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1965.
Ho deciso: farò il giornalista, con le parole e con le immagini. Il
primo tentativo va in porto: "Scopriamo l'inverno con la macchina fotografica"
è l'esordio (retribuito con la bellezza di quattromila lire!) sulla rivista Turismo
Giovanile.
Il capo redattore Filippo Russo, amico troppo presto scomparso, mi
insegna la scrittura giornalistica e, soprattutto, a "guardare" oltre che a "vedere". La
prima tecnica che deve conoscere un giornalista. |
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1969.
L'inverno di Praga. La mia prima
fotografia pubblicata su un importante organo di stampa, l'Osservatore della
domenica (supplemento illustrato dell'Osservatore Romano di
allora) del 2 febbraio. Scattata nella capitale boema il 3
gennaio, dieci giorni prima del sacrificio di Jan Palach. La "primavera
di Praga" era la nostalgia della libertà. C'era un'aria plumbea, tesa. I
carri armati sovietici erano nascosti alla periferia della città. |
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1971. Dopo la laurea in Giurisprudenza, entro al Messaggero
di Roma, al servizio economico-sindacale, come sostituto per i mesi estivi.
Il giornale
diretto da Alessandro Perrone è il primo quotidiano italiano con
una grafica moderna, che dedica ampio spazio all'immagine. Così
posso farmi conoscere anche come
fotografo e collaborare con la cronaca e con lo sport.
L'esperienza al Messaggero continua dopo il periodo in
redazione, con servizi fotografici per lo sport e qualche incursione
nella terza pagina. Poi incomincio a collaborare con grandi
pagine di "fototesti" a Momento Sera.
Nel '71 inizia anche la collaborazione con la rivista Nuova Fotografia.
Che durerà fino al 1979, quando avrò scritto
più di duecento articoli di immagine e di tecnica, oltre alle
"notizie di cucina", un mese dopo l'altro. |
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1972. Il
servizio militare interrompe quasi del tutto l'attività
professionale, ma non spegne l'occhio del fotografo – vedi
Signorsì (ma anche no). |
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1973. Incomincia l'attività free-lance a tutto campo. Oltre alla cronaca
e allo sport, e alla collaborazione sempre più stretta con Nuova
Fotografia, incomincio a farmi conoscere come fotografo di quadri e
sculture. Mi chiamano, fra gli altri, artisti importanti come Vasco
Bendini e Paola Levi Montalcini.
La collaborazione col Messaggero si chiude per una vicenda che ricorderò presto su queste
pagine, con foto inedite. Ma i miei scatti sono sull'Espresso e su altre
testate. In aprile sono iscritto come pubblicista all'Ordine dei
giornalisti. |
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1974. Inizia la collaborazione con la
Cofas, importatore
ufficiale degli apparecchi Nikon. Prima le traduzioni dei
libretti di istruzioni, poi l'ufficio stampa, poi anche la
pubblicità, insieme all'indimenticabile amico Guido Cosulich. Il
rapporto di consulenza con la Cofas proseguirà per quasi dieci
anni, fino alla chiusura della società.
In questo periodo la mia attività di fotografo è a tutto campo:
reportage, foto tecnica e industriale, arte e pubblicità. Seguendo
i colleghi di Nuova Fotografia e sotto la guida dell'amico e
maestro Vittorugo Contino studio i fondamenti della tecnica foto e
cinematografica, in particolare l'ottica. |
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1975. Vittorugo Contino, allora docente
di Ottica cinematografica e televisiva all'Accademia di Belle Arti
di Roma, mi coinvolge nell'impresa di portare la fotografia negli
studi superiori. Così mi trovo professore della stessa materia presso
l'Accademia di Belle Arti di Foggia. Pendolare a lungo raggio, ma
con grandi soddisfazioni. |
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1976. Sono
docente di Storia della fotografia e Lettura
critica dell'immagine nella sede romana dell'Istituto Europeo di
Design. Continuo l'attività di reporter e fotografo d'arte,
ma mi occupa soprattutto la fotografia tecnica, per la Cofas e
per Nuova Fotografia (ora sono senior
editor). |
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1977. Realizzo per la
Cofas, e poi per altre aziende, come
Renault e Pfizer, i primi audiovisivi slide and sound:
proiezioni di diapositive in dissolvenza sincronizzate con una
colonna sonora. |
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1979. Per alcuni mesi sono direttore della sede di Roma
dell'Istituto Europeo di Design. Chiusa la breve, ma
interessante esperienza, apro lo Studio Multicom - comunicazione
multimedia, prima struttura a Roma a
offrire la consulenza e formazione in comunicazione, insieme alle produzioni
audiovisive. |
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1982. Dopo un periodo in cui
abbiamo percorso strade parallele,
riprende il sodalizio con Guido Cosulich e lo Studio Multicom
diventa s.r.l. Inizia la produzione di grandi programmi in
multivisione, film e video. Arrivano grandi clienti, come Agip,
Esso, IP, Italsiel, Bulgari, Mila
Schön, le farmaceutiche Angelini
e Serono e altre importanti società. |
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1986. Studio
Multicom è una delle prime strutture in Italia che offrono la
computer grafica con uscita su pellicola ad altissima risoluzione.
