Forse molti incendi di boschi,
campi e macchia mediterranea potrebbero essere evitati se
nelle zone a rischio si
mettessero cartelloni
"pubblicitari" di
grande impatto, con scritte
tipo: "Non gettare via la
cicca accesa" o "Non
accendere il fuoco qui: basta
una scintilla per incendiare il
bosco".
Invece
la Provincia di Roma ritiene di
fare il suo dovere per la
prevenzione degli incendi
piazzando qua e là cartelli
come questo. Nel quale si legge
che "Sono vietate tutte le
azioni determinanti l'innesco
di incendi ai sensi all'art. 11
- comma 3, lettera e) della L.
n. 394 del 06.12.1993"
eccetera eccetera.
"I trasgressori - si
legge ancora sul cartello -
saranno puniti ai sensi
dell'art. 30 - comma 1..."
e via elencando, per un totale
di sette riferimenti
normativi.
Riferimenti incomprensibili
a chi non si prenda la briga di
andare a cercare i
provvedimenti citati
(operazione difficilissima in
Italia). A occhio e croce il
tutto dovrebbe significare che
chi accende un fuoco paga una
multa. Se poi il bosco brucia,
è tutta un'altra faccenda.
L'Italia è piena di divieti
stupidi, che non colgono e non
fanno cogliere la sostanza
delle azioni. Per esempio, sui
marciapiedi delle stazioni
ferroviarie si legge un avviso:
"E' vietato oltrepassare
la linea gialla" Vietato?
E qual è la sanzione?
Sarebbe più corretto ed
efficace scrivere "E'
pericoloso oltrepassare la
linea gialla. Potreste finire
sotto il treno!".
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