Dalla Grecia all'Italia la
fiamma olimpica non è arrivata
via mare, magari su una nave a
vela. Sarebbe stato bello.
Il fuoco di Olimpia è arrivato
in aereo. Strano, ho pensato
quando ho sentito la notizia,
perché deve essere difficile
trovare un comandante che
consenta il trasporto di una
fiamma libera sull'aeromobile.Ma i telegiornali Rai,
ripetendo l'informazione in
diverse edizioni, ci hanno
spiegato la soluzione: la
fiaccola, hanno detto, è stata chiusa in un
"lucernario".
Lucernario? Come si fa a
chiudere una fiamma in un
lucernario?
Dal mio vecchio Devoto-Oli:
"Lucernario
Copertura a vetrate, atta a
fornire un'opportuna
illuminazione o anche areazione
ad ambienti interni per lo più
di notevole ampiezza".
Le
immagini dei servizi spiegano il mistero:
la fiamma olimpica è stata
trasportata in una
"lampada di Davy". Si
tratta di una lanterna a olio
inventata nel 1815 dal chimico
inglese Sir Humphry Davy
(1778-1829), per risolvere il
problema delle esplosioni
causate nelle miniere di
carbone dalla fughe di grisou.
La lampada di Davy, grazie a
una reticella metallica, evita
il contatto diretto della
fiamma con la miscela
esplosiva. Si sviluppa solo una
piccola luce azzurrina, che
avverte i minatori del
pericolo. La lampada di Davy è
ancora in uso sulle
imbarcazioni, perché è
robusta e sicura.
Tutto qui, una piccola notizia
"a margine". Nessuno
obbliga un giornalista a
conoscere una lampada di Davy e
la sua storia, ma forse
l'organizzazione poteva
inserire una nota nella
cartella stampa. O il collega
poteva informarsi.
D'accordo che la lampada di
Davy è un'evoluzione delle
antiche lucerne a olio. Ma
dalla lucerna al lucernario il
salto è troppo lungo.
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