Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013
Home Curriculum Blog Mappa del sito E-mail Storico

Televisione

Europa 7: un milione, una frequenza, una beffa 

22.01.09
Il Consiglio di Stato: un milione di euro di risarcimento - su 3,5 miliardi richiesti - e per avere le frequenze ripassi dal TAR. "La questione si è risolta" ha detto il sottosegretario alle comunicazioni. Ma le sentenze sono contraddittorie.
 
I giudici di Palazzo Spada "definitivamente pronunciando" hanno chiuso l'ennesimo capitolo della storia decennale della "televisione che non c'è". L'ennesimo, forse non l'ultimo, perché è stato riconosciuto ancora una volta il diritto di Europa 7 alle frequenze. Ma per averle l'emittente dovrà ricorrere nuovamente al tribunale amministrativo.
Incredibile la decisione sul risarcimento per gli anni di mancata attività: se la richiesta di 3,5 miliardi di euro in caso di mancata assegnazione (o 2,175 miliardi con l'assegnazione) poteva sembrare esagerata, la somma liquidata è una beffa. Un milione e spiccioli. Come appare un beffa il modo in cui le decisioni del Consiglio di Stato sono state annunciate nel corso della seconda giornata della quarta conferenza nazionale sul digitale terrestre.

Prima un accenno del presidente dell'AGCOM Calabrò; poi in chiusura il sottosegretario alle comunicazioni Romani, che annuncia come la vertenza sia stata chiusa con un risarcimento ben inferiore a quello richiesto. Con tono di sufficienza e l'aria di chi si è finalmente liberato di un seccatore, Romani ha paragonato Europa 7 a uno che chiede un risarcimento esagerato per un banale incidente stradale. "La questione Europa 7 è risolta".

Poco prima le agenzie avevano battuto la notizia con la stessa conclusione: "Il Consiglio di Stato, riconoscendo a Europa 7 un risarcimento di poco superiore a 1 milione di euro, ha messo la parola fine alla vicenda dell'emittente tv (Adnkronos, ore 11.00); "La pronuncia mette la parola fine ad una vicenda decennale" (ANSA, ore 11.20).
Ma quale fine? Da una prima, veloce lettura delle due decisioni (la n. 242 sul risarcimento e la n. 243 sulle frequenze) emergono con chiarezza alcuni punti fermi: a) che Europa 7 ha diritto di avere le frequenze per trasmettere in ambito nazionale; b) che ha diritto di essere risarcita per il danno subito per l'impossibilità di operare; c) che se vorrà avere le frequenze dovrà ricorrere nuovamente al TAR.

Il TAR dovrà decidere se la soluzione proposta dal Ministero delle attività produttive è idonea a soddisfare le esigenze dell'emittente, o se le frequenze individuate siano del tutto insufficienti per la copertura dell'80 per cento del territorio, come prescritto dalla legge.
Che cosa dice il provvedimento del Ministero? Che, in seguito alla "ricanalizzazione" della banda III VHF (imposta da una convenzione internazionale del 2006) i sette canali oggi disponibili diventano otto. E l'ottavo viene assegnato a Europa 7.

Ma Europa 7 non ci sta. Un solo canale può bastare a coprire il territorio nazionale solo in tecnica digitale, ma qui si discute dell'analogico. E con un canale analogico si può arrivare, nella migliore delle ipotesi, a circa il 20 per cento del territorio. C'è dunque un'evidente contraddizione tra le due sentenze: mentre la prima parte dal presupposto che esse siano state assegnate, nella seconda da una parte si dice che "è cessata la materia del contendere", dall'altra si rimanda a un "ordinario ricorso di cognizione" (cioè di nuovo al TAR) il giudizio sull'idoneità della soluzione escogitata dal Ministero per soddisfare le legittime pretese dell'emittente.

Dunque il caso è ben lontano dall'essere chiuso. A parte le questioni sulla congruità del risarcimento, se Europa 7 ricorrerà al TAR (con un successivo prevedibile appello al Consiglio di Stato), la decisione arriverà probabilmente in pieno switch-off dell'analogico. Quando non sarà più necessario "spegnere" le antenne di Rete 4 (che trasmette senza concessione) per fare posto a Europa 7 (che la concessione ce l'ha).
Questa è la sostanza del problema.

Ultim'ora. L'interpretazione di un tecnico sulla questione della copertura.
I trasmettitori di Europa 7 dovrebbero essere ospitati negli impianti della Rai, secondo le indicazioni del Ministero, su un canale che deve essere messo in piedi ex novo, il numero 8 della banda III VHF. Ma oggi non conviene partire con un nuovo canale analogico, è normale mettere un multiplex digitale. In questo modo la copertura di una buona parte del territorio potrebbe essere raggiunta con la tecnica dell'isofrequenza, cioè facendo funzionare tutti i trasmettitori sulla stessa lunghezza d'onda, cosa impossibile sull'analogico.

Vedi anche:
Il comunicato di Europa 7
La lunga storia di Europa 7

Europa7. La fine del duopolio televisivo in Italia?

Per intervenire su questo argomento scrivi a

Top - Indice della sezione - Home

© Manlio Cammarata 2009

Informazioni di legge