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Televisione |
20 gennaio: il caso Sky al Senato |
31.01.05
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Legislatura 14º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 724 del 20/01/2005
Presidenza del vice presidente FISICHELLA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,31).
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PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
Saranno svolte per prime l’interpellanza 2-00651, con procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 156-bis del Regolamento, e l’interrogazione 3-01764 sulla televisione satellitare
Sky.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 156-bis del Regolamento, la predetta interpellanza potrà essere svolta per non più di dieci minuti e che dopo le dichiarazioni del Governo è consentita una replica per non più di cinque minuti.
Ha facoltà di parlare il senatore Fabris per illustrare l’interpellanza 2-00651.
FABRIS (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, mi rivolgo a lei e in modo particolare al rappresentante del Governo, sottosegretario
Baldini, per riproporre una questione già affrontata in quest'Aula nella seduta del 4 novembre 2004.
Mi riferisco alla decisione di Sky di cessare l'utilizzazione del sistema di codifica dei segnali televisivi SECA entro la fine del 2004. Con la mia precedente interpellanza, come il Sottosegretario ricorderà, avevo segnalato al Governo che
Sky, imponendo una massiccia operazione di migrazione del proprio parco abbonati SECA al nuovo sistema di trasmissione
NDS, oltre a violare la normativa dettata in materia di decoder unico, stava pregiudicando in modo grave e ingiustificabile sia gli interessi degli utenti sia quelli di tutte le imprese che fino ad oggi hanno investito sulla produzione di ricevitori satellitari tecnologicamente diversi e persino più evoluti di quelli imposti da Sky Italia.
In quella occasione, come lei ricorderà bene, signor Sottosegretario, a nome del Governo lei aveva dichiarato in quest'Aula che i rappresentanti di Sky Italia, in sede di audizione presso l'Autorità garante, avevano fatto presente di non aver mai ricevuto sino ad oggi richieste di ottenimento di licenze da parte di produttori satellitari interessati.
In base ad una verifica fatta successivamente, devo purtroppo affermare che ciò non corrisponde a verità. Vorrei sapere innanzitutto chi ha indotto il Governo, perché questo si evince in base alle dichiarazioni fatte in quest'Aula, a non dire la verità. Infatti, contrariamente a quanto rappresentato da Sky e dall'Autorità garante stessa, esistono aziende, quali ad esempio la Comex S.p.a. che, senza esiti positivi, insistono da mesi nel chiedere a Sky la messa a disposizione di soluzioni tecniche che possano consentire la sopravvivenza dei loro progetti, conformemente a quanto previsto dalla legislazione nazionale e in particolare dal decreto legislativo n. 259 del 2003.
Vorrei inoltre sottolineare che la legge n. 79 del 1999 sul decoder unico recita: "I decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l'utilizzo di un unico apparato". Ancora, la stessa legge, stabilisce che dal 1° luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate.
L’articolo 3 della delibera dell’Agcom n. 216/00/CONS stabilisce espressamente che gli operatori di accesso condizionato sono tenuti a garantire agli utenti la fruibilità con lo stesso decodificatore, a qualunque titolo detenuto o posseduto, di tutte le offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi in chiaro. A tale scopo essi utilizzano il sistema simulcrypt secondo le norme del DVB o, in alternativa, il sistema multilcrypt secondo le norme definite dal
DVB.
Il problema, però, è che, nonostante le norme approvate dal Parlamento per garantire il consumatore ed il mercato, i comportamenti assunti da Sky Italia, oltre ad eludere le leggi, hanno costituito una situazione per la quale viene eliminato - insisto su questo punto - qualsiasi elemento di pluralismo, pur in presenza di più piattaforme e con una conseguente situazione di netto monopolio, in contrasto con le norme e le direttive nazionali ed europee. Sul punto ho già chiesto nella ricordata interpellanza una risposta al Governo, ma debbo dire, signor Sottosegretario, che su questo aspetto non si è ancora raggiunta una soluzione dato che la situazione non è affatto cambiata.
Questo nonostante le promesse ed anche il battage pubblicitario che la stessa Sky Italia aveva fatto, ritengo a seguito di quella mia interpellanza, annunciando che sarebbero state ampliate le possibilità per gli abbonati Sky di accedere liberamente - come è giusto sia, visto che utilizzano i propri decoder, le proprie televisioni ed i propri sistemi - a quanto viene trasmesso in chiaro nell’etere. Ribadisco però che tutto questo ad oggi non è ancora avvenuto.
