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Sistema informazione

Una direttiva del Consiglio d’Europa mette in pericolo la libertà di espressione

23.10.07
EDRI (Digital Civil Rights Europe), la federazione europea di associazioni per i diritti civili e la libertà di opinione e comunicazione, il 10 ottobre 2007 ha diffuso un comunicato in cui esprime la sua preoccupazione per una dichiarazione del Consiglio d’Europa sul tema “promoting freedom of expression and information in the new information and communications environment”, che rischia di avere un effetto opposto a quello dichiarato. Questa preoccupazione è condivisa da numerose associazioni, in Europa e altrove.
Il testo è disponibile, oltre a questa versione italiana, in ceco, francese, inglese, macedone, spagnolo e tedesco – e probabilmente sarà pubblicato anche in altre lingue.

Comunicato EDRI del 10 ottobre 2007

European Digital Rights (EDRI) vuole esprimere le sue serie preoccupazioni per l’adozione da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (CoE), il 26 settembre 2007, di una recommendation sul tema “promuovere la libertà di espressione e informazione nel nuovo ambiente di informazione e comunicazione” (Rec(2007)11).
Quel testo è stato preparato dal Council of Europe Group of Specialists on Human Rights in the Information Society (MC-S-IS) e discusso fra i membri del “gruppo di specialisti” dal dicembre 2005. Era originariamente inteso come strumento per una “ulteriore elaborazione dei princìpi e criteri per assicurare rispetto dei diritti umani e disciplina di legge nella società dell’informazione”. Il testo si è poi trasformato in una serie di “direttive sui ruoli etici e le responsabilità per i principali attori statali e non statali” da sviluppare per mezzo di questa recommendation del Consiglio d’Europa. La sua bozza finale è stata ulteriormente modificata dallo Steering Committee on the Media and New Communication Services (CDMC), sotto la cui autorità opera il MC-S-IS, e poi sottoposta al Comitato dei Ministri.
EDRI ha partecipato al dibattito nel suo ruolo di osservatore indipendente non governativo, senza diritto di voto. Tuttavia sono pochi i contributi di EDRI, durante le riunioni o in commenti scritti e proposte di modifica, che sono stati presi in considerazione nel documenti finale.
Riteniamo che il risultato promuova opache “auto-regolamentazioni” e altre forme “morbide” di normativa pilotate da interessi privati e attuate attraverso meccanismi tecnici. Ne deriva una forte preoccupazione che la recommendation non sosterrà il rispetto per la libertà di espressione e informazione nel mondo online.
La recommendation suscita anche specifiche preoccupazioni, in particolare nella sua parte II (“Standard comuni e strategie per l’informazione affidabile, la creazione di contenuti flessibili e la trasparenza nel processing dell’informazione”).
Si riferisce a “informazione affidabile” e questo è poco diverso dalla “informazione ufficiale” di un deplorevole passato. Non è compatibile con il sostegno della libertà di espressione e informazione, che è lo scopo dichiarato di questo documento.
Inoltre, questa sezione invoca l’intenzione di equilibrare la libertà di espressione con il diritto di altri di avere rispettati i loro “valori e sensibilità”. Poiché “valori e sensibilità” variano non solo da momento a momento e da luogo a luogo, ma anche fra diverse parti della popolazione, questo è certamente contrario ai fondamenti generali del CoE – e comunque va molto oltre le restrizioni definite nell’Articolo 10 paragrafo 2 della Convenzione Europea sui Diritti Umani, come ha messo in evidenza numerose volte la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani.
Va rilevato ulteriormente che, per ottenere un tale “equilibrio”, la sezione II della recommendation propone lo sviluppo, da parte del settore privato e degli Stati membri, di strumenti e standard per il rating e la “etichettatura” di contenuti e servizi.
EDRI si dispiace del fatto che il CoE incoraggi tali tendenze a scapito di pubblici orientamenti trasparenti ed affidabili e di una legislazione rispettosa dei diritti fondamentali, della democrazia e dello stato di diritto.
EDRI ritiene che questa recommendation sia dannosa e che sia un passo retrogrado per la libertà di espressione e la libertà di stampa. EDRI è profondamente preoccupata che tali strumenti saranno usati per legittimare forme insidiose di censura, attraverso censure privatizzate e misure per “proteggere” contro contenuti cosiddetti “dannosi”.
EDRI continuerà a partecipare al gruppo MC-S-I-S come osservatore attivo e indipendente, e continuerà a sollecitare l’interesse dell’opinione pubblica sui problemi inerenti al mandato di quel gruppo. Con altri strumenti che lo stesso gruppo MC-S-I-S sta preparando, c’è il rischio che si confermi la tendenza indicata in questa recommendation. Per evitare un tale pericolo, EDRI chiede appoggio e sostegno.

Queste sono le associazioni che, finora,
hanno sottoscritto la dichiarazione di EDRI.

ADES – Association Démocratie Ecologie Solidarité – Francia
AEDH – Association Européenne pour la défense des Droits de l’Homme – Europa
ALCEI – Associazione per la Libertà nella Comunicazione Elettronica Interattiva – Italia
A n y m a – Svizzera
APTI – Asociatia pentru Tehnologie si Internet – Romania
BoF – Bits of Freedom – Olanda
Coopérative Ouvaton – Francia
CPSR – Computer Professionals for Social Responsibiliy – internazionale
Digital Rights (DK) – Danimarca
Digital Rights Ireland – Irlanda
EFF – Electronic Frontier Foundation – Stati Uniti ed Europa
EFN – Electronic Frontier Norway – Norvegia
FIfF – Forum InformatikenInnen für Frieden und Gesellschaftiche Verantwortung – Germania
GreenNet – Gran Bretagna
IP Justice – Stati Uniti
IRIS – Imaginons un réseau internet solidaire – Francia
ISOC – Internet Society Bulgaria – Bulgaria
IuRe – Iuridicum Remedium – Repubblica Ceca
La ligne d’horizon – Francia
LDH – Ligue des droits de l’homme – Francia
Metamorphosis – Macedonia
Pangea – Spagna
PI – Privacy International – Gran Bretagna
Public Library Krusevac – Serbia
Quintessenz – Austria
Servaux – Francia
SIUG – Swiss Internet User Group – Svizzera
SVEV – Souriez-Vous-êtes-Filmé-es! – Francia
VIBE!AT – Verein für Internet-Benutzer Österreichs – Austria
WPFC – World Press Freedom Committee – internazionale

La lista è aggiornata in
www.edri.org/coerec200711-signatories

 

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