La lingua cambia, nuovi termini entrano nell'uso
comune, altri diventano a poco a poco vecchi, desueti.
Molte parole straniere diventano di uso quotidiano:
computer, scanner, premier (ma il nostro presidente
del consiglio non è un "premier", cioè un prime
minister...).
Tutto questo è bene, la lingua è viva, si evolve.Purtroppo però in molti casi
l'italiano si evolve col passo
del gambero, cioè si involve, si impoverisce. Succede
quando si usano troppo spesse parole straniere al
posto di termini italiani che vogliono dire la stessa
cosa. Anzi, in qualche caso la parola straniera
sostituisce diverse espressioni della nostra lingua.
Così le sfumature si perdono, il discorso perde efficacia.
E' il caso di "monitorare", brutto
neologismo costruito sull'inglese monitor, che
significa, in particolare, "dispositivo di
controllo". Niente di male se la parola originale
viene usata per indicare il video del computer o uno
schermo di controllo delle emissioni televisive. Ma
non è il caso di monitorare il traffico, o il livello
di prestazione di un servizio, o il funzionamento di
una macchina, quando si può controllare, verificare,
osservare. O, con maggiore precisione, mettere
o tenere sotto controllo. I mostri generano
altri mostri: da "monitorare" a
"monitoraggio" il passo è breve e
straziante.
"Monitorando" il traffico si può vedere
che è "in tilt". Invece di dire che è lento,
congestionato, bloccato. "Sistemi
di monitoraggio in tilt", per dire che i
controlli non funzionano. Per di più il termine
è usato con un significato del tutto improprio,
perché il verbo inglese to tilt significa
inclinarsi, piegare, pendere (l'uso in italiano viene dalla
scritta che appare sugli schermi dei flipper: "TILT"
vuol dire che il gioco si è fermato perché il
giocatore ha cercato di influenzare il percorso della
pallina inclinando l'apparecchio oltre il limite
consentito).
Provare per credere. Anzi, fare il
"test". Altro anglicismo inutile, visto che
abbiamo l'equivalente prova, con in più
le possibilità, a seconda del contesto, di verifica
e controllo.
Si incomincia a usare i termini stranieri per
voglia di mostrarsi aggiornati, moderni, colti. Si
continua per pigrizia mentale. E il linguaggio diventa
sempre meno articolato, la comunicazione scade.
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