Un
"libretto rosso" che,
in poche pagine, ci conduce
attraverso gli sviluppi della
normativa sulla stampa in
Italia, dall'editto di Carlo
Alberto e dalle altre riforme
del 1848. Con occhio attento
agli altri Paesi, in
particolare agli Stati Uniti.
Ma si ferma all'art. 21 della
Costituzione e quindi non
considera i successivi
sviluppi, a partire dalla legge
n. 69 del 1963, fino alla
"Gasparri". E'
un pamphlet, che parte
da basi storiche per sostenere
tesi decisamente di parte senza
chiarire le ragioni delle
proposte finali (abolizione
dell'Ordine dei giornalisti
eccetera). Bene. Sapere da che
parte sta un autore è
importante per inquadrare i
problemi che affronta: molto
meglio di tanti scritti che,
sotto l'apparenza
dell'obiettività, fanno
passare di contrabbando tesi e
affermazioni viziate da
pregiudizi o interessi non
dichiarati. Ma
alla fine resta un senso di
incompiutezza: dunque un'opera
utile a chi vuole inquadrare i
problemi della libertà di
informazione in Italia e poi
approfondire lo studio con
altre opere. Per esempio,
"Ma esiste il quarto
potere in Italia?" di
Nicola Tranfaglia (Baldini
Castoldi Dalai, 2005), che sto
leggendo e che affronterò
presto in queste pagine.
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