EDRI (Digital Civil Rights Europe), la federazione
europea di associazioni per i diritti civili e la
libertà di opinione e comunicazione, il 10 ottobre
2007 ha diffuso un comunicato in cui esprime la sua
preoccupazione per una dichiarazione del Consiglio
d’Europa sul tema “promoting freedom of expression
and information in the new information and
communications environment”, che rischia di avere un
effetto opposto a quello dichiarato. Questa
preoccupazione è condivisa da numerose associazioni,
in Europa e altrove.
Il testo è disponibile, oltre a questa versione
italiana, in ceco,
francese,
inglese,
macedone,
spagnolo
e tedesco
– e probabilmente sarà pubblicato anche in altre
lingue.
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Comunicato EDRI
del 10 ottobre 2007
European Digital Rights (EDRI) vuole esprimere
le sue serie preoccupazioni per l’adozione da parte
del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (CoE),
il 26 settembre 2007, di una recommendation sul
tema “promuovere la libertà di espressione e
informazione nel nuovo ambiente di informazione e
comunicazione” (Rec(2007)11).
Quel testo è stato preparato dal Council of Europe
Group of Specialists on Human Rights in the
Information Society (MC-S-IS) e discusso fra i
membri del “gruppo di specialisti” dal dicembre
2005. Era originariamente inteso come strumento per
una “ulteriore elaborazione dei princìpi e criteri
per assicurare rispetto dei diritti umani e disciplina
di legge nella società dell’informazione”. Il
testo si è poi trasformato in una serie di “direttive
sui ruoli etici e le responsabilità per i principali
attori statali e non statali” da sviluppare per
mezzo di questa recommendation del Consiglio d’Europa.
La sua bozza finale è stata ulteriormente modificata
dallo Steering Committee on the Media and New
Communication Services (CDMC), sotto la cui
autorità opera il MC-S-IS, e poi sottoposta al
Comitato dei Ministri.
EDRI ha partecipato al dibattito nel suo ruolo di
osservatore indipendente non governativo, senza
diritto di voto. Tuttavia sono pochi i contributi di
EDRI, durante le riunioni o in commenti scritti e
proposte di modifica, che sono stati presi in
considerazione nel documenti finale.
Riteniamo che il risultato promuova opache “auto-regolamentazioni”
e altre forme “morbide” di normativa pilotate da
interessi privati e attuate attraverso meccanismi
tecnici. Ne deriva una forte preoccupazione che la recommendation
non sosterrà il rispetto per la libertà di
espressione e informazione nel mondo online.
La recommendation suscita anche specifiche
preoccupazioni, in particolare nella sua parte II (“Standard
comuni e strategie per l’informazione affidabile, la
creazione di contenuti flessibili e la trasparenza nel
processing dell’informazione”).
Si riferisce a “informazione affidabile” e questo
è poco diverso dalla “informazione ufficiale” di
un deplorevole passato. Non è compatibile con il
sostegno della libertà di espressione e informazione,
che è lo scopo dichiarato di questo documento.
Inoltre, questa sezione invoca l’intenzione di
equilibrare la libertà di espressione con il diritto
di altri di avere rispettati i loro “valori e
sensibilità”. Poiché “valori e sensibilità”
variano non solo da momento a momento e da luogo a
luogo, ma anche fra diverse parti della popolazione,
questo è certamente contrario ai fondamenti generali
del CoE – e comunque va molto oltre le restrizioni
definite nell’Articolo 10 paragrafo 2 della
Convenzione Europea sui Diritti Umani, come ha messo
in evidenza numerose volte la giurisprudenza della
Corte Europea dei Diritti Umani.
Va rilevato ulteriormente che, per ottenere un tale
“equilibrio”, la sezione II della recommendation
propone lo sviluppo, da parte del settore privato
e degli Stati membri, di strumenti e standard per il rating
e la “etichettatura” di contenuti e servizi.
EDRI si dispiace del fatto che il CoE incoraggi tali
tendenze a scapito di pubblici orientamenti
trasparenti ed affidabili e di una legislazione
rispettosa dei diritti fondamentali, della democrazia
e dello stato di diritto.
EDRI ritiene che questa recommendation sia
dannosa e che sia un passo retrogrado per la libertà
di espressione e la libertà di stampa. EDRI è
profondamente preoccupata che tali strumenti saranno
usati per legittimare forme insidiose di censura,
attraverso censure privatizzate e misure per “proteggere”
contro contenuti cosiddetti “dannosi”.
EDRI continuerà a partecipare al gruppo MC-S-I-S come
osservatore attivo e indipendente, e continuerà a
sollecitare l’interesse dell’opinione pubblica sui
problemi inerenti al mandato di quel gruppo. Con altri
strumenti che lo stesso gruppo MC-S-I-S sta
preparando, c’è il rischio che si confermi la
tendenza indicata in questa recommendation. Per
evitare un tale pericolo, EDRI chiede appoggio e
sostegno.
Queste sono le associazioni che,
finora,
hanno sottoscritto la dichiarazione di EDRI.
ADES – Association Démocratie Ecologie
Solidarité – Francia
AEDH – Association Européenne pour la défense des
Droits de l’Homme – Europa
ALCEI – Associazione per la Libertà nella
Comunicazione Elettronica Interattiva – Italia
A n y m a – Svizzera
APTI – Asociatia pentru Tehnologie si Internet –
Romania
BoF – Bits of Freedom – Olanda
Coopérative Ouvaton – Francia
CPSR – Computer Professionals for Social
Responsibiliy – internazionale
Digital Rights (DK) – Danimarca
Digital Rights Ireland – Irlanda
EFF – Electronic Frontier Foundation – Stati Uniti
ed Europa
EFN – Electronic Frontier Norway – Norvegia
FIfF – Forum InformatikenInnen für Frieden und
Gesellschaftiche Verantwortung – Germania
GreenNet – Gran Bretagna
IP Justice – Stati Uniti
IRIS – Imaginons un réseau internet solidaire –
Francia
ISOC – Internet Society Bulgaria – Bulgaria
IuRe – Iuridicum Remedium – Repubblica Ceca
La ligne d’horizon – Francia
LDH – Ligue des droits de l’homme – Francia
Metamorphosis – Macedonia
Pangea – Spagna
PI – Privacy International – Gran Bretagna
Public Library Krusevac – Serbia
Quintessenz – Austria
Servaux – Francia
SIUG – Swiss Internet User Group – Svizzera
SVEV – Souriez-Vous-êtes-Filmé-es! – Francia
VIBE!AT – Verein für Internet-Benutzer Österreichs
– Austria
WPFC – World Press Freedom Committee –
internazionale
La lista è aggiornata in
www.edri.org/coerec200711-signatories
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