Vorrei sottolineare che durante il dibattito in Parlamento che accompagnò l’approvazione della cosiddetta legge Gasparri sulla riforma del sistema radiotelevisivo nessuno, o quasi, ha discusso o tanto meno criticato l’avvento del monopolio privato della Sky TV nel campo della pay tv in Italia. Così
Murdoch, proprietario di un impero davvero globale, sul quale non tramonta mai il sole, in questo caso ha potuto realizzare una condizione di monopolio nel nostro Paese; ha avuto il via libera sia da parte dell’Autorità garante per le comunicazioni, che pure non
aveva reso facile la vita a Telepiù e a Stream, sia da parte dell’Antitrust del presidente
Tesauro, sia in ambito europeo da parte del commissario Mario Monti.
Non è stata quindi attivata alcuna azione di contrasto e il fatto che in questa situazione Sky abbia realizzato una condizione di assoluto monopolio e pretenda di filtrare i canali in chiaro che sono trasmessi, dato che è l’unica che può gestire i decoder che vengono distribuiti per la lettura dei canali a pagamento offerti da quella
emittenza, mi sembra francamente eccessivo.
In sostanza, le conseguenze sono che Sky non permette la libera ricezione di tutti i programmi in chiaro trasmessi dal satellite, limitando l’accesso alla società dell’informazione, attraverso l’imposizione, non richiesta dai consumatori, di uno specifico sistema implementato sia sui decoder "Gold Box", con modalità SECA (ex
Telepiù) sia su quelli con modalità NDS, sia di proprietà che a noleggio.
Sky, peraltro, ha di recente anche cessato la trasmissione degli eventi denominati "calcio" o "pacchetto calcio" in sistema
SECA, conseguentemente impiegando il solo sistema NDS, e ciò addirittura prima di aver ultimato le operazione di aggiornamento/sostituzione dei decoder.
Con la sospensione del SECA, Sky ha inoltre reso inutilizzabili gli attuali ricevitori, anche se garantiti dalla legge sul decoder unico e, comunque, dal cosiddetto codice delle comunicazioni.
In buona sostanza Sky monopolizza il mercato dei decoder imponendo solo i propri ricevitori e impedendo di fatto la libera scelta d’acquisto, da parte del consumatore, di decoder attualmente presenti sul mercato dotati di caratteristiche superiori a quelli imposti da
Sky. Infatti, anche la Jepssen, uno dei maggiori produttori del settore, ha citato Sky presso la Corte d’appello di Roma per i decoder che sono realizzati "appositamente per ricevere solo i programmi criptati trasmessi dalla stessa
(Sky) e qualche programma in chiaro, senza possibilità alcuna per l’utente di ricevere programmi criptati diffusi dalle altre emittenti satellitari".
Per tutti questi motivi con l’interpellanza che ho presentato ho chiesto al Governo di sapere se corrisponda al vero che esistono aziende, come la citata Comex spa che hanno fatto specifica richiesta sia a NDS
Ltd, sia alla News Corporation Ltd che a Sky Italia srl, di concessione e licenza del sistema di accesso condizionato denominato
"VideoGuard", così da poterlo efficacemente implementare sui loro prodotti, e altresì se è vero che la richiesta di Comex spa sia stata portata all’attenzione di Sky e della stessa Autorità garante per le comunicazioni molto prima della illustrazione della mia precedente interpellanza dello scorso 4 novembre.
In tal caso, vorrei sapere i motivi per i quali sia stata taciuta completamente in quest'Aula l'esistenza di aziende interessate alla concessione in licenza del sistema di accesso condizionato denominato
"VideoGuard". Probabilmente non riesco a far comprendere al rappresentante del Governo e forse nemmeno a quest'Aula la gravità della situazione.
Vorrei sapere quale sia la posizione del Governo in merito al caso Jepssen e, soprattutto, perché almeno quel caso non sia stato nemmeno segnalato da parte dell'Autorità garante. Spero che il Governo voglia adottare provvedimenti finalizzati a chiarire eventuali responsabilità in tal senso, perché al Parlamento non è stata detta la verità.
Infine, non ritiene il Governo che, nell'ambito di questa vicenda, il comportamento tenuto da
Sky, oltre a ledere la posizione giuridica di tutte le aziende che aspirano alla concessione in licenza del sistema di accesso condizionato
"VideoGuard", leda pure e inesorabilmente gli interessi di tutti quegli utenti che, con il nuovo decoder imposto da
Sky, non potranno più vedere una vasta serie di canali, a pagamento e non, salvo vi sia la decisione di dotarsi di due diversi impianti, due diversi telecomandi, due diversi sistemi di sintonizzazione, due prese
scart, diversi metri di cavi, e in certi casi addirittura di due parabole, senza contare il pagamento di ben sette euro, qualora si decidesse di optare per il noleggio del nuovo decoder?
