’eccesso
gratuito e forzato il ritorno a una televisione che,
anche quando intrattiene piacevolmente, lasci spazio
alla riflessione. Alla televisione della patologia
occorre rispondere con la televisione della
normalità.
Nelle cicliche fasi di passaggio, in assenza di
nuovi e originali spunti televisivi, accade di far
ricorso a modelli positivi del passato, riattualizzati
o magari ibridati. Non c’è nulla di male in questo:
se il risultato sarà vicino ai gusti e ai sentimenti
dei (numerosi e diversi) pubblici del presente, vorrà
dire che non si sarà trattato di vintage o di
nostalgia (risultati da rifuggire), ma di un ritorno
alle basi del mestiere che non contraddice ma
favorisce gli imprescindibili obiettivi di
innovazione.
Così per la politica degli “eventi”, intesi
come progetti non convenzionali, o brevi incursioni di
personaggi noti che ormai rifuggono la “Tv di massa”:
si tratta di un elemento fortemente distintivo del
nostro intrattenimento in grado di “illuminare” le
Reti Rai agli occhi dei nuovi pubblici, e quindi di
avviare nei loro confronti un processo di
fidelizzazione.
Una ritrovata progettualità per la prima serata,
che permetta di uscire dalla riproposizione di modelli
e formati utilizzati al limite della saturazione, è
indispensabile per mantenere una presenza così
importante nei nostri palinsesti e per generare
risultati positivi. Tra le strade da percorrere,
quella principale sembra il ritorno alla “scrittura”
ed al “copione” dove all’improvvisazione sui
tradizionali format o alla rigidità dei game show
prevalga l’originalità e la qualità delle
situazioni e dei dialoghi.
Le stesse procedure di selezione delle idee di
programma debbono uscire dalla logica del “supermarket
dei format”, tornando alla prevalenza dell’editore,
del suo progetto “culturale”, in risposta e in
attuazione del quale lo scouting deve essere condotto.
Che si tratti di idee originali o di format
commerciali, a questo punto, poco cambia: esse
dovranno essere funzionali a una linea editoriale
identificata e perseguita, e non viceversa.
Il riallineamento qualitativo del genere passa per
una revisione delle attuali durate dei
programmi di prima serata, allungati a dismisura
per motivazioni legate troppo spesso a necessità di
controprogrammazione e di immagine dei programmi.
In questo senso le reti avranno la responsabilità
di realizzare i programmi entro le due ore di
programmazione con benefici in termini di linguaggio
televisivo, di rispetto del telespettatore, di
garanzia verso gli investitori pubblicitari e di
recupero di migliori collocazioni di seconda serata.
Il tema della durata dei programmi di
intrattenimento è anche strettamente connesso alla
necessità di ritrovare il gusto ed il ritmo del
racconto ed una sua coerenza con le attese del
pubblico. Gli autori sono spinti oggi a “gonfiare”
format internazionali da un’ora in programmi da
due/tre ore con inevitabili riflessi negativi sulla
qualità delle produzioni. Il ritorno ad una scrittura
essenziale gioverà in modo determinante ai contenuti
dei programmi ed alla loro fruizione così come sarà
indispensabile sperimentare nuovi formati da 60 minuti
in prime time.
Pur non strettamente attinente al tema degli
indirizzi editoriali è altrettanto indispensabile un
ripensamento dell’attuale presidio dell’area
intrattenimento valutando l’opportunità di
creare una struttura di genere dedicata con
competenze adeguate per recuperare l’attuale
sbilanciamento tra Rai e i principali fornitori di
format e contenuti, per fungere da interfaccia attivo
con i mercati internazionali e per coadiuvare le reti
nella progettualità a medio-lungo termine che includa
anche attività di scouting e selezione delle idee con
particolare attenzione ai fattori creativi che
scaturiscono da realtà territoriali.
L’eventuale costituzione di un presidio sull’intrattenimento,
alla pari di quanto avviene sul genere fiction di
produzione, dovrà connotarsi non soltanto per
competenza e specializzazione ma per un chiaro ed
evidente rapporto cliente/fornitore con le Reti dove
queste ultime agiranno in tutte le fasi della
realizzazione da committente del prodotto. L’ambito
di competenza dell’area si riferirà ai prodotti
delle fasce preserale, access prime time e prime time.
