Vedi anche L'ultimo capolavoro mediatico di Steve
Jobs
Anche se fortemente identificata con la
figura del suo fondatore, la Apple - come tutte le aziende
di successo - è una macchina da guerra gestita nei punti
chiave da persone dotate di grande competenza. E d’altra
parte nessuno può realisticamente pensare che il futuro
di un’impresa dipenda dalla vita di una sola persona.
Infatti da tempo, come si legge fra le righe dei vari
comunicati stampa, il responsabile delle operazioni
quotidiane dell’azienda era proprio quel Tim Cook che
ora siede al posto di comando.
Dunque, a prescindere dagli indubbi meriti di Jobs,
vale la pena capire più in generale quale sia stato il
contributo della cultura Apple allo sviluppo dell’informatica.
Partiamo da alcuni dati di fatto.
Benché grandemente capitalizzata la Apple è tuttora
non comparabile ai giganti dell’informatica, come IBM, e
la penetrazione dei suoi desktop e portatili, specie in
ambito professionale, non è preponderante. Come diceva
Henry Ford, si ha innovazione quando qualcosa rimane a
lungo nel tempo. Quindi, in questi termini, la vera
innovazione dell’informatica è stata Unix e tutti i
suoi eredi da BSD a Linux, che ora fanno funzionare non
solo server e desktop, ma anche i dispositivi portatili e
non più disparati: firewall tablet, telefoni e via
discorrendo. Nonché lo stesso Mac OSX.
Volendo semplificare, le capacità tecnologiche di
Apple si sono espresse nella ottimizzazione di
applicazioni per un hardware rigorosamente predefinito e
certamente ben ingegnerizzato. Ma Apple non ha creato il
kernel di OSX (che è Unix-BSD), non ha inventato mouse e
icone (frutto delle ricerche della Xerox) e nemmeno i
touch screen, che erano sul mercato da molto tempo.
Quello, invece, di cui Apple è certamente responsabile
è la “destandardizzazione” del funzionamento di reti
e computer. Basta pensare da ultimo al sistema airplayer,
che costringe l’utente a comperare periferiche dotate di
questo protocollo non standard per ascoltare musica,
quando il DLNA funziona benissimo su qualsiasi
piattaforma. Prima ancora, se non ci fosse stato XBMC, gli
utenti Apple sarebbero stati costretti a usare iTunes e la
AppleTV per inviare i loro video sul televisore.
E facendo ancora un passo indietro nella storia
recente, la scelta di tagliare fuori flash da
tablet e smartphone è chiaramente una mossa commerciale e
non tecnica. Breve: la storia tecnologica della Apple è
fatta di espansione dell’incompatibilità confezionata
in oggetti di design e abilmente commercializzati come
oggetti di culto. Se, dunque, la Apple ha avuto un ruolo
nello sviluppo delle tecnologie dell’informazione, non
è stato certo quello creare innovazione e originalità
rivoluzionarie.
Quello che ha veramente rivoluzionato l’informatica,
al contrario, è stata la scelta compiuta quarant’anni
fa di rendere aperti il protocollo IP e quello http,
oppure quella di regalare al mondo vari tipi di UNIX “liberi”
(la famiglia BSD, ma anche Linux) con le conseguenze che
tutti adesso stiamo toccando con mano. Dunque chi ha
veramente innovato sono stati gli hacker del MIT e i loro
successori, fino a quelli che non troppo tempo fa hanno
reso possibile l’internet italiana (vedi Spaghetti
Hacker).
In questo senso anche la Apple è certamente frutto,
almeno in parte, della anarchia spinta fino alla
violazione della legge, che caratterizza certi aspetti
dell’antropologia hacker. Infatti non va dimenticato che
agli inizi della storia i due cofondatori della Apple,
Jobs e Wotzniack, costruivano e vendevano blue box
(uno strumento usato per frodare le compagnie
telefoniche). Si legge su Wikipedia:
Some of the more famous pranksters were Steve
Wozniak and Steve Jobs, founders of Apple Computer. On one
occasion Wozniak dialed Vatican City and identified
himself as Henry Kissinger (imitating Kissinger's German
accent) and asked to speak to the Pope (who was sleeping
at the time).
Se merito c’è stato, è stato quello di aver creato
un recinto all’interno del quale utenti si sono
volontariamente chiusi, pensando di essere migliori degli
altri, ma in realtà isolandosi da resto del mondo. Ma
anche in questo, difficilmente si può riconoscere un
primato a Steve Jobs. L’America, prima di lui, ha
prodotto grandissimi venditori come Barnum, e dopo di lui,
molti altri ne seguiranno.
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