IL MINISTRO DELLE COMUNICAZIONI
Visto il decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla
legge 20 marzo 2001, n. 66, recante "Disposizioni urgenti per il differimento di
termini in materia di trasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali, nonche' per il
risanamento di impianti radiotelevisivi" ed, in particolare, l'art. 2-bis, comma 15;
Visto il decreto-legge 12 giugno 2001, n. 217, recante modificazioni al decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 300, nonche' alla legge 23 agosto 1988, n. 400, in materia
di organizzazione del Governo;
Considerato che, ai sensi del citato art. 2-bis, comma 15, del decreto-legge 23 gennaio
2001, n. 5, convertito, con modificazioni,dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, il Ministero
delle comunicazioni e' tenuto ad adottare un programma per lo sviluppo e la diffusione in
Italia delle nuove tecnologie di trasmissione radiotelevisiva digitale su frequenze
terrestri e da satellite e per l'introduzione dei sistemi audiovisivi terrestri a larga
banda, individuando contestualmente misure a sostegno del settore;
Decreta:
Art. 1.
1. E' approvato l'allegato programma per lo sviluppo e la diffusione in Italia delle
nuove tecnologie di trasmissione radiotelevisiva digitale su frequenze terrestri e da
satellite e per l'introduzione dei sistemi audiovisivi terrestri larga banda, che fa parte
integrante del presente decreto.
Il presente decreto e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 24 luglio 2001
Il Ministro: Gasparri
ALLEGATO
PROGRAMMA PER LO SVILUPPO E LA DIFFUSIONE IN ITALIA DELLE NUOVE TECNOLOGIE DI
TRASMISSIONE RADIOTELEVISIVA DIGITALE SU FREQUENZE TERRESTRI E DA SATELLITE E PER
L'INTRODUZIONE DEI SISTEMI AUDIOVISIVI TERRESTRI A LARGA BANDA.
1. Introduzione.
Il decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20
marzo 2001, n. 66, ha introdotto la disciplina delle trasmissioni radiotelevisive digitali
su frequenze terrestri e dei sistemi audiovisivi terrestri a larga banda e ha fissato, per
via legislativa, la data di chiusura delle trasmissioni televisive analogiche e
l'irradiazione esclusivamente in tecnica digitale entro l'anno 2006.
Il percorso che ha condotto all'approvazione di questa legge prende le mosse dalla
legge 31 luglio 1997, n. 249, che prevedeva una riserva di canali, poi definiti
dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni nel piano nazionale di assegnazione
delle frequenze televisive approvato con deliberazione n. 68/1998 del 30 ottobre 1998, per
la trasmissione di programmi in tecnica digitale.
Uno studio specifico sull'introduzione della diffusione televisiva in tecnica digitale
e' stato realizzato dalla stessa Autorita' che nel 1998 ha istituito il Comitato per lo
sviluppo dei sistemi digitali. Il lavoro e' confluito nel libro bianco sulla televisione
digitale terrestre nel quale sono stati delineati due possibili scenari: il primo si
legava all'attuazione completa del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze e
poneva come punto di arrivo la data del 2010; il secondo si legava ad una prospettiva di
sviluppo graduale del passaggio dall'analogico al digitale e permetteva di raggiungere gli
obiettivi entro la data del 2006, privilegiando la velocita' rispetto alla completezza del
disegno.
Lo sviluppo dei sistemi radiotelevisivi digitale e' in atto nella maggior parte dei
Paesi dell'Unione europea. La Gran Bretagna, primo Paese europeo ad avviare il servizio
televisivo digitale terrestre,ha effettuato il lancio delle trasmissioni il 15 ottobre
1998, nel ventinovesimo anniversario delle trasmissioni televisive a colori. La Svezia ha
avviato le trasmissioni digitali nell'aprile del 1999, con la sperimentazione di quattro
multiplex. In Germania, nell'anno in corso saranno operativi tre multiplex, ciascuno
comprendente quattro programmi televisivi e servizi addizionali. In Francia sono agli
albori alcune sperimentazioni frutto di cooperazione tra le societa' editrici delle
emittenti pubbliche e una emittente privata.
Nell'ambito di tale sviluppo, ogni Paese ha adottato un approccio diverso alla
sperimentazione delle trasmissioni in tecnica digitale, in funzione, essenzialmente, della
combinazione di quattro variabili:
la geografia delle reti, cioe' la presenza di reti di distribuzione alternative tra
loro: via cavo, via satellite, via etere terrestre;
la struttura generale dell'offerta, cioe' il numero delle emittenti generaliste con
programmi in chiaro e il numero delle emittenti tematiche o che trasmettono programmi
codificati;
la regolamentazione del settore;
i tempi di reazione del pubblico all'offerta televisiva digitale e la sua reale
capacita' di spesa in relazione al costo degli apparati di ricezione e degli abbonamenti.
Mentre, tuttavia, gli altri Paesi hanno previsto vari calendari di transizione in un
arco temporale che va dai sette ai dieci anni,soprattutto in funzione dello sviluppo del
mercato degli apparecchi riceventi, (con l'unica eccezione degli Stati Uniti d'America che
hanno fissato la data del 2006 per la definitiva migrazione dalle trasmissioni analogiche
a quelle digitali), in Italia la data di chiusura delle trasmissioni analogiche e' stata
fissata in via legislativa, anziche' demandare allo sviluppo spontaneo del mercato la
definitiva migrazione tra i due sistemi trasmissivi.