Signor Sottosegretario, so che la sua sensibilità e la sua intelligenza l'hanno già portata sicuramente a comprendere la gravità della nostra denuncia. Vorrei che questa volta fossero date delle risposte che consentano effettivamente di stabilire se nel nostro Paese si debba soggiacere o accettare una situazione di monopolio non solo nella gestione dei decoder da parte della società Sky Italia, ma anche che la stessa società Sky Italia abbia l'arroganza di selezionare i canali che i cittadini italiani possono guardare, utilizzando, appunto, proprio il sistema di lettura dei segnali che vengono trasmessi.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente all'interpellanza testé svolta e all’interrogazione.
BALDINI, sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Signor Presidente, si risponde congiuntamente ai due atti di sindacato ispettivo che presentano analogo contenuto.
In proposito, si fa presente che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, competente in materia, ad integrazione delle informazioni già fornite in occasione della discussione del precedente atto ispettivo parlamentare (2-00619) presentato dal medesimo senatore
Fabris, ha precisato quanto segue.
Sotto il profilo concernente la presenza sul mercato di aziende interessate alla licenza
NDS, è stato comunicato che la società Comex - attiva sul mercato dei produttori di apparati dell'home video e dell'home computing - ha provveduto a segnalare all'Autorità la non conformità del comportamento tenuto dalla società Sky Italia agli impegni derivanti dalla decisione
Comp/M. 2876, in base alla quale l'operazione di concentrazione Newscorp/Telepiù (dalla quale è nata Sky Italia) doveva avvenire senza ripercussioni per gli utenti.
In particolare, tale decisione prevedeva che la piattaforma unica avrebbe dovuto adoperarsi affinché la società NDS concedesse alle terze parti interessate le licenze per il suo sistema di accesso condizionato a condizioni eque e non discriminatorie.
Stando a quanto comunicato dalla ripetuta Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la società Comex ha richiesto sin dal giugno 2004, prima alla società NDS e successivamente alla società Sky Italia, il conseguimento della licenza per l'impiego del sistema di accesso condizionato denominato
"VideoGuard" e, non avendo ricevuto riscontro, ha provveduto a formulare istanza di intervento da parte dell'Autorità stessa al fine di risolvere la controversia.
Il competente dipartimento dell'Autorità, riscontrata la regolarità procedurale dell'istanza, ha avviato il tentativo obbligatorio di conciliazione, ai sensi di quanto stabilito dalla delibera
148/01/CONS (articolo 7 e seguenti), la cui conclusione ha avuto esito negativo. La società Comex ha, pertanto, richiesto l'intervento dell'Autorità per la definizione della controversia ai sensi dell'articolo 10 della medesima delibera
148/01/CONS.
L'udienza di discussione, inizialmente fissata per il 12 gennaio ultimo scorso, è stata rinviata a data da definire alla luce della complessità della vicenda e della necessità di effettuare ulteriori adempimenti istruttori.
Come stabilito dall'articolo 13 della ripetuta delibera 148/01/CONS, entro dieci giorni dall'udienza di discussione l'Autorità adotterà una decisione motivata.
Quanto all'aspetto della tutela dell'utenza, la medesima Autorità, confermando quanto comunicato in merito alla precedente interpellanza, ha fatto presente che già in occasione dell'audizione a suo tempo sostenuta la società Sky Italia si era impegnata al perfezionamento della nuova tecnologia NDS attraverso l'aumento della capacità di memoria - da 20 a 300 canali - e lo sviluppo di una nuova guida elettronica ai programmi.
Ad integrazione e completamento di informazione, la suddetta Autorità ha comunicato che la società Sky Italia ha reso noto che, nell'ambito della propria autonomia contrattuale, le richieste di recesso provenienti da abbonati proprietari di decoder con accesso condizionato SECA che non intendono continuare a fruire dell'offerta Sky con il nuovo decoder NDS vengono accolte.
In riferimento, infine, alla questione della presenza di pubblicità nella programmazione di Sky Italia che, secondo l'avviso espresso nell'interrogazione 3-01764 del senatore
Eufemi, dovrebbe esserne priva, si significa che la delibera 127/00/CONS dell'Autorità non fa distinzioni, relativamente ai limiti di pubblicità consentiti, in ragione del pagamento o meno dell'abbonamento da parte dell'utente.