Nel genere intrattenimento dovrà essere evitata la
presenza di ospiti rappresentanti del mondo politico
se non all’interno di spazi chiaramente
riconoscibili per approfondimento.
Dati connotativi per la riqualificazione del genere
saranno anche una più accentuata selezione nelle
scelte degli ospiti e degli esperti all’interno dei
programmi-contenitore ed una minore propensione ad
elementi di autoreferenzialità.
Fiction di produzione
All’interno dell’offerta Rai, la fiction di
produzione riveste un ruolo strategico per le sue
elevate performance di ascolto, la capacità di
stabilire con il pubblico un rapporto di
fidelizzazione e una sintonia che si riverberano
positivamente sull’identità e riconoscibilità
delle singole reti e sull’immagine dell’azienda
Rai nel suo complesso. Nell’ottica di definire una
strategia di offerta coerente con la mission
editoriale di ciascuna rete, si evidenzia quindi la
necessità di sviluppare progetti di fiction
differenziati per le tre reti che consentano nel
contempo di raggiungere pubblici diversi, con adeguate
e diversificate ricalibrature di target, ed evitare
conflitti e rigidità di programmazione tra le reti.
Per Rai Uno è necessario proporre un mix
equilibrato tra prodotti legati alla storia, ai grandi
personaggi della cultura, alle sceneggiature in
costume, alla celebrazione degli eventi, ai plot
polizieschi, e trame più legate alla quotidianità
con attenzione anche alla commedia. Si avverte inoltre
la necessità che la rete ammiraglia si
contraddistingua per continuità editoriale in
relazione alla nostra storia più recente con un filo
rosso ininterrotto sulle vicende più rilevanti della
nostra società da destinare prevalentemente a Raiuno.
Altrettanto necessario è il rafforzamento della
produzione di seriali per i quali, salvo rare
eccezioni legate al filo narrativo, le collocazioni di
prime time dovranno sempre essere assicurate da due
pezzi da 50’ anziché le consuete puntate da 90’-100’.
Questo consentirà maggiore flessibilità nella
gestione delle collocazioni dei primi passaggi (in
determinati casi una sola puntata in abbinata al
traino di intrattenimento) e delle repliche.
La fiction di produzione destinata a Rai Due
dovrà orientarsi verso prodotti che siano in grado di
proporre, anche in chiave sperimentale, temi,
protagonisti e formati maggiormente legati a quella
contemporaneità e modernità culturale che deve
caratterizzare la mission editoriale della Rete con
particolare vocazione al day time. L’innovazione
dovrà anche riguardare i modelli industriali, in
grado di individuare ambiti produttivi più coerenti
con i costi medi della Rete.
Per la fiction di produzione destinata a Rai Tre
è strategicamente utile che si prosegua e si
rafforzi, nel contesto di un equilibrato rapporto tra
innovazione e continuità, lo sviluppo di nuove
produzioni seriali basate su storie con un forte
ancoraggio alle tematiche sociali e territoriali e si
implementi la produzione di nuovi modelli narrativi
quali la docu-fiction, coerenti con la
vocazione di servizio e di impegno di Rai Tre.
E’ necessario che la pianificazione del processo
produttivo rispetti alcuni vincoli di coerenza con le
esigenze di programmazione delle reti (titoli,
tipologie di prodotto, generi). In particolare:
assicurare, specie per i prodotti di lunga serialità
già affermati, una disponibilità più
equilibrata nell’arco dell’intera stagione
televisiva, soprattutto nei periodi più
pregiati; razionalizzare i tempi di consegna
dei prodotti alle singole Reti, al fine di
diversificare generi, tematiche, e risorse artistiche
evitando una eccessiva concentrazione in un medesimo
periodo di una stessa tipologia di prodotti.
Nell’articolazione per formati del mix di
prodotti fiction da destinare alla prima serata, si
dovrà proseguire il percorso di riequilibrio tra
prodotti di lunga serialità e miniserie,
privilegiando i primi che potenzialmente
rappresentano, anche attraverso il meccanismo dei sequel,
la giusta risposta ad un’esigenza strategica di
costruzione e consolidamento di un rapporto di
fidelizzazione con il pubblico.
Non estranei ad elementi di natura editoriali
appaiono i necessari richiami ad una sempre maggiore
selezione (sulla base di parametri qualitativi,
industriali e di “reference sistem”) dei
produttori indipendenti -che saranno il punto di
riferimento Rai nelle politiche produttive- e ad una
particolare cura e attenzione agli assi portanti delle
produzioni con particolare riferimento agli elementi
che costituiscono il “sopra” ed il “sotto” la
linea.