Indicare a livello legislativo un obiettivo temporale prefissato puo' generare una
spinta propulsiva e di stimolo per tutti gli attori del sistema (costruttori degli
apparati, diffusori dei programmi, fornitori dei contenuti, consumatori). La scelta di una
data ravvicinata per la definitiva introduzione del digitale, oltre a porre l'Italia in
una posizione d'avanguardia nel panorama europeo,consente agli operatori di prevedere con
un congruo anticipo gli investimenti necessari.
La data-obiettivo del 2006, d'altro canto, puo' essere centrata solo se si crea un
ambiente favorevole allo sviluppo del relativo mercato, tramite la sinergia delle varie
forze in campo: gli operatori e l'industria elettronica di consumo.
Lo sviluppo deve, inoltre, essere accompagnato dal percorso regolamentare che la legge
ha affidato all'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni e guidato da un adeguato
programma di sviluppo economico e tecnologico, in grado di identificare in tempi rapidi
gli aspetti di politica industriale occorrenti.
Sotto l'aspetto regolamentare il decreto-legge 23 gennaio 2001,n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66 ha previsto che l'Autorita' adotti, entro
scadenze prefissate, il regolamento per la definizione delle condizioni di rilascio delle
licenze e delle autorizzazioni per l'esercizio della radiodiffusione sonora e televisiva
in tecnica digitale e i piani nazionali di assegnazione delle frequenze per la
radiodiffusione sonora e televisiva in tecnica digitale.
Sotto l'aspetto dello sviluppo delle nuove tecnologie, la legge ha previsto che il
Ministero delle comunicazioni adotti un programma per lo sviluppo e la diffusione in
Italia delle nuove tecnologie di trasmissione radiotelevisiva digitale su frequenze
terrestri e da satellite e per l'introduzione dei sistemi audiovisivi terrestri a larga
banda, individuando contestualmente misure a sostegno del settore.
L'evoluzione tecnologica e del sistema in generale non consente,allo stato delle cose,
di prevedere un'organica serie di interventi al passo con lo sviluppo futuro di un settore
le cui caratteristiche tecnologiche e di mercato non possono ancora essere previste con
sufficiente determinazione. Per l'attuazione del programma saranno dunque necessari
successivi provvedimenti, in linea con i suoi contenuti e con gli elementi successivamente
definibili sulla base delle future evoluzioni del settore e del mercato.
L'obiettivo del presente programma e' quello di favorire l'avvento delle trasmissioni
digitali, nell'ambito del piu' generale impegno di favorire l'avvento della societa'
digitale, per mettere in condizione tutto il Paese di cogliere le opportunita' offerte
dalle nuove tecnologie della comunicazione ed entrare a pieno titolo in quella che e'
stata definita la Societa' dell'informazione. In prospettiva, infatti, l'uso della
televisione avverra' sia come strumento classico di informazione sia come strumento di
alfabetizzazione digitale.
2. L'evoluzione dei sistemi della comunicazione in Italia e le prospettive.
Agli inizi del terzo millennio il mercato televisivo italiano ed europeo sta vivendo
una svolta di carattere strutturale.
La forma predominante di servizio televisivo, la televisione nazionale destinata
all'accesso universale, in quasi tutti i Paesi mostra ormai segni di maturita'.
Dopo un lungo e quasi ininterrotto ciclo spansivo, i suoi margini di crescita si stanno
riducendo, mentre si consolidano le condizioni per l'avvio di un nuovo ciclo espansivo
basato sulla riconfigurazione del mercato dei prodotti/servizi, dell'accesso,delle
infrastrutture.
Nel nuovo panorama le imprese sono in grado di fornire,attraverso una molteplicita' di
reti di connessione, un'ampia gamma di servizi audiovisivi che:
corrispondono meglio ai bisogni, gusti, desideri di gruppi e di singoli consumatori;
hanno una maggiore flessibilita' di accesso;
hanno tariffe modulate in base ai contenuti e alle condizioni di accesso;
si adattano meglio agli stili di vita delle persone.
Dal punto di vista economico questi servizi sono in grado di generare nuove entrate: il
loro valore aggiunto e' tale che i consumatori sono indotti a pagare direttamente per
ottenerli; inoltre essi si prestano a nuove forme di pubblicita' piu' mirata e piu' adatta
a soddisfare le esigenze informative dei telespettatori.
La componente tecnologica che caratterizza questa nuova fase e' rappresentata
dall'introduzione e dallo sviluppo della televisione digitale che, nell'ambito del
processo di "convergenza", intreccia competenze e saperi tipici del mercato
delle telecomunicazioni, del mercato televisivo e del mercato dell'informatica, che prima
avevano conosciuto separati sviluppi. La televisione digitale crea un ponte tra
televisione e telematica e offre la possibilita' di combinare in vari modi le varie
famiglie di servizi: in particolare consente di ricevere servizi di tipo telematico
attraverso il televisore e servizi televisivi attraverso il PC (WEB TV).
Per quanto riguarda l'universo televisivo, la tecnologia digitale apre al relativo
mercato tre nuove prospettive:
la prima prospettiva riguarda il potenziamento del servizio televisivo in termini di
qualita' e quantita'. La televisione digitale, a parita' di frequenze occupate da un
canale televisivo analogico, permette di aumentare sensibilmente il numero dei programmi.
