Anche l'industria elettronica italiana contro Sky e il suo decoder
"blindato": riferisce la Repubblica di ieri, 6 ottobre, che l'Associazione Nazionale Telecomunicazioni, Informatica ed Elettronica di consumo
(associata all'ANIE (Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed
elettroniche, aderente a Confindustria) sta per inviare un esposto all'Antitrust
e all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Secondo l'associazione, la
"chiusura" della tecnologia NDS impedisce alle industrie che non siano
nelle grazie dell'azienda del magnate australiano Murdoch di produrre
apparecchiature atte a ricevere il segnale di Sky, con grave pregiudizio della
concorrenza.
Niente di nuovo. Non si contano più le denunce contro il monopolista
italiano della pay-tv, che va avanti per la sua strada. Per restare alla cronaca
degli ultimi giorni, va segnalato che si era diffusa la voce che anche l'AGCOM
avesse trovato pienamente legittima l'azione di Sky, dopo che l'Antitrust aveva
respinto il ricorso presentato da un gruppo di giuristi
dell'Istituto Tito Ravà in Diritto del Mercato (vedi L'Antitrust: Sky "conforme alla
prassi". Ma non finisce qui sul numero scorso).
Invece un
comunicato del 4 ottobre ha precisato che il Consiglio dell'AGCOM ha solo "ascoltato una informativa della direzione Garanzia e Contenzioso sulla iniziativa di Sky".
Sono almeno tre i punti che devono essere considerati per chiarire la
sostanza del problema (per la ricostruzione dei fatti si veda la denuncia di Adiconsum):
1) c'è una violazione delle norme sulla concorrenza, perché il monopolista
Sky ha concesso la licenza di produrre i decoder in tecnologia NDS solo ad
alcuni produttori, tagliando fuori dal mercato gli altri; inoltre rifiuta di
distribuire i dispositivi (le "cam") che servono per ricevere il
segnale anche con i decoder "common interface", già molto diffusi tra
l'utenza e comunque necessari per ricevere i canali a pagamento trasmessi con
tecnologie diverse (queste cam sono però distribuite in altri Paesi);
2) c'è una palese violazione dell'art, 2,
c. 2 della legge 29 marzo 1999, n. 78 (detta "legge sul decoder
unico") e della delibera 216/00/CONS
dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM), perché per poter
vedere tutti i canali diffusi dai satelliti gli utenti si devono munire due
decoder, posto che con quello di Sky non si possono ricevere i canali trasmessi
con codifiche diverse dall'NDS e, vicecersa, con gli altri decoder non si
possono ricevere le trasmissioni codificate NDS;
3) è annullata la libertà dell'utente di scegliere quali canali impostare
come "preferiti" assegnandoli ai tasti del telecomando: in sostanza
l'emittente decide i canali che l'utente può vedere facilmente, mentre per gli
altri occorrono lunghe operazioni, non facili per chi è poco incline all'uso
dei gadget tecnologici, come molti anziani; inoltre Sky cambia il
"pacchetto dei canali facili" a suo piacimento.
Dice Sky che il passaggio al sistema NDS è necessario per combattere la
pirateria, perché con l'NDS è più difficile clonare le carte. Sarà vero. Ma
che c'entra questo con la concessione della licenza solo ad alcuni produttori o
con il rifiuto di distribuire le cam per ricevere gli altri canali con altri
decoder?
Ma, soprattutto, che c'entra la pirateria con la scelta obbligata dei canali? Perché
l'utente non può compilare una propria lista di preferiti e assegnarli ai tasti
del telecomando? Perché Sky cambia a suo piacimento la lista dei preferiti (i
suoi) e li impone a noi utenti?
Per capire la sostanza del problema alzate ora lo sguardo fino alla barra dei
menù del vostro programma di
navigazione sull'internet. C'è una voce "preferiti", o bookmarks,
nella quale avete memorizzato i siti che vi interessano di più e che potete
richiamare con un semplice clic. Ora immaginate che da un giorno all'altro la lista
cambi: compaiono siti di cui non vi importa nulla, altri scompaiono. E la cosa
si ripete. Che cosa pensate? Che un pirata telematico sia entrato nel PC
e abbia cambiato la lista. E' esattamente quello che accade col decoder Sky!
Insomma, è una speciale forma di "pirateria", che la società del
magnate australiano Murdoch pretende sia legittima, affermando che la legge
29 marzo 1999, n. 78 (nota come "legge sul decoder
unico") e la conseguente delibera 216/00/CONS dell'AGCOM sono
"obsolete". E invece non lo sono, né in diritto né "in
fatto", come si dice nelle aule giudiziarie.
"In diritto" perché nel nostro ordinamento non sono previste le
leggi "obsolete". Le leggi sono in vigore oppure no, perché sono state
abrogate da una legge successiva. Dunque, se qualcuno ritiene che una legge sia
obsoleta (e ce ne sono tante!), prema sul Parlamento e sull'opinione pubblica
affinché sia abrogata o sostituita da una nuova legge, adeguata ai tempi. Ma
finché una legge è in vigore, tutti sono tenuti a rispettarla.
"In fatto" perché questa vicenda dimostra che la presenza di un
solo operatore, invece dei due precedenti, non risolve il problema della
facilità di accesso ai contenuti da parte degli utenti, che era appunto
l'obiettivo della legge sul decoder unico.
Ma proprio qui sta il vero nocciolo della questione. L'azione di Sky volta
alla "blindatura" dei
contenuti si inquadra perfettamente tra quelle condotte, con grande dispendio di
mezzi, dai "padroni delle idee". Società multinazionali di enormi
dimensioni, come quella di Murdoch, che cercano di indirizzare le scelte dei
cittadini della società dell'informazione verso determinati prodotti,
proteggendoli con ogni sorta di espedienti tecnologici e legislativi con lo
scopo di ricavarne il massimo profitto possibile. Lucchetti
digitali, corazze di standard incompatibili, leggi liberticide, azioni di
polizia e giudiziarie... Dal Digital Millennium Copyright Act
degli USA alla nostrana sgangherata
"legge Urbani", passando per le direttive europee, è