Multivisione computerizzata, film e video industriali, computer
grafica: l'informatica è diventata il mio pane quotidiano. |
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1987. Un
cortocircuito che avrà sviluppi imprevedibili. La pratica col
computer e gli studi in legge mi portano a interessarmi
all'informatica giuridica e alle questioni legate alla protezione
dei dati personali, che incominciano a emergere in questo periodo. |
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1991. Mi sono stancato di fare il dirigente d'azienda,
voglio ritornare a fare il mio vero mestiere. Così alla fine del
'90 chiudo la
baracca (che pure andava bene) e ricomincio a scrivere e a fare
fotografie. La prima collaborazione è con la rivista MCmicrocomputer,
con articoli su informatica e fotografia. Ma presto il cortocircuito tra computer e diritto
fa i
suoi effetti: scrivo centinaia di articoli su informatica e
diritto e informatica nella pubblica amministrazione. Il rapporto con
MCmicrocomputer finisce nel 1998, quando la
rivista chiude. Ma ormai lavoro soprattutto come consulente e docente in informatica giuridica e
diritto delle tecnologie. Diverse università, enti pubblici e
aziende mi chiamano per svolgere seminari, soprattutto su firma digitale e protezione dei dati
personali. |
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1995. Il
diritto delle tecnologie è materia nuova, stimolante. Metto in piedi il Forum multimediale La società
dell'informazione, primo esempio di discussione giuridica sul
Web italiano. Si apre con la sessione su "Comportamenti e norme
nella società vulnerabile". Arrivano contributi dei più importanti
giuristi italiani esperti in tecnologie dell'informazione. |
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1997. Dal Forum
a InterLex,
il primo periodico telematico italiano registrato come testata
giornalistica. Sotto la testata c'è scritto "Diritto,
tecnologia, informazione". Nel 2018 InterLex è al suo
ventitreesimo anno di vita, con quasi 600 numeri e più di 4.000
articoli pubblicati e sempre accessibili. |
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2000 (e oltre).
Il diritto delle tecnologie è ormai pane quotidiano. Consulenze,
collaborazioni con studi legali, seminari aziendali e lezioni
universitarie. E anche libri. |
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2003.
Fotografia e informazione non sono scomparse dal mio orizzonte.
Compero la prima fotocamera digitale e poi una videocamera, studio
le nuove possibilità della registrazione ottica senza pellicola. |
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2006. Creo
questo sito, Manlio Cammarata reporter, spin-off di InterLex, dedicato ai problemi
dell'informazione e della comunicazione. È aggiornato fino al 2011,
quando comprende circa 1.600 pagine. |
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2012. È
incominciata l'era degli ebook. Il secondo spin-off di
InterLex è Tabulas - ebook e dintorni. Ma gli editori
continuano a pensare che il libro sia una "cosa" di carta,
inchiostro, colla. Senza considerare che costa un mucchio di soldi e spesso ne rende
pochi. Mentre il libro liquido costa quasi nulla e, se non vende,
pazienza, non ci sono resi da gestire. |
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2013.
Prove tecniche di narrativa. Il primo romanzo è una spy story,
si intitola Il
colonnello Rey, suppongo. Seguiranno Un doppio enigma,
colonnello Rey (2015) e Non è Casablanca, colonnello Rey
(2017). |
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2017. Manlio
Cammarata reporter e Tabulas ritornano a far parte di InterLex,
che riprende le pubblicazioni. Rinnovata e ridisegnata, ma sempre fedele ai suoi principi: spiegare
il diritto a tutti, con un linguaggio chiaro, e seguirne
l'evoluzione con spirito indipendente e senza fare sconti a nessuno. |
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2018. Continua
il lavoro nel campo del diritto, in particolare nella materia della
protezione dei dati personali. Sono "Responsabile della
protezione dei dati" (DPO) per Taxiblu di Milano.
Ma non trascuro la vecchia passione per la fotografia e la
comunicazione. Così, con queste pagine personali, riprendo la
pubblicazione di Manlio
Cammarata reporter. E la storia continua. |
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