La trasmissione digitale offre anche una migliore qualita' delle immagini e dei suoni e
aumenta la possibilita' di utilizzare schermi televisivi di maggior formato (dagli schermi
16:9 agli schermi piatti a grandi dimensioni). Inoltre l'operatore televisivo gode di una
maggior flessibilita' nell'uso delle risorse di trasmissione: per esempio puo' decidere di
ridurre al numero dei canali trasmessi in cambio di una maggior qualita' delle
trasmissioni sino ad irradiare, eventualmente, immagini televisive ad alta definizione;
la seconda prospettiva riguarda la serie di servizi aggiuntivi di tipo telematico e
interattivo a cui si puo' accedere tramite il televisore. L'adattore digitale, detto in
seguito set-top box, da applicare al televisore e, prossimamente, il televisore digitale
integrato, hanno capacita' di elaborazione e di memoria che permette di trattare e
immagazzinare le informazioni a cui si puo' accedere in forma interattiva, collegando
l'apparecchio alla linea telefonica domestica (e, in futuro alle reti wirelles). Cio'
significa che anche nelle case prive di personal computer si potra' accedere all'insieme
dei servizi associati a Internet, favorendo l'alfabetizzazione multimediale. Attraverso il
televisore i servizi interattivi possono essere utilizzati separatamente o essere
combinati alle trasmissioni televisive, cosi' da arricchire i programmi con informazioni e
approfondimenti a richiesta. Questa opportunita' apre una prospettiva interessante per la
crescita del mercato dei servizi multimediali interattivi, che diventeranno piu'
accessibili attraverso il televisore, terminale gia' presente nel 95% delle famiglie.
Invece, il personal computer ha un tasso di penetrazione nelle famiglie nettamente
inferiore e ha tassi di crescita lenti dal momento che implica costi di acquisto e
competenze d'uso ben maggiori del televisore;
la terza prospettiva riguarda l'avvio di una complessiva e completa sostituzione degli
attuali mezzi analogici di produzione, di trasmissione e di ricezione televisiva, con una
nuova generazione dI mezzi digitali. Sul fronte della produzione dei contenuti televisivi
il processo di sostituzione degli apparati e' gia' in corso da tempo.Sul fronte degli
apparati di trasmissione quelli che si sono adattati alla nuova tecnologia con maggior
facilita' sono stati i mezzi satellitari che oggi sono ovunque la rete piu' sfruttata per
la televisione digitale.
I tempi sono comunque ormai maturati perche' la tecnologia digitale interessi tutte le
reti televisive (cavo, satellite, via etere terrestre) e consenta cosi' il passaggio
definitivo di tutte le trasmissioni televisive alla nuova tecnologia, come sta avvenendo
nella maggior parte dei Paesi europei.
La progressiva transizione e' in grado di avviare un ciclo espansivo anche per
l'industria dei prodotti elettronici di largo consumo. Per accedere alla tv digitale
occorre infatti che l'utente si doti di appositi terminali. Tali terminali, in un primo
momento,potranno essere costituiti da televisori analogici adattati alla ricezione delle
trasmissioni digitali terrestri tramite un set top box di vari livelli a seconda del grado
di interattivita' che l'apparato offre. In un secondo tempo potra' essere commercializzato
il televisore bi-standard, in grado di ricevere sia segnali analogici che digitali in
simul-cast durante la transizione analogico-digitale.Tale televisore e' predisposto anche
a ricevere le trasmissioni in "tutto digitale", dopo la fase di spegnimento
delle trasmissioni analogiche, mediante apposite schede alloggiate sia internamente, sia
esternamente.
Infine, potra' essere commercializzato con successo, in concomitanza all'avvento delle
trasmissioni esclusivamente in digitale il televisore integrato IDT (integrated digital
TV), cioe'il televisore con il set top box incorporato.
3. Condizioni per lo sviluppo della radiotelevisione digitale.
Lo sviluppo della televisione digitale e' condizionato da diversi elementi:
1) Dal lato dell'offerta televisiva occorre che gia' nella fase iniziale siano
disponibili contenuti nuovi, a pagamento e in chiaro, non disponibili in analogico.
Infatti, dato l'elevato numero diprogrammi analogici che oggi l'utente e'in grado di
ricevere, solo in presenza di un'offerta nuova ed attraente i telespettatori saranno
spinti a dotarsi di apparati di ricezione per le trasmissioni digitali terrestri. In un
secondo momento, a transizione gia' avviata, non e' escluso che il simul-cast dei
programmi analogici nazionali possa rilevarsi un elemento di grande importanza per lo
sviluppo della televisione digitale.
2) Sotto l'aspetto tecnologico-strutturale, occorre che le aziende televisive che
intendono ottenere le licenze per le trasmissioni in digitale, effettuino i necessari
investimenti per l'installazione delle nuove infrastrutture di trasmissione, destinate a
sostituire le attuali reti analogiche.
3) Occorre, inoltre, che si crei una capillare rete di promozione, distribuzione e
installazione dei terminali necessari per interconnettersi alle piattaforme disponibili,
in grado di favorire una progressiva penetrazione degli stessi terminali nelle case degli
utenti.
4) E' opportuno che gli operatori adottino politiche di marketing dei programmi e
servizi di assistenza ai clienti adatti a sostenere la crescita del mercato.
5) C'e' poi la necessita' che sussistano le condizioni economiche di una larga parte
delle famiglie necessarie per acquistare i nuovi televisori e l'ampia gamma dei nuovi
servizi televisivi che man mano si rendono disponibili. Essendo stata fissata, in via
legislativa, una data di chiusura delle trasmissioni analogiche, occorrera' un attento
monitoraggio del grado di sostituzione degli apparecchi televisivi da parte delle
famiglie, in modo da poter intervenire, se del caso, con misure finanziarie per
incrementarne la vendita, non essendo ipotizzabile l'interruzione delle trasmissioni
televisive per alcune fasce della popolazione, in ragione della funzione sociale che tale
forma di comunicazione riveste.
4. Gli scenari per l'avvio e lo sviluppo delle nuove tecnologie di trasmissione
radiotelevisiva digitale.