EUFEMI (UDC). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EUFEMI (UDC). Signor Presidente, certamente i cinque minuti a mia disposizione sono insufficienti per replicare alla non risposta del Sottosegretario. Lei, infatti, onorevole Sottosegretario, pur se con atteggiamento certamente amabile, è venuto in quest’Aula a portare una risposta che io ritengo assolutamente non esaustiva. Lei ha risposto soltanto a un quesito, quello sulla pubblicità, ed io ritengo ciò del tutto insufficiente perché noi ponevamo tutta una serie di altre questioni.
In particolare, ve n’è una che non dovrebbe esserle sfuggita: la complessità della situazione che si è determinata per l’utenza rispetto al processo di sostituzione dei decoder. Si è verificato, infatti, un atto d’imperio della società
Sky, che ha rottamato fisicamente tutti i decoder con tecnologia
SECA, un atto rispetto al quale gli utenti si sono trovati nell’impossibilità di potersi difendere.
A ciò vanno aggiunti (e questo è un altro motivo di lamentela da parte mia rispetto alla sua risposta, onorevole Sottosegretario) i costi diretti e indiretti che gli stessi utenti hanno dovuto sopportare: lunghissime telefonate, perdita di tempo. Si tratta di migliaia di cittadini-utenti: vogliamo renderci conto di quanto è accaduto nel nostro Paese nei mesi di settembre e ottobre? Ricordo che ho presentato la mia interrogazione ben prima dell’interpellanza del senatore
Fabris. Questo è un problema sul quale si sono mosse associazioni di tutela dei consumatori con azioni a difesa di questi ultimi. Ma cosa deve fare il Parlamento per segnalare una questione di così grave rilevanza?
Aggiungo ancora che sarebbe stato necessario (questo il Governo avrebbe dovuto farlo) far rispettare la legge, ad esempio nel senso dell’adozione di un decoder unico, di una piattaforma libera e quindi pluralista (come è stato ricordato poco fa), a dispetto della quale centinaia di programmi sono stati invece sottratti all’utenza, per esempio quelli musicali ai quali si rivolgono i giovani.
Ritengo altresì che si sarebbe dovuta adottare una tecnologia in grado di ricevere tutte le smart card, che invece sono divenute inutilizzabili, quindi con costi aggiuntivi per l’utenza, alla quale è stato imposto il noleggio di un nuovo apparecchio quando essa invece riteneva di utilizzare gli strumenti già in suo possesso senza essere costretta ad acquistare uno o più decoder per poter usufruire di un abbonamento. Credo che quella fosse veramente l’occasione per favorire l’utenza e destinare gli incentivi all’acquisto del decoder unico.
A mio avviso, dunque, siamo passati da un dualismo, come quello della fine degli anni Novanta, a un monopolio assolutamente forzato, chiuso, con una barriera all’ingresso determinata proprio dalla tecnologia utilizzata dal nuovo decoder.
Credo che il Governo debba vigilare e non rimanere inerte di fronte a questa situazione, e soprattutto che debba stare dalla parte dei cittadini, perché se vogliamo costruire l’Europa questa deve essere l’Europa dei cittadini e non quella delle multinazionali, di società che impongono le loro scelte.
E’ necessario, quindi, affrontare il problema delle posizioni dominanti, che non può essere assolutamente dimenticato e credo che oggi abbiamo la possibilità di farlo senza indugi. C’è bisogno di far rispettare le regole, non ci può essere una deriva di fronte alla quale il cittadino non sia adeguatamente tutelato.
Per queste ragioni sono insoddisfatto, soprattutto per la mancata risposta ai quesiti contenuti nella mia interrogazione, per riproporre i quali presenterò un nuovo documento di sindacato ispettivo.
FABRIS (Misto-Pop-Udeur). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FABRIS (Misto-Pop-Udeur). Signor Presidente, la replica svolta dal senatore Eufemi mi evita di sottolineare con forza, per la parte già affrontata dal collega, come la risposta del Governo sia assolutamente insufficiente sul punto relativo alla difesa dei diritti dell’utenza.
La mia interpellanza si articolava in due parti. La prima relativa al fatto che il Parlamento non fosse stato informato correttamente sull’esistenza di domande, da parte di imprese di produzione di sistemi di decodifica, per poter accedere alla tecnologia
Sky. Il Sottosegretario è sempre molto cortese e preciso, ma anche lui, evidentemente, si rende conto che le informazioni fornite dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non sono corrette.
