L'adozione di parole straniere in molti casi
arricchisce la lingua, soprattutto quando non esiste
un esatto equivalente italiano. Marketing, per
esempio, è un termine che si dovrebbe tradurre con
una perifrasi e quindi ci fa comodo, perché aiuta a
esprimere velocemente un concetto.
In altri casi ci sarebbe l'equivalente italiano di
termini inglesi, come
per computer e scanner. Anche qui, per
uso comune, i termini stranieri entrano senza
problemi nella lingua parlata e scritta.Però in qualche caso dal figlio adottivo della
lingua nascono mostri, come l'ormai diffuso quanto
orribile "scannerizzare".
Qui la traduzione esatta e gradevole c'è:
"scandire". Infatti il termine scanner
deriva dal verbo inglese to scan, che significa
appunto "scandire" ed ha lo stesso
significato: analizzare, separare gli elementi che compongono un
insieme (scandire le parole, scandire il tempo). Lo
scanner, come tutti sanno, serve proprio ad analizzare
uno per uno, cioè a scandire, i punti che compongono un'immagine.
Costruire un infinito in italiano partendo dal
termine inglese ("scannerizzare"), e per di
più coniugarlo ("scannerizzato") e
ricavarne ulteriori derivati ("scannerizzazione")
dà fastidio all'orecchio quando si ascolta e
all'occhio quando si legge (vedo ora che anche il
correttore ortografico segnala anomalie). Qualcuno
ritiene più elegante "scansire" e "scansito",
che rappresentano il grado più atroce di corruzione
della lingua.
Perché "scandire", "scandito",
"scansione" sono le parole giuste, esprimono
perfettamente i relativi concetti, suonano bene. Tranne
nei casi in cui l'apparecchio non funzioni bene e
rovini le immagini: solo in questo caso si può dire che serve a
"scannare", con l'efficacia del linguaggio
figurato.
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