Mai slogan pubblicitario fu più azzeccato. La “sorpresa” di Sky ai suoi
abbonati non è tanto il noto ed annunciato passaggio al sistema NDS per la
protezione dei contenuti, quanto i corollari del medesimo, vale a dire l’impossibilità
tecnica di utilizzare un decoder diverso da quello octroyé dall’emittente. Chi, come il sottoscritto, si era dotato di un impianto ricevente con un
decoder avanzato, ha dovuto dismettere l’apparecchio per installare la
scatolina (a Bologna diremmo bussolotto, tanto suona vuoto) fornita - bontà
loro - in comodato. Così addio al segnale del secondo satellite, addio alla
possibilità di registrare un programma mentre ne se ne guarda un altro (a meno
di non usare un VCR, ma la comodità di avere tutto su un disco rigido senza
cercare spasmodicamente la cassetta vuota o dal contenuto sacrificabile che mi
dava il “vecchio” decoder? Addio time shifting), addio alla
configurazione dei canali secondo i miei interessi.
Già, perché il nuovo decoder obbedisce agli ordini di matrigna Sky, e
ordina i canali secondo scelte remote dell’emittente. Non solo, ma la relativa
opzione del menu suona beffarda: “canali preferiti”. Non certo preferiti da
me, ma da Sky stessa. E’ vero che posso cambiarne la disposizione, ma è tempo
perso, perché alla prima riprogrammazione tornerà tutto come ha deciso la
matrigna.
Potrei rifugiarmi negli “altri” canali, vale a dire quelli scelti da me e
rinvenuti dal solerte sintonizzatore, i soli che potrei chiamare veramente i
miei preferiti; tuttavia: a) la loro programmazione è inutilmente complicata;
b) è esclusa qualsiasi possibilità di navigazione all’interno dell’elenco,
in quanto per cambiare canale occorre ripetere la trafila di accesso al
sottomenu degli altri canali (tasti sul telecomando: menu - 7 - 1 e poi
posizionarsi con il cursore sul canale scelto, niente accesso diretto); c) posso
memorizzarne solo 20.
Sky afferma che il passaggio a NDS è
funzionale a due esigenze: la protezione dei contenuti premium; la
promessa di maggiori servizi e di maggiore interattività. Nessuna obiezione,
anzi nulla quaestio sulla prima, sarei tentato di scrivere. E’ un loro
diritto; tuttavia esiste un altro diritto (la legge sul decoder unico)
intersecati dalla protezione: quale deve fare un passo indietro? E i tecnici
dicono che non c'è un nesso tra l'obbligo di usare un certo decoder e il DRM,
perché la difesa è nella sistema di codifica: su qualsiasi apparecchio il
sistema NDS è ugualmente sicuro.
Al momento lo squilibrio dei rapporti di forza comporta necessariamente che
sia l’abbonato a dover cedere e non vi sarebbe nulla di diverso rispetto a
quanto accade in altre situazioni di implementazione di DRM (anche se è forte il sospetto che in questo
caso non si tratti di "gestione dei diritti", ma di protezione di non
dichiarati interessi). Ciò che tuttavia differenzia il “caso Sky” è
proprio la presenza di una disciplina normativa chiaramente contraria al
comportamento di Sky. La legge però è qualificata come obsoleta e pertanto
disattesa dal controllato e dal controllore, dando luogo ad un nuovo genere di
abrogazione, quello per obsolescenza, con l’aggravante che l’autore di tale
valutazione è addirittura il destinatario degli obblighi imposti dalla legge
stessa.
La situazione è paradossale e sembra che non vi sia intenzione di porvi
rimedio. Sarebbe interessante conoscere le ragioni di questa inerzia, ma temo
che sia un mistero destinato a rimanere tale, come l’assassinio di Kennedy. Chi potrebbe forse spiegarlo è un'autorità
chiamata appunto "per le garanzie nelle comunicazioni". Garanzie per
chi?
Nel frattempo, continuo ad usare il “nuovo” decoder, perché per i figli
i cartoni animati sono ormai un dato acquisito e, si sa, i figli sono “piezzi
‘e core”, in attesa che crescano e qualcuno si ricordi di leggi mai
abrogate.
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