A sostegno di quanto sto dicendo ho portato una serie di note apparse in vari siti Internet in cui, a seguito della risposta resa dal Governo nell’Aula del Senato il 4 novembre 2004, una serie di aziende italiane denunciava come la situazione non stesse affatto in quei termini. Si tratta di note di avvocati, di aziende, di gruppi di cittadini che denunciano come la situazione non stia assolutamente nei termini riferiti dal Governo su dati forniti dall’Autorità garante.
Ciò è molto grave e lo sottolineo anche a lei, signor Presidente, perché se il Parlamento della Repubblica, come ricordava il senatore
Eufemi, non riesce ad ottenere non tanto e non solo risposte corrette da parte del Governo, ma soprattutto che vengano rispettate le leggi di questo Paese, nel momento in cui denunciamo che è stata violata la normativa in materia di rispetto della concorrenza e dei diritti degli utenti, ossia le norme che abbiamo approvato in un settore così delicato che dovrebbero garantire il pluralismo dell’informazione, non so a quale sede ci dobbiamo rivolgere.
Pertanto, signor Presidente, mi appello a lei perché si agisca in qualche maniera da parte del Senato nei confronti non tanto del Governo (perché ovviamente questa non è nostra facoltà, al di là di interrogarlo e interpellarlo sulle materie che ci interessano), quanto dell’Autorità garante. Non so come si possa fare in questo caso, ma se è acclarato ed accertato che il Governo ha riferito in quest’Aula affermazioni fornite dall’Autorità garante non corrispondenti al vero, se il Governo fa la propria parte, io credo che come Senato della Repubblica dovremmo poter intervenire in qualche modo.
Come ripeto, abbiamo ottenuto da parte del Governo informazioni dell’Autorità garante non corrispondenti alla verità dei fatti. Mi rivolgo quindi a lei, signor Presidente, per l’Istituzione che rappresenta e per il fatto che rappresenta tutti noi, chiedendole come si possa intervenire affinché questi comportamenti siano sanzionati.
Nelle prossime settimane nomineremo i membri di queste Autorità (o Authority, come vengono chiamate); poi, ci rendiamo conto, di fronte ai fatti segnalati in quest’Aula e testimoniati dalla documentazione che ho portato con me oggi, che non siamo messi in condizione di conoscere la verità.
Non so chi garantisca quest’Autorità e se sia possibile sanzionarla. Magari non voteremo più nel momento in cui dovremo rinnovare i componenti e i Presidenti di Camera e Senato staranno più attenti nell’indicare i nomi; resta, però, un fatto gravissimo: che vengono comunicate al Parlamento informazioni non veritiere da parte dell’Autorità garante.
Pertanto, a tutela anche della dignità della nostra Istituzione, come è giusto che sia, vorrei che il Presidente del Senato intervenisse nei confronti di ciò che il Governo ci ha portato qui oggi. La risposta che viene data, lo ribadisco, è basata su elementi forniti dall’Autorità garante che, come è dimostrato, non sono veri. Questo è un fatto che ritengo gravissimo; pertanto, è necessario che qualcuno intervenga. Insisto: stiamo parlando della difesa del pluralismo nel settore dell’informazione.
Signor Sottosegretario, la ringrazio nuovamente. Lei è sempre una persona squisita e attenta, però, non possiamo - anch’io insisterò, come il collega Eufemi - accettare questo tipo di non risposte che non modifica assolutamente in nulla la grave situazione in cui ci troviamo: da un lato, le imprese italiane (e anche quelle non italiane) non vengono messe in condizioni di produrre i decoder e quelle che hanno prodotto decoder di un certo tipo sono assolutamente fuori mercato; dall’altro, Sky li noleggia a 7 euro o li vende, dando vita ad un regime di monopolio assolutamente intollerabile. Questo per quanto concerne il settore delle tecnologie presenti sul mercato.
Per quanto riguarda il resto, l’utenza o si dota di un doppio meccanismo di lettura di segnali, oppure non può accedere alle trasmissioni. Questo è grave. È una situazione che deve finire e io continuerò - come il collega Eufemi - in questa difesa e tutela del diritto sacrosanto dei cittadini a poter accedere ai canali che trasmettono in chiaro nell’etere e che quindi sono leggibili da parte dei sistemi oggi conosciuti.
Mi auguro che in una prossima occasione si possano avere delle novità e che il Governo, che pure so avere le mani legate perché è l’Autorità garante a dover intervenire, sappia sollecitare da par suo tale Autorità, perché quest’ultima mi sembra che non solo non dica la verità al Parlamento, ma che nemmeno agisca e ciò è estremamente grave.
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