A seguito della normativa introdotta dalla legge n. 249 del 1997,l'Autorita' per le
garanzie nelle comunicazioni, in collaborazione con il Ministero delle comunicazioni, ha
perseguito un'azione di razionalizzazione del sistema radiotelevisivo, ai fini della
corretta distribuzione delle risorse tecnologiche relative a questo settore.
Una prima tappa del percorso di razionalizzazione e'avvenuta con l'approvazione, da un
lato, del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive, e, dall'altro, del
regolamento per il rilascio delle concessioni televisive nazionali e locali su frequenze
terrestri.
In attuazione della citata normativa sono state rilasciate dal Ministero nel 1999 le
concessioni televisive nazionali e nel corrente anno le concessioni e le autorizzazioni
televisive locali. I predetti titoli abilitativi hanno validita' sino al luglio 2005.
Una seconda tappa del percorso di evoluzione tecnologica e' stata prevista dal
decreto-legge n. 5 del 2001, convertito dalla legge n.66/2001, che nel fissare la data del
2006 per lo spegnimento delle trasmissioni analogiche, ha delineato il percorso di
transizione dalla situazione attuale a quella futura.
Tale processo puo' essere suddiviso in quattro fasi temporali:
a) fase di avvio dei mercati di programmi televisivi digitali terrestri;
b) fase della regolamentazione e della pianificazione delle frequenze in tecnica
digitale;
c) fase della trasformazione delle trasmissioni da analogico a digitale;
d) fase di chiusura delle trasmissioni analogiche.
a) La fase di avvio dei mercati prevede la sperimentazione delle trasmissioni
televisive digitali da parte dei soggetti che diffondono trasmissioni analogiche su
frequenze terrestri, dei soggetti che distribuiscono programmi via cavo o via satellite,
degli editori multimediali, i quali possono costituire consorzi per la gestione in comune
degli impianti; questa fase ha un impatto minimo sulle trasmissioni analogiche in quanto
sfrutta le frequenze a macchia di leopardo, ma puo' essere in grado di offrire uno stimolo
iniziale all'acquisto da parte degli utenti dei decodificatori digitali, soprattutto se
verra' accompagnata da un'offerta conveniente e interessante sotto il profilo della
composizione dei bouquet.
b) La fase della regolamentazione coincide con l'emanazione dei provvedimenti che la
legge ha affidato all'Autorita': il regolamento per il rilascio delle licenze e delle
autorizzazioni radiotelevisive digitali (entro il 30 giugno 2001) e il Piano nazionale di
assegnazione delle frequenze televisive in tecnica digitale (entro il 31 dicembre 2002).
c) La fase della trasformazione analogico-digitale si avviera' sulla base alla
regolamentazione dettata dall'Autorita'. Essa sara' profondamente influenzata dalla
maggior o minor diffusione dei set top box, e dal ciclo di ricambio dei ricevitori
domestici. In questa fase, nella quale dovranno essere sviluppate le infrastrutture di
diffusione digitale terrestre, dovranno essere offerti programmi nuovi ed attrattivi per
l'utenza, ma anche assicurato il simul-cast delle trasmissioni analogiche ed, infine,
dovra' essere fortemente incentivato l'acquisto dei nuovi televisori per raggiungere il
livello di diffusione critico, cioe' il livello di diffusione che spinge l'operatore alla
transizione, assume una importanza strategica per il raggiungimento dell'obiettivo
temporale delle trasmissioni "tutte in digitale" fissato al 2006. Tale processo
non dovra' essere traumatico ma, nel rispetto delle esigenze sia degli utenti che dovranno
continuare a fruire della televisione, sia dei broadcaster che dovranno investire notevoli
risorse economiche a fronte di una ontrazione, almeno iniziale, degli introiti
pubblicitari, dovra' trasformare l'attuale assetto dell'emittenza televisiva in un nuovo
assetto basato sulla tecnologia digitale e sulla multimedialita'.
d) La fase di chiusura delle trasmissioni analogiche e' la fase conclusiva del processo
di transizione e comportera' il passaggio ad una situazione in cui lo spettro viene
totalmente utilizzato per le trasmissioni digitali, secondo le previsioni del Piano
nazionale di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale. E' auspicabile che, nel
2006, il numero degli utenti dotati di impianti di ricezione digitale abbia superato la
soglia critica accettabile. Diversamente, l'interruzione per legge delle trasmissioni
analogiche avrebbe un costo troppo alto sia per i telespettatori che per i broadcaster e
non costituirebbe occasione di modernizzazione del Paese, ma aumenterebbe il digital
divide.
La tempistica sopra descritta riguarda l'introduzione e l'avvio delle trasmissioni
radiotelevisive digitali su frequenze terrestri. L'altro mezzo trasmissivo, sul quale sono
distribuiti i programmi radiotelevisivi digitali, e' rappresentato dal satellite, dove
gia' da alcuni anni sono attive diverse piattaforme digitali che si sono sviluppate
soprattutto per la diffusione di programmi codificati a pagamento. Si tratta, pero',
ancora di una televisione di "nicchia",dove i contenuti piu' attrattivi per
l'utenza sono rappresentati dai programmi sportivi e dai films cinematografici. Lo
sviluppo della distribuzione di programmi radiotelevisivi via satellite e' strettamente
legato alla installazione dei relativi impianti di ricezione (parabole). Per favorire
questo sviluppo, la legge n. 66/2001, ha previsto, all'art. 2-bis, comma 13, che le opere
di installazione di nuovi impianti riceventi via satellite sono innovazioni necessarie ai
sensi dell'art. 1120, comma primo, del codice civile e cioe', che per approvare in un
condominio l'installazione di sistemi collettivi di ricezione via satellite basta la
maggioranza dei condomini (e i due terzi del valore dell'edificio).
