Loris Mazzetti
Il libro nero della Rai
Rizzoli - BUR
Milano, 2007, pp. 420, € 10,50
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"Il libro nero della
Rai" si inserisce nel
filone di quelle opere di
critica del "sistema
Italia" che ha ne "La
casta" di Rizzo e Stella
il suo esponente più noto. Ma
con qualche differenza non
marginale.
Loris Mazzetti, giornalista, è
un dirigente di lungo corso
della Rai. Uno di quelli, e
sono tanti, che sentono
l'orgoglio di appartenere a
un'azienda che per mezzo secolo
ha dato un contributo
importante allo sviluppo del
nostro Paese. In molte pagine
del libro si avverte con
chiarezza il disagio di chi è
costretto a criticare qualcosa
che ama, ma in cui non si
riconosce più.
Mazzetti narra tanti
misfatti avvenuti negli ultimi
anni con dovizia di
particolari, per esserne stato
protagonista e testimone, o per
aver raccolto informazioni di
prima mano. Il quadro è
illuminante: il recente
scandalo nato dalla
intercettazioni di telefonate
di dirigenti dell'azienda
televisiva di stato non
stupisce chi ha letto il libro.
Nel contesto descritto da
Mazzetti il fatto che qualcuno
potesse influire pesantemente
dall'esterno sulle decisioni
della Rai appare scontato.
Ma "Il libro nero della
Rai" non è solo
l'ennesimo tomo di denuncia. Il
filo conduttore è nella
vicenda di Enzo Biagi, cacciato
dalla Rai con il famoso
"editto bulgaro" di
Berlusconi e ritornato in video
dopo un esilio di cinque anni.
Il volume è stato pubblicato
dopo il ritorno e presenta una
ricostruzione di fatti ormai
noti, ma che narrati
"dall'interno" acquistano
una luce ancora più cupa.
Mazzetti è stato per tanti
anni il braccio destro del
grande giornalista. La breve
prefazione del libro, scritta
proprio da Enzo Biagi, ha il
sapore di un testamento, a poco
tempo dalla sua scomparsa. E
suggerisce la chiave di lettura
del libro: è una specie di
atto d'amore, che per questo si
fa perdonare qualche cedimento
o qualche eccesso, se c'è.
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