La produzione di cartoni animati ha segnato un
punto di eccellenza nei nostri palinsesti che andrà
rafforzato per costituire una valida alternativa al
prodotto internazionale e per suggerire nuovi slot di
programmazione.
Film e fiction d’acquisto
L’indebolimento dei risultati della
programmazione dei film si inquadra nello sviluppo
delle varie piattaforme distributive e nel conseguente
maggiore sfruttamento del prodotto nelle finestre
precedenti alla televisione generalista: l’espansione
nell’ultimo triennio del mercato dell’home video e
la continua crescita degli abbonamenti dei canali
cinema di Sky hanno di fatto reso più problematica la
programmazione dei film.
Poiché il mix dell’offerta necessario per la
televisione generalista viene garantito da una
presenza qualificata del prodotto cinematografico, che
è anche sinonimo di qualità, è necessario
intervenire sulle logiche di programmazione con
maggiore creatività.
Il rafforzamento del prodotto in palinsesto può
essere compiuto: eventizzando in taluni casi la
programmazione di prime time con giornate tematiche;
riproponendo “cicli” legati a generi o personaggi
con il criterio della serializzazione; accorpando in
periodi della stagione televisiva la programmazione
cinematografica; fidelizzando il pubblico con
appuntamenti sistematici così come avviene per altri
generi; promuovendo in modo adeguato il prodotto;
osare di più sul cinema italiano con maggiori
appuntamenti di prime time e tentando, anche con
appuntamenti di seconda serata sistematici, di
costruire uno spazio di programmazione riconoscibile e
di successo.
Le serie televisive, per linguaggio, tematiche
sociali, innovazione sono divenute internazionalmente
una delle forme più moderne ed efficaci per
raccontare l’era contemporanea, dal sociale al
thriller, dalla commedia al drammatico. In questo
senso è il prodotto più idoneo alla linea editoriale
di Raidue ma la prolificità del genere e la sua
continua apertura a nuove tematiche ne consiglia un
utilizzo anche da parte di Raiuno e Raitre. In questa
direzione occorrerà tutelare maggiormente, laddove
possibile, lo sfruttamento eccessivo delle serie da
parte dei canali Fox con nuove politiche di windowing
e con l’esclusiva su alcuni titoli.
Vanno infine riviste le logiche d’utilizzo del
magazzino dei diritti sulle tre Reti, che preveda un
utilizzo dei titoli più trasversale e strategico.
Facendo salvi i titoli più pregiati, il cui ruolo
come “eventi” di Raiuno non può che essere
favorito e sviluppato, occorre ripensare il resto del
magazzino in un’ottica di maggiore flessibilità, in
grado di ottimizzare il parco diritti e massimizzarne
la resa in termini di opportunità editoriali e di
ascolti complessivi.
Cultura ed educational
Occorre rispondere con atti concreti alla
convinzione diffusa che la televisione non sia più
considerata un fattore culturale ma semmai una
alternativa al consumo di cultura. Se una volta si
diceva che la cultura non era un genere televisivo ma
che tutti i generi erano potenzialmente culturali,
oggi l’offerta televisiva viene vissuta come uno
degli elementi di impoverimento culturale della
società.
Occorre prendere atto di questo contesto ed
indicare nuove strade e nuovi percorsi per un profilo
culturale e qualitativo a cui il servizio pubblico
deve tendere con azioni concrete.
Per un più efficace riposizionamento della nostra
offerta televisiva occorre in generale ideare nuove
tipologie di programmi perché la cultura diventi un
insieme di generi televisivi che si aggiungano a ciò
che è già presente in alcune aree (fiction, cinema,
programmi dedicati) e per trovare spazi propri nelle
diverse fasce orarie del palinsesto compresa quella di
prima serata.
L’attualità dell’interesse del pubblico per le
rappresentazioni teatrali, i monologhi di rilettura
dei grandi classici, le lezioni di storia e di
archeologia, la musica classica e leggera, l’approfondimento
scientifico e i temi dell’ambiente, la rilettura
della nostra storia più recente, l’educational
popolare, gli approfondimenti su temi che investono la
quotidianità ma trattati in superficie sono alcuni
dei fattori che maggiormente stanno connotando la
domanda che proviene da tutto il pubblico e dalle
nuove generazioni.
