Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013
Home Curriculum Blog Mappa del sito E-mail Storico

 

Internet e stampa

I pugili suonati della carta stampata

15.06.2000

"Divampa Internet, ciascuno può farsi la sia web page prendendo, rielaborando, scaricando notizie che tramite la Rete raggiungono in un attimo ogni angolo dei pianeta, e noi giornalisti...? Sembriamo pugili suonati". Così Lorenzo Del Boca, capo del sindacato dei giornalisti, nell'intervista pubblicata dal Messaggero una settimana fa.
Le affermazioni di Del Boca fanno salire il tono della polemica. Giorgio Bocca sentenzia: "La riduzione del giornalismo a Internet significa la morte del giornalismo" e Mario Petrina, presidente dell'Ordine, insiste: "La partita si gioca sulla qualità e sull'informazione certificata, perché proposta da operatori qualificati, i giornalisti appunto".

Tre sentenze che si aggiungono a quelle di Scalfari, Tucci, Celli, Garimberti e altri, pronunciate nelle scorse settimane, ma non possono a risolvere quello che sembra il problema: il rapporto tra l'informazione "professionale" della carta stampata e della TV e l'informazione libera dell'internet (vedi Dov'è l'informazione "frettolosa e semplificatoria"? e Richiamare "all'Ordine" la libera informazione?).
Non possono risolverlo perché non mirano al bersaglio giusto, perché non partono dalla conoscenza diretta di quello che ritengono il "nemico". Con una specie di "comma 22" si potrebbe dire che i detrattori della Rete (Scalfari, Bocca, Ottone e via elencando) non usano l'internet perché non la conoscono, non la conoscono perché non la usano.
Anche Del Boca, tra diverse considerazioni azzeccate, incorre in un errore di prospettiva: l'informazione sull'internet non è quella di chi si fa "la sua web page" pescando notizie qua e là. C'è sull'internet un'informazione "professionale" di notevole spessore, che impegna risorse non indifferenti e che, con buona pace di Scalfari, è spesso molto più meditata e articolata di quella offerta dalla carta, per non parlare della TV.

Sono molti, e da molto tempo, i giornalisti che riconoscono i difetti dell'informazione "professionale" (da ultimo Giovanni Valentini nel libretto Media Village). Ora qualcuno, con la peregrina ipotesi di un "bollino di qualità", propone di estendere all'informazione telematica gli aspetti negativi di quella tradizionale. E invece si dovrebbe fare il contrario, come forse involontariamente suggerisce Del Boca  nell'intervista al Messaggero: l'obiettivo da raggiungere è l'innesto nella carta stampata degli schemi dell'internet.
Non è semplice, perché significa rompere abitudini, scuotere posizioni consolidate, apprendere nuove tecniche. Ma solo così si può recuperare il senso del giornalismo serio, quello che insegue la notizia, controlla puntigliosamente le fonti, rinuncia ai facili sensazionalismi e offre al lettore un'informazione corretta, completa, documentata.

E' necessario cambiare prospettiva e rendersi conto che nella società dell'informazione non esiste un confine tra l'informazione tradizionale e quella telematica. C'è un solo universo informativo, nel quale giornali, televisione e internet - e non dimentichiamo la radio - svolgono ruoli diversi, ma strettamente connessi e complementari.
Le tecnologie non sono qualcosa che si aggiunge al lavoro tradizionale di informare. La piattaforma del nuovo contratto di lavoro dei giornalisti parte ancora dal presupposto che i computer, la Rete e i processi innovativi debbano essere oggetto di una contrattazione "speciale". E' un errore, perché ormai l'informazione è nella Rete e i giornali sono una parte della Rete, anche nella versione su carta, piaccia o non piaccia ai nostalgici della Lettera 22.

Ci sono due aspetti della nuova informazione che condannano a morte il vecchio modo di fare i giornali: l'ipertesto e l'interattività, prima ancora della temuta libertà di informare al di fuori dei canali istituzionalizzati. Solo quando i giornali diventeranno nodi dell'ipertesto e quindi sfrutteranno -  indirettamente - l'interattività della Rete, troveranno le ragioni per esistere e quindi un pubblico disposto ad acquistarli più grande di quello di oggi.
Ma sembra che nessuno voglia capirlo. Se andiamo a vedere le testate on line elencate nella pagina dell'informazione dei siti di InterLex, vediamo che quasi tutte si limitano a proporre la versione telematica del giornale di carta. Solo la Repubblica e Il Sole 24 ore offrono una visione ipertestuale dell'informazione e solo il secondo completa via internet l'informazione del quotidiano. Nessuno sfrutta la formidabile opportunità dell'archivio ordinato per argomenti invece che per data di pubblicazione, nessuno inserisce nell'articolo di oggi il link all'informazione di ieri, per rendere la notizia più completa e comprensibile (con qualche eccezione nella Repubblica).

E' naturale, in questa situazione, che i giornalisti facciano la figura di pugili suonati, come dice del Boca, o che si sentano in punto di morte, come teme Bocca. Ma la rinascita del giornalismo non può partire né dai risibili tentativi di controllo da parte delle corporazioni, né dal luddismo delle grandi firme: occorre mettere la mano sul mouse e fare clic sulla voce "società dell'informazione".

 

Per intervenire su questo argomento scrivi a

Top - Indice della sezione - Home

© Manlio Cammarata 2009

Informazioni di legge