Occorre poi evidenziare che la legge n. 78 del 1999 ha introdotto il decoder unico per
la televisione digitale, cioe' un decoder in grado di ricevere le offerte dei diversi
operatori sia in chiaro sia codificate. Al momento tale modello di decoder e' applicabile
alle trasmissioni satellitari, in quanto non sono ancora sviluppate quelle terrestri. E'
pero' possibile prevedere che il decoder terrestre, con l'aggiunta di opportuni moduli
sara' compatibile con la ricezione via satellite e/o via cavo. La possibilita' per
l'utente di disporre di un solo apparato decodificatore, per ricevere i programmi delle
varie piattaforme terrestri, satellitari e via cavo, potra' sicuramente contribuire allo
sviluppo delle trasmissioni digitali.
Infine e' prevedibile che un notevole stimolo allo sviluppo delle trasmissioni digitali
derivera' dall'introduzione dei sistemi audiovisivi a larga banda.
A livello internazionale e' diffusa l'opinione che un moderno sistema di infrastrutture
di telecomunicazione a larga banda costituisce una precondizione per lo sviluppo
economico, sociale e culturale di ciascun Paese.I sistemi audiovisivi a larga banda
consentono infatti di sviluppare servizi ad alto grado di interattivita' in quanto dotano
l'utente di un canale "di ritorno" che gli consente di interagire con il
terminale. Le reti a larga banda sono in grado, in prospettiva, di fornire al meglio i
"servizi della societa' dell'informazione" associati alle trasmissioni
radiotelevisive tradizionali, tramite il televisore adattato con il set top box.
Al riguardo la legge n. 66/2001 prevede il rilascio di licenze in ambito locale per
servizi MWS (Multimedia wireless system), sulla base di un apposito regolamento che dovra'
adottare l'Autorita'. Nel campo delle telecomunicazioni e' previsto il rilascio di licenze
WLL (wireless local loop) come alternativa alle tecniche di accesso locale ad alta
velocita'. L'introduzione di sistemi punto-multipunto su frequenze radio presenta notevoli
vantaggi rispetto alle soluzioni di accesso attuale basate su fibra, cavo coassiale e
sistemi XDSL su rame. Infatti i sistemi punto-multipunto via radio offrono:
accesso alternativo a larga banda da implementare in tempi brevi;
costi realizzativi e gestionali ridotti;
ridotto impatto urbanistico.
L'introduzione di sistemi punto-multipunto sia nel campo audiovisivo che nel campo
delle telecomunicazioni contribuira' a favorire lo sviluppo delle trasmissioni digitali
interattive unitamente allo sviluppo della concorrenza sull'accesso locale con prevedibili
benefici sia per gli operatori sia per gli utenti.
5. Gli obiettivi del programma.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, gli obiettivi che il presente programma
propone di conseguire sono i seguenti:
a) incentivare lo sviluppo della domanda di programmi radiotelevisivi digitali in
chiaro e con accesso condizionato su frequenze terrestri e da satellite, mediante la
promozione dell'acquisto di ricevitori digitali da parte degli utenti;
b) favorire lo sviluppo di una capillare rete di promozione, distribuzione e
installazione dei terminali per interconnettersi allepiattaforme disponibili;
c) favorire l'adozione di corrette politiche di marketing dei programmi e servizi di
assistenza al cliente adatti a sostenere lacrescita del mercato;
d) promuovere l'adeguamento e l'ampliamento dei sistemi di ricezione televisiva in
tecnica digitale singola e collettiva;
e) rafforzare il settore degli investimenti in infrastrutture tecnologiche per la
distribuzione di programmi radiotelevisivi digitali, incoraggiando gli operatori ad
investire in tecnologia digitale;
f) incoraggiare la diffusione di nuovi tipi di contenuti audiovisivi prodotti per
essere trasmessi in tecnica digitale;
g) promuovere lo sviluppo di progetti di produzione che ricorrono alle nuove tecnologie
di creazione, produzione e diffusione;
h) favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie trasmissive incoraggiando la formazione
degli operatori del settore audiovisivo,in particolare nei settori dell'impiego delle
nuove tecnologie, per la produzione e la distribuzione di programmi audiovisivi ad alto
valore aggiunto;
i) promuovere l'uso della televisione come strumento di informazione e alfabetizzazione
multimediale;
l) promuovere lo sviluppo delle infrastrutture a larga banda per utilizzare al meglio
le potenzialita' dei servizi multimediali interattivi;
m) estendere al maggior numero di operatori l'utilizzo delle tecnologie di accesso
punto-multipunto, al fine di promuovere in tempi rapidi il massimo grado di concorrenza
nel segmento di accesso e il mercato dei relativi servizi a larga banda.
6. Misure per lo sviluppo della radiotelevisione digitale.
Il raggiungimento degli obiettivi fissati nel paragrafo precedente dipende in larga
misura dalla presenza di incentivi che promuovano sia la domanda sia l'offerta dei servizi
radiotelevisivi digitali.
L'individuazione di adeguati incentivi e' tanto piu' necessaria in quanto la legge ha
fissato una data limite delle trasmissioni analogiche anziche' affidare la transizione
allo spontaneo sviluppo delle trasmissioni digitali.
Al fine di raggiungere gli obiettivi individuati dal programma allo scopo di favorire
l'avvento delle trasmissioni digitali, si ritiene opportuno indicare i principali
incentivi volti a promuovere la domanda degli utenti, a favorire gli investimenti nelle
nuove tecnologie e a incoraggiare un'industria di programmi competitiva. Tali fattori di
incentivazione si prefiggono lo scopo di avviare un rapido sviluppo delle trasmissioni
radiotelevisive digitali, minimizzando i disagi per l'utenza e massimizzando gli
investimenti nelle nuove tecnologie, con evidente vantaggio per tutto l'ammodernamento del
Paese, che puo' cogliere le opportunita' offerte dalle nuove tecnologie.
