Se la questione non fosse così seria, sarebbe divertente questa polemica tra
il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia e il presidente del
Senato.
Sembra infatti che il presidente Pera non sia al corrente del fatto che la legge
7 marzo 2001, n 62 ha limitato non poco la libertà di pubblicare "per
diletto". Infatti chi non è iscritto all'Albo non può fare un periodico
telematico e, se non "prevede ricavi" non può neanche iscriversi nel
Registro degli operatori di comunicazione. Ma, come recita l'articolo
16 della legge, "l'iscrizione è condizione per l'inizio delle
pubblicazioni".
D'altra parte Abruzzo sembra ignorare che in tutti i paesi democratici la stampa
è libera e la deontologia professionale è rispettata, anche senza un Ordine
dei giornalisti, che è un'anomalia tutta italiana. (M. C.)
COMUNICATO STAMPA
Dibattito epistolare Abruzzo al presidente del
Senato Pera: "L’Ordine e l’Albo assicurano la libertà dei
giornalisti" Replica di Pera: "Studierò il problema e se troverò i
suoi argomenti convincenti cambierò opinione. Cerco di non avere dogmi"
Milano, 5 dicembre 2001. In data 26 novembre Franco
Abruzzo (presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia) ha
indirizzato una lettera al presidente del Senato, Marcello Pera; lettera, di cui
viene riportato qui di seguito l’incipit:
"Signor Presidente, i quotidiani, che recentemente hanno raccontato il Suo
intervento al Congresso della Fnsi di Pescara, Le hanno attribuito queste
dichiarazione "..Sono due le funzioni della stampa, che dobbiamo
distinguere.....La prima è quella del descrivere...La seconda è quella dell’interpretare...
..Si tratta di due funzioni che ognuno di noi esercita agevolmente ogni giorno,
anche quando parla di sport al bar. Mi meraviglia perciò che chi lo fa per
diletto sia libero e chi lo fa invece per campare debba essere iscritto a un
Albo...".
Signor Presidente, mi consenta di dissentire dal Suo
giudizio, perché chi "campa" con la professione giornalistica ha un
ruolo molto diverso da chi esprime "per diletto" una libera opinione.
Anche i livelli di responsabilità sono distinti: il lavoro dei giornalisti
professionisti ha una rilevanza sociale enorme in quanto "quel" lavoro
garantisce un bene prezioso per una democrazia: il diritto dei cittadini all’informazione.
I giornalisti professionisti sono tenuti ad informare secondo le regole
deontologiche fissate nella legge professionale (n. 69/1963) e nel Codice di
deontologia sulla privacy (articolo 25 della legge n. 675/1996). Senza l’Ordine
e senza l’Albo i giornalisti sarebbero soltanto degli impiegati tenuti ad
ubbidire agli editori. E’ proprio l’esistenza dell’Ordine, come ha scritto
la Corte costituzionale, che garantisce l’indipendenza e l’autonomia dei
giornalisti professionisti. L’esistenza dell’Ordine e dell’Albo non lede
in nessun modo il diritto dei cittadini non giornalisti a scrivere sui
quotidiani e sui periodici anche radiotelevisivi e telematici".
Questa la risposta del prof. Marcello Pera
recapitata oggi: "Caro dottor Abruzzo, La ringrazio della Sua gentile
lettera del 26 novembre e dei documenti allegati, con la quale espone le Sue
obiezioni a un mio parentetico dubbio sull’opportunità dell’Albo dei
Giornalisti, espresso nel mio intervento al recente Congresso della Fnsi di
Pescara.
"Ho letto con attenzione la lettera ed esaminerò con cura i documenti. Se
troverò i suoi argomenti convincenti, cambierò opinione e lo dirò con
franchezza. Se no, resterò con un vecchio convincimento. La partita è aperta,
perché cerco di non avere dogmi.
"Ciò su cui mi sembra impossibile che io cambi idea è il ruolo - che ho
richiamato a Pescara - della stampa, quel suo essere, o essere parte della,
democrazia. Da ciò la mia difesa della libera stampa da ogni forma di
interferenza esterna. Ma su questo siamo in perfetta sintonia. Grazie ancora e
auguri di buon lavoro.
Cordialmente, Marcello Pera".
MCr
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