Proprio i più giovani, coloro che frequentano la
scuola e l’università, che utilizzano l’I-Pod ed
Internet, non si riconoscono nella televisione, non la
considerano uno strumento di riferimento, di analisi,
di aggiornamento. Si accostano alla televisione con
riluttanza, diffidenza e pessimismo. Molti di questi
hanno lo stesso atteggiamento anche verso il proprio
futuro (si legga in proposito il recente intenso
saggio di Umberto Galimberti, “L’Ospite
inquietante” ) e Rai dovrà farsene carico con l’ideazione
di una programmazione che risponda al nichilismo
crescente nelle nuove generazioni.
Le nuove iniziative Rai devono intercettare il
diffuso bisogno di conoscenza e l’enorme e
inespresso desiderio di un maggiore dialogo. A questi
e ad altri temi – che chiameremo i temi della
contemporaneità – dovrà essere data sempre
maggiore visibilità sulle diverse reti con una
connotazione radicata nella programmazione della Rai e
non con inserimenti sporadici. In particolare una
delle tre reti generaliste dovrà fare propria questa
tematica in tutte le sue declinazioni televisive.
Inoltre, tra le azioni immediate sul prodotto:
- inserimento sistematico all’interno della
programmazione Rai di elementi di cultura
(letteratura, cinema, teatro, musica, arte, ecc.)
secondo i “tradizionali” metodi della
testimonianza diretta, dei servizi dedicati, dell’educational;
- spazi nelle edizioni principali dei telegiornali
per la “pagina culturale”, per divenire anche
nelle nostre news uno spazio costante di
aggiornamento e promozione di cultura e
spettacolo, in aggiunta alle attuali rubriche e
agli spazi spesso relegati in altre edizioni;
- ideazione di nuovi programmi di impianto
popolare che si dedichino alla diffusione della
cultura con linguaggi adatti anche al pubblico
più vasto;
- maggiore spazio alla trasmissione di eventi
culturali in collocazioni idonee ad un pubblico
più ampio; l’anticipo dal prossimo anno del
teatro e della musica ad una effettiva seconda
serata su Raidue – con le opportune correzioni -
è uno dei segnali necessari ma non esaustivi;
- collocazioni più idonee, di prima e seconda
serata, da dedicare periodicamente al cinema
italiano, oggi quasi ignorato a livello di
programmazione;
- incisiva e coordinata azione di
produzione/programmazione di documentari culturali
ed educational; l’attività di
produzione/acquisto dei documentari dovrà
comunque essere presidiata a livello centrale, con
una apposita struttura, per armonizzare una
offerta che oggi è lacunosa e per consentire una
gestione più efficiente delle produzioni sulle
diverse piattaforme.
- Tra le azioni strategiche, la già richiamata
creazione di un Comitato Prodotto come
luogo di definizione e approfondimento di un
ritrovata politica culturale della Rai servirà
anche da laboratorio ideativo e propositivo
per Reti e Generi e da evidenziatore dei temi
della memoria.
Programmazione per bambini
Considerato il necessario riferimento all’attuale
scenario televisivo, l’attenzione ai minori da parte
di RAI, non può concentrarsi esclusivamente sulla
programmazione delle reti generaliste, ma deve
estendersi all’offerta delle altre piattaforme:
digitale terrestre, satellite, internet, radio.
Attualmente l’offerta televisiva Rai di programmi
per bambini è ripartita su 2 canali generalisti (Rai
Due e Rai Tre), sul canale digitale terrestre gratuito
Rai Gulp (da giugno 2007). A pagamento su 2 canali
satellitari: Rai Sat Smash e Rai Sat Yoyo (da novembre
2006). Infine su IPTV: il canale Rai Junior nell’offerta
Alice Home Tv di Telecom e la sezione Junior del
servizio Rai Click nell’offerta Fastweb.
Si evidenzia così l’opportunità di dare
rinnovato vigore all’offerta per bambini sulle reti
generaliste razionalizzando i prodotti pre-school
e quelli per i bambini in età scolare.
Sarà necessario garantire un blocco di offerta
fluido, preferibilmente orientato ai più piccoli
nelle ore mattutine e che invece proponga nelle fasce
pomeridiane una sequenza stabile, ordinata, e dunque
riconoscibile e fidelizzante, di: prodotti adatti ai
più piccini; cartoon o telefilm “cult” che
rappresentino una novità per i bambini, ma anche un
momento di piacevole revival per i genitori e prodotti
nuovi, di interesse per i bambini con più di 6 anni.