6.1. Incentivazione della domanda dei consumatori.
Affinche' la domanda di programmi radiotelevisivi digitali si sviluppi sino ad arrivare
alla massa critica che spinge l'operatore alla trasformazione analogico-digitale, occorre
che l'utenza sia stimolata ad acquistare o noleggiare ricevitori digitali terrestri
mediante la diffusione di programmi nuovi ed attrattivi. Occorre, inoltre, l'introduzione
di un regime fiscale favorevole per apparati riceventi e abbonamenti e l'introduzione di
incentivi del tipo "rottamazione", che spingano all'acquisto di televisori e set
top box compatibili. Un primo intervento a favore degli utenti e' stato previsto dalla
legge 5 marzo 2001, n. 57, concernente "Disposizioni in materia di apertura e
regolazione dei mercati". L'art. 22 della citata legge ha introdotto un contributo
per l'acquisto, da parte degli utenti, di apparati ricevitori-decodificatori per la
ricezione e la trasmissione di dati, di programmi digitali con accesso condizionato e di
programmi radiotelevisivi in chiaro, nonche' l'acquisto di apparati di utente per la
trasmissione e la ricezione a larga banda di dati via Internet. La misura prevede il
riconoscimento del contributo, per una volta sola e fino a 150.000, ad ogni utente che
acquisti apparati delle tipologie descritte. Per finanziare il contributo la legge ha
stanziato 36,5 miliardi per l'anno 2000, 31 miliardi per l'anno 2001, 113,1 miliardi per
l'anno 2002 e 25 miliardi per l'anno 2003. Le modalita' di erogazione del contributo sono
definite con decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro
dell'economia e della finanza e con il Ministro delle attivita' produttive, previo parere
delle Commissioni parlamentari.
Questa misura puo' rivelarsi molto utile per implementare l'acquisto dei set top box
compatibili con le trasmissioni digitali sia terrestri sia satellitari e andrebbe
incrementata nel periodo di transizione analogico-digitale (2002-2006) ed estesa anche ai
nuovi televisori predisposti per la ricezione in digitale, per favorire ilciclo di
sostituzione del parco televisori in vista della fase di chiusura delle trasmissioni
analogiche. Sarebbe quindi opportuno che il finanziamento previsto fino al 2003, fosse
esteso fino al 2006,anno previsto per la chiusura delle trasmissioni analogiche.
Un elemento di grande importanza sara' il prezzo del set top box,che rappresenta
l'investimento piu' consistente che l'utente e' tenuto a fare per ricevere le trasmissioni
televisive digitali. In una politica di diffusione della TV digitale terrestre, il prezzo
del set top box e' un fattore determinante, in quanto esso deve essere competitivo con il
set top box della TV satellitare o via cavo (almeno fino a quando non si disporra' di un
unico decoder per tutte le piattaforme trasmissive). Il Consorzio DVB, che ha posto la
basi per l'introduzione della nuova TV digitale in Europa, ha ritenuto, in proposito,
strategico definire i requisiti commerciali dei nuovi servizi, affinche' a ciascuna fascia
di servizi corrisponda un certo grado di funzionalita' dei set top box. Avremo cosi' un
terminale diricezione flessibile in grado di adattarsi alle caratteristiche del servizio
(free o pay), alle richieste degli utenti(acquisto/noleggio), alle capacita' di spesa
delle famiglie, allafamiliarita' con le tecnologie informatiche. Il prezzo di
venditastimato dei vari tipi di set top box va dalle 300/400 mila lire di vendita al
pubblico del set top box di base alle 800/900 mila lire di vendita dei set top box con
funzionalita' piu' estese e prestazioni crescenti (interattivita' locale, commercio
elettronico, home banking, canale di ritorno). Soprattutto i set top box a estese
funzionalita' potranno offrire nel tempo economie di scala che determineranno una
riduzione dei costi di produzione e si tradurranno nello sviluppo di applicazioni
finalizzate all'interattivita' e ai servizi della societa' dell'informazione.
E' importante, comunque, che i set top box abbiano prezzi contenuti, perche' la spesa
che l'utente deve sostenere rappresenta il principale vincolo alla rapida diffusione della
TV digitale, insieme alla limitata offerta da parte degli operatori. Per i costruttori
potra' rappresentare un vantaggio competitivo la diversificazione dei modelli di set top
box in base alle loro prestazioni.
Va poi tenuta presente la necessita' dell'adeguamento dei sistemi di ricezione,
soprattutto nel caso dei sistemi condominiali. Al riguardo l'Autorita' per le garanzie
nelle comunicazioni, nel Libro Bianco sulla televisione digitale terrestre ha
suggerito,quale possibile misura incentivante, un intervento di tipo fiscale volto a
favorire un accantonamento annuo da parte delle amministrazioni condominiali al fine di
adeguare e ampliare i sistemi di ricezione collettiva. Potrebbe essere anche ipotizzato un
contributo "una tantum" per favorire l'adeguamento dei sistemi di ricezione
condominiali.
Quest'ultima misura puo' rivelarsi sostitutiva di quella stabilita dall'art. 3, comma
14, della legge n. 249 del 1997, che aveva previsto la riduzione dell'IVA al 4 per cento
per la realizzazione di nuovi impianti di ricezione domestica (via cavo o via satellite) e
per gli abbonamenti alla diffusione radiotelevisiva con accesso condizionato. Tale norma,
infatti, fu abrogata dal decreto legislativo 29 settembre 1997, n. 328, per
incompatibilita'con la normativa comunitaria in materia fiscale.
