Carlo Rognoni
Rai, addio
Memorie di un ex consigliere
Marco Tropea Editore, Milano, 2009
pp 511 - € 19,90
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Nel sempre più affollato scaffale di libri che parlano della televisione, e della Rai in particolare, questo merita
un posto a parte. Perché è opera di un signore che è stato per quattro anni, dal giugno 2005 al febbraio
2009, consigliere di amministrazione della
radiotelevisione pubblica. "In quota", come si dice, al centrosinistra (o centro-sinistra? Non ho mai capito bene la differenza). Un punto di osservazione straordinario per capire le dinamiche e i problemi del servizio pubblico. Con, in più, la capacità di raccontare di un giornalista.
E la conoscenza diretta dei meccanismi della politica,
perché per due legislature è stato anche senatore.
"Rai, addio" è articolato in 101 capitoli.
Cento e una storie che ci spiegano i retroscena di tanti
fatti che hanno occupato le prime pagine dei giornali.
Ma questa volta non è la
solita "dietrologia", sono cronache di prima
mano. Con un risvolto forse
imprevedibile: i fatti sono a volte ancora più
desolanti delle ricostruzioni dietrologiche.
Ecco sfilare sul palcoscenico di carta una serie di
episodi che, in altro contesto, sarebbero
esilaranti."Il principe-ballerino e
l'attore-parlamentare"; "Orlando sì, Orlando
no: è il rap dell'estate 2008"; "Gasparri
contro il commissario Montalbano"; "Per un
giorno Alfredo Meocci è «rock»"... E'
incredibile di quante cose si occupi il consiglio di
amministrazione del servizio pubblico e, soprattutto,
come se ne occupi: tutto va a finire in politica. Contro
Montalbano, scrive Rognoni, "sembra quasi che per
l'occasione Gasparri indossi il cappuccio nero della
Santa Inquisizione. Ma ce n'è per tutti, anche per la
sinistra, in un'analisi spietata che non risparmia
nessuno.
Da leggere, e da rileggere di tanto in tanto, anche
una serie di episodi che richiamano l'attualità. Come
"Se il direttore del TG1 diventa un caso" (ma
non è Minzolini, è Mimun) o le conversazioni
intercettate del componente dell'Autorità di garanzia,
Giancarlo Innocenzi (ma sono quelle dei tempi del
governo Prodi). E da tenere ben presenti anche i
capitoli in cui si parla del digitale terrestre e della
televisione di domani. Il futuro visto dalla stanza dei
bottoni... a futura memoria.
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