L’abbinamento dell’offerta tipicamente
infantile con prodotti appetibili anche ai giovani
adulti, può configurarsi come un’opportunità utile
a garantire all’interno della platea Rai un ricambio
generazionale strategicamente necessario.
Un ulteriore argomento a supporto della necessità
di ottimizzare l’offerta per bambini sui canali
analogici è rappresentato dalla possibilità che la
tv generalista diventi vetrina e trampolino di lancio
per nuovi prodotti che, superando i limitati spazi
offerti dal palinsesto generalista, vivano in altri
momenti della giornata sulle offerte specializzate del
gruppo, con particolare riferimento al canale Rai Gulp
su piattaforma digitale terrestre e all’offerta
internet, attivando così un rimando sinergico tra le
diverse piattaforme presidiate.
In tutte le loro emissioni, i canali Rai dovranno
tener conto della potenziale presenza di minori in
platea e rispettarne sensibilità e vulnerabilità,
anche laddove si tratti di prodotti non
specificatamente pensati per il target bambini.
Lo sport
L’offerta sportiva, composta dalle dirette dei
grandi eventi e delle manifestazioni “minori”, dai
notiziari e dagli approfondimenti giornalistici, resta
un patrimonio fondamentale della RAI, insito nel suo
stesso DNA, ma è condizionato dallo sviluppo del
mercato che rende difficilmente disponibili diritti
“premium” che sono appannaggio prevalentemente
dell’offerta a pagamento. L’utilizzo di questi
diritti e della programmazione corrispondente non
consente più a Rai di mantenere i propri tradizionali
appuntamenti se non in una ottica di profonda e
radicale revisione.
La contrazione di ascolti registrata dall’offerta
sportiva Rai è motivata in gran parte dalla sempre
più forte concorrenza portata dalle altre piattaforme
che negli anni hanno sottratto i diritti di
trasmissione di molte discipline sportive.
In tal senso è emblematico il caso della
programmazione di Raisport su Raitre il sabato
pomeriggio. In tale fascia l’offerta Rai, perlopiù
composta da sport minori, si confronta, infatti, con
il grande sport nazionale ed internazionale
programmato sulle piattaforme digitali con inevitabile
penalizzazione dell’interesse e dell’ascolto.
Anche i programmi storici dedicati al calcio hanno
perso la propria forza di impatto in seguito alla
cessione dei diritti di esclusiva ed allo
spacchettamento degli stessi su più piattaforme.
La programmazione sportiva dovrà dunque essere
incentrata su l’offerta dei grandi eventi di
primaria rilevanza internazionale per i quali sono
ancora disponibili i diritti; l’ottimizzazione della
collocazione dei notiziari sportivi; il posizionamento
strategico degli approfondimenti giornalistici.
Si dovranno pertanto rivedere le attuali
collocazioni delle rubriche e soprattutto intervenire
sui contenuti, di cui potranno essere privilegiati gli
aspetti documentaristici, di inchiesta e di
originalità.
In questo contesto occorrerà rafforzare l’offerta
tematica digitale (satellitare e terrestre) anche con
l’intento di dare visibilità a quegli sport che non
trovano spazio sulle reti generaliste. Il canale
tematico ha un ottimo potenziale di crescita purché
sia messo nelle condizioni di contare su un livello di
flessibilità nella gestione del palinsesto degli
eventi sportivi di gran lunga superiore a quella dei
canali generalisti.
Si tratta, in definitiva, di un’unica strategia
di ottimizzazione dell’offerta sportiva Rai che
passi attraverso il graduale passaggio dalla Tv
generalista al canale tematico digitale di gran parte
della programmazione, garantendo, in questo modo un
miglior sfruttamento dei diritti di trasmissione sia
in termini di spazi a disposizione che di
flessibilità di programmazione e la possibilità di
consolidare nell’arco dell’anno gli appuntamenti
con le singole discipline. Al contempo la definizione
di una strategia di complementarità dell’offerta
delle grandi manifestazioni sportive che veda nella Tv
generalista il momento culminante della programmazione
e che utilizzi la Tv tematica per arricchire di
contenuti e commenti l’evento.
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