6.2. Gli investimenti nelle nuove tecnologie.
Nei provvedimenti che abilitano all'esercizio della radiodiffusione televisiva in
tecnica analogica l'emittente, mediante un unito titolo - la concessione - provvede sia
all'installazione e all'esercizio degli impianti che alla diffusione dei programmi.
Secondo i principi stabiliti dalla legge n. 66 del 2001, i titoli concessori saranno
sostituiti, nelle trasmissioni digitali, dalle autorizzazioni e dalle licenze individuali.
Il regolamento di disciplina delle trasmissioni radiotelevisive digitali dovra' prevedere
una distinzione tra i soggetti che forniscono i contenuti e i soggetti che provvedono alla
diffusione, e il rilascio della licenza individuale per questi ultimi. Cio' in quanto la
tecnologia digitale consente di irradiare sullo stesso canale/frequenza e con il medesimo
impianto di diffusione almeno tre (o pił) programmi e una serie di dati. Pertanto accordi
commerciali tra le parti diventano indispensabili nel nuovo modello trasmissivo. Spettera'
al regolamento dell'Autorita' individuare le responsabilita' che competono ai
fornitori dei contenuti e ai diffusori di contenuti. In ogni caso agli operatori che
dovranno installare le nuove infrastrutture per la trasmissione in digitale, spetteranno
ingenti investimenti in hardware e software. Di contro, e' prevedibile che nella fase
iniziale delle trasmissioni digitali i margini di redditivita' della televisione
commerciale si riducano, a causa dei livelli minimi di "audience" delle nuove
trasmissioni, in attesa di raggiungere la massa critica di ascolto che induce l'operatore
a trasmigrare dal sistema analogico a quello digitale e l'utente ad acquistare il
ricevitore digitale.
La necessita' di investimenti in infrastrutture da parte degli operatori/emittenti in
combinazione con la prevedibile riduzione dei margini di redittivita' della TV commerciale
a causa della poca penetrazione delle trasmissioni digitali nella fase iniziale, potrebbe
indurre una fase di stallo dello sviluppo della radiotelevisione digitale, se non si
interviene con opportuni incentivi di tipo fiscale.
Del resto, un diffuso sviluppo infrastrutturale delle reti di telecomunicazione e di
radiodiffusione, e' un fattore di rilevanza decisiva per ciascuna area geografica e per il
superamento della perifericita' e marginalizzazione dei territori caratterizzati da minor
sviluppo economico, in grado di generare effetti di competitivita' sull'intero sistema.
Una prima efficace misura puo' essere rappresentata dall'estensione della legge 8
agosto 1994, n. 489, di conversione del decreto-legge 10 giugno 1994, n. 357, concernente
disposizioni tributarie urgenti per accelerare la ripresa dell'economia e
dell'occupazione, al settore degli investimenti realizzati per l'installazione di impianti
per la diffusione di programmi televisivi e radiofonici in tecnica digitale e per
l'installazione di reti a larga banda, che consenta la deducibilita' fiscale di detti
investimenti.
Una seconda misura puo' essere individuata nell'esonero (totale o parziale a seconda
del territorio che si intende servire) dal pagamento del canone di concessione per i
soggetti che si impegnano ad installare ed esercire le reti di diffusione in tecnica
digitale, mediante presentazione di idonea garanzia di investimento. Questa misura fu
prevista dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni nel regolamento per il
rilascio delle concessioni televisive (delibera n. 78/98 del 10 ottobre 1998), anche se
all'epoca dell'inoltro delle domande di concessione su frequenze terrestri in tecnica
analogica nessuna emittente vi fece ricorso, essendo prematuri i tempi di introduzione
della tecnologia digitale.
Una terza misura e' rappresentata dal ricorso ai fondi strutturali europei.
Fin dall'inizio degli anni 90, caratterizzati dalle politiche della liberalizzazione
nel campo delle telecomunicazioni, l'Unione europea ha riconosciuto alla Societa'
dell'informazione un ruolo decisivo nella relativa strategia di sviluppo. La conferma
dell'importanza di tale ruolo e' venuta dall'iniziativa della Commissione europea
"eEurope - Una societa' dell'informazione per tutti" e dal nuovo quadro
normativo sui fondi strutturali. L'Italia ha chiesto con convinzione, nel corso del
dibattito europeo, di utilizzare i fondi strutturali per favorire investimenti in aree
disagiate. Il documento elaborato dal Ministero del tesoro relativo al quadro comunitario
di sostegno delle regioni italiane dell'obiettivo 1 per il periodo 2000-2006 riconosce,
infatti, la possibilita' di utilizzare i fondi strutturali per favorire lo sviluppo delle
reti dedicate alle nuove tecnologie nelle aree disagiate.
6.3. L'industria dei programmi.
Oltre allo sviluppo delle infrastrutture necessarie per la distribuzione dei programmi
digitali, e' necessario produrre od acquistare programmi nuovi ed attrattivi in grado di
stimolare l'utente ad acquistare il ricevitore digitale. Lo sviluppo delle piattaforme
televisive digitali comporta la necessita' di concepire una nuova generazione di
produzioni televisive, stante la segmentazione dei programmi (al posto di un solo
programma analogico potranno essere trasmessi quattro o cinque programmi) e la debole
redditivita' iniziale. E' evidente che non si potranno trasmettere in continuazione gli
stessi programmi, perche' gli utenti non sarebbero spinti ad acquistare i nuovi ricevitori
digitali. Di qui la necessita' di incrementare prodotti molto mirati, di piccole
dimensioni e di costo ridotto. Peraltro, la frammentazione dell'offerta non deve
necessariamente comportare una totale frammentazione della domanda. Certamente la
segmentazione della domanda sara' un processo ineluttabile con lo sviluppo dei nuovi
strumenti di comunicazione interattiva, per loro natura individuali.
