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Sistema informazione

La mobilitazione contro i progetti anti-intercettazioni 

La legge-bavaglio, vecchia o nuova, non passerà

Da un anno il carro del disegno di legge sulle intercettazioni è su un binario morto. Ora vogliono riattaccarlo all'ormai sgangherata locomotiva del potere. Ma si deve pensare a stroncare il malaffare, non l'informazione sul malaffare. 

14.02.11

La legge bavaglio: il dossier

Dagli organi di informazione si riversa una nuova ondata di intercettazioni, regolarmente disposte dalla magistratura che indaga sulla cosiddetta "Loggia P4". Figlia naturale della P2, ma con un profilo molto più basso.

No alla legge-bavaglio
Viene alla luce l'esistenza di un'altra congrega, di altissimo livello, dedita a varie forme di malaffare. Si viene a sapere che tra persone delle istituzioni, parlamentari, generali, portaborse e affaristi di vario livello esiste un sodalizio occulto che influisce sulle scelte della politica e sull'attività delle amministrazioni pubbliche.

I testi delle intercettazioni, pubblici per legge, offrono uno spaccato desolante di ciò che avviene nel Palazzo. I cittadini ne sono informati. Perché la magistratura fa il suo lavoro di indagare e la stampa il suo dovere di informare.
Ed è questo che non piace ai politici. Non si scandalizzano per i fatti che vengono alla luce. Non possono tollerare che i giudici indaghino e che i cittadini sappiano. Non deplorano, anche perché dovrebbero deplorare i propri comportamenti. Non pensano a provvedimenti per stroncare il malaffare.

Si scagliano contro i giudici e l'informazione. Come se il colpevole di un furto non fosse il ladro, ma il cronista di "nera" che ne dà notizia.
E allora cercano di agganciare il vecchio carro del disegno di legge sulle intercettazioni all'ormai sgangherata locomotiva del potere. Non importa quanto sia arrugginito. Non importa se porti la firma di un parlamentare della maggioranza, dell'ex maggioranza o dell'attuale opposizione. L'importante è che arrivi alla stazione con il consenso (parlamentare) più ampio possibile.

Così si parla di resuscitare il testo di Mastella, oppure quello di Alfano, mentre il maggiore partito dell'opposizione sponsorizza quello targato Finocchiaro-Casson. Senza alcuna probabilità che sia preso in considerazione.
Si fa finta di non vedere che le ultime rivelazioni non coinvolgono "persone estranee alle indagini", non violano la vita privata di alcuno, ma parlano di cose di pubblico interesse. 

Non è difficile prevedere che anche questa volta il convoglio non giungerà a destinazione. Impegnerà per qualche settimana le discussioni politiche e i lavori del Parlamento (che avrebbe cose più urgenti da fare), poi si fermerà di nuovo. Lo fermerà un'opposizione diffusa ancora più forte e decisa di quella dell'anno scorso, perché nel frattempo gli italiani hanno ricominciato a pensare con la propria testa.
E hanno il diritto di sapere. Soprattutto "da chi" sono governati: se dai propri rappresentanti più o meno liberamente eletti, o da poteri occulti.

Quindi è necessario non solo che i magistrati indaghino liberamente su possibili poteri occulti, ma anche che i cittadini siano informati di quanto emerge dalle indagini.
Forse le leggi oggi in vigore possono essere migliorate. Ma in questa fase della nostra storia non sembra che ci sia un legislatore illuminato che possa farlo. Quindi è necessario mobilitarsi contro i nuovi tentativi di censura.

Con buone probabilità di successo, perché il vento è cambiato, come dimostrano i risultati delle ultime elezioni amministrative e dei referendum. Anzi, a pensarci bene, la mobilitazione dell'anno scorso contro il DDL sulle intercettazioni è stata il primo atto di "disobbedienza" di quella ormai maggioranza degli italiani che non ne può più della casta e dei suoi giochi di potere e malaffare.

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