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L'iconografia del 1971 è ancora
quella della "contestazione" sessantottina contro la guerra in
Vietnam, iniziata nel 1955 e che finirà solo nel 1975.
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1971. Metti, una sera di Natale in una
fabbrica occupata |
Con Gian Maria Volonté, Gianni
Morandi, Paolo Villaggio, Flavio Bucci... |
29 maggio 2023 |
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25 aprile 2023, festa
della Liberazione. Tra le inevitabili
cerimonie c'è un concerto nell'Aula del
Senato. Con Gianni Morandi, idolo
nazional-popolare da tempi lontani, che canta l'Inno d'Italia.
Istituzionale e pop insieme; si può discutere
se più istituzionale o più pop. Comunque
politico.
La memoria del cronista fa un salto indietro
di più di cinquant'anni e ritrova lo stesso
Gianni Morandi – quasi identico! – un
Gianni Morandi politico che canta in una
fabbrica occupata dagli operai. Anche quella
volta l'occasione è una festa, la festa di
Natale del 1971.
C'è la guerra in Vietnam e c'è ancora il '68
– finito ma non trascorso. Il '68 delle
università e delle fabbriche occupate. Il '68
degli intellettuali
che solidarizzano con gli operai e (non tutti,
non sempre) con gli studenti.
Le foto in questa pagina raccontano quel tempo.
I fatti: in ottobre l'azienda americana decide
una riorganizzazione che comporterebbe la
perdita del posto per molti operai. Sciopero,
occupazione dello stabilimento. Pochi giorni
prima di Natale gli operai montano in piazza di
Spagna una tenda, per raccogliere la
solidarietà dei romani, tra polemiche e
scontri con la Polizia.
La storia è raccontata, insieme a quella di
altre industrie in crisi, nel documentario La
tenda in piazza, con la regia di Gian
Maria Volonté. "Il più grande attore
italiano del suo tempo", per il critico
Felice Laudadio.
Ma gli anni di piombo sono dietro
l'angolo.
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Arriva la notte di
Natale. E Gian Maria Volonté (qui a sinistra, tra il pubblico) è
nella fabbrica occupata, insieme ad altri personaggi noti e
"impegnati" – come si diceva allora. Nelle foto
che seguono si riconoscono Paolo Villaggio e Flavio Bucci, oltre a Gianni Morandi. Di altri non ricordo i nomi.
Il
clima è ancora sessantottino. C'era un ragazzo che come me amava
i Beatles e i Rolling Stones è l'inevitabile colonna sonora. |
Qui sotto, Gian
Maria Volonté e Flavio Bucci |
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C'era un ragazzo che come me
Amava i Beatles e i Rolling Stones
Girava il mondo, veniva da
Gli Stati Uniti di America...
Cantava "Viva la libertà"
Ma ricevette una lettera
La sua chitarra mi regalò
Fu richiamato in America
Stop, coi Rolling Stones!
Stop, coi Beatles, stop!
Han detto va' nel Vietnam
E spara ai Vietcong...
La canzone di Gianni Morandi, già allora famoso, è spesso la
colonna sonora delle discussioni e delle manifestazioni contro
la guerra in Vietnam. Nulla di strano se il cantante partecipa a
un evento di solidarietà con i lavoratori di una fabbrica occupata.
Difficile immaginare che mezzo secolo dopo sarebbe invitato a
cantare in una sede istituzionale.
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E poi Paolo Villaggio:
il successo alla TV, Fracchia e poi Fantozzi, con la satira feroce
contro il mondo piccolo-borghese, nei libri e nei film. Film
snobbati da molti, per qualcuno solo divertimento. Ma oggi sono cult
e possiamo capire come non fossero puro disimpegno. Basta (ri)guardarli
come il rovescio della medaglia di opere come quelle che facevano di
Volonté l'attore duro e puro di Uomini contro di Francesco
Rosi, o Indagine su un
cittadino al di sopra di ogni sospetto di
Elio Petri. Dopo aver rifiutato la parte di un
borghese in Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni
Griffi. E prima di girare Il caso Mattei,
ancora di Rosi. |
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Il saluto o l'invettiva
col pugno alzato appartengono a un tempo ormai lontano.
Erano il segno non tanto di un'ideologia, ma di una passione
politica (ancora una volta, di un impegno) che ha segnato
un'epoca.
Quando era normale ritrovarsi in centinaia in una fabbrica occupata,
la notte di Natale.
Un essere insieme ormai perduto, o quasi, nell'era dei social.
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