Tuttavia uno strumento di comunicazione di massa come la televisione deve poter
continuare ad assolvere quel ruolo di coesione e crescita sociale che lo ha sinora
caratterizzato. E' prevedibile, dunque, che la televisione digitale terrestre in chiaro
rimarra' la principale fonte di informazione per la societa', anche se prodotti mirati
come gli eventi sportivi e i prodotti cinematografici saranno probabilmente sempre piu'
soggetti ad una migrazione su televisioni a pagamento, stante la rilevante crescita del
costo dei diritti sportivi e cinematografici. Bisogna anche rilevare che i films
cinematografici e gli eventi sportivi, soprattutto il calcio, sono stati utilizzati come
strumenti strategici dai nuovi entranti delle piattaforme digitali satellitari e via cavo
per conquistare spazi nei propri mercati di riferimento. Per contribuire ad uno sviluppo
equilibrato dell'offerta di programmi destinati alla TV digitale terrestre possono essere
previsti appositi finanziamenti per la produzione di opere audiovisive prodotte per essere
trasmesse in tecnica digitale, in analogia al contributo previsto dalla legge n.388/2000
(legge finanziaria 2001) per le opere audiovisive autoprodotte da parte delle emittenti
televisive locali.
Tale azione e' coerente con l'approccio adottato dall'Unione europea nella decisione
relativa al progetto "Media Plus" che ha istituito, per il periodo 2000-2005 un
programma di incentivazione dello sviluppo, della distribuzione e della promozione di
opere audiovisive europee, all'interno e all'esterno della Comunita' europea.
Con tale programma l'Unione europea intende rafforzare l'industria audiovisiva europea
tenendo conto dello sviluppo delle nuove tecnologie che possano valorizzare la sua
digitalizzazione e messa in rete. Un obiettivo specifico del programma e' costituito dalla
diffusione di nuovi tipi di contenuti che utilizzino le nuove tecnologie. Il programma ha
un costo complessivo di 350 milioni di ECU e ad esso e' complementare un secondo programma
denominato "Media- Formazione", che intende fornire agli operatori
dell'industria audiovisiva europea una formazione professionale permanente per avvalersi
pienamente dell'uso delle nuove tecnologie digitali.
Dovrebbe essere data la massima pubblicita' alle modalita' di accesso ai fondi previsti
dall'Unione europea, in relazione ai programmi "Media Plus" e "Media -
Formazione" nel campo audiovisivo e GoDigital nel campo delle telecomunicazioni, per
stimolare l'uso delle nuove tecnologie digitali da parte delle PMI e migliorare la
competitivita' dell'industria audiovisiva italiana.
7. Conclusioni.
Nel programma e' stato evidenziato come un'ampia offerta di set top box costituisce una
delle principali condizioni dello sviluppo della televisione digitale terrestre. Sotto
tale profilo saranno fattori determinanti per l'utente il prezzo del set top box, la sua
semplicita' d'uso e la possibilita' di ricevere piu' piattaforme digitali terrestri e
satellitari. La domanda di tali apparati sara' tanto piu' estesa, considerata la
propensione dimostrata dalle famiglie italiane per le nuove tecnologie di comunicazione
come nel caso del telefono cellulare, quanto piu' saranno offerti programmi nuovi ed
attrattivi. Nello stesso tempo, le prestazioni crescenti legate alla tecnologia digitale e
la possibilita' di usufruire mediante il televisore anche dei servizi della "societa'
dell'informazione" si tradurranno nello sviluppo di applicazioni di tipo internet e
nel potenziamento dell'interattivita' locale, con conseguenti economie di scala che
porteranno ben presto alla vendita di apparati riceventi a prezzi contenuti. Il rapido
avvio della televisione digitale dipendera', in larga parte, dalla presenza di incentivi
che promuovano sia la domanda sia l'offerta dei servizi digitali e da politiche di sgravi
fiscali in grado di invogliare gli investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture
terrestri e a larga banda. Soprattutto le reti terrestri dovranno essere adeguatamente
ristrutturate, dato lo scarso sviluppo delle altre piattaforme satellite e cavo per la
distribuzione e la diffusione di programmi radiotelevisivi in tecnica digitale, fortemente
caratterizzate dalle offerte ad accesso condizionato. La televisione digitale terrestre in
chiaro rimarra' probabilmente la principale fonte di informazione per la societa'
italiana, anche se essa si adeguera' al nuovo formato digitale. Molto dipendera' dalla
gestione della fase di transizione dalla tecnologia analogica a quella digitale che, se
risultera' non traumatica per gli utenti e per gli operatori, rappresentera' un fattore
critico di successo per il sistema radiotelevisivo all'appuntamento con il digitale e,
piu' in generale, con la convergenza multimediale con altri servizi, ai fini dello
sviluppo di un'offerta sempre piu' vasta ad accesso universale.
Il Ministero delle comunicazioni, in funzione delle competenze rivestite in materia di
comunicazioni e tecnologie dell'informazione,di politiche nel settore delle comunicazioni
e di tecnologie innovative applicate al settore delle comunicazioni, si fara' carico di
promuovere nelle sedi istituzionali gli obiettivi individuati nel presente programma, ai
fini dello sviluppo e della diffusione in Italia delle nuove tecnologie di trasmissione
radiotelevisiva digitale, con un'attenta azione di monitoraggio dello stato di avanzamento
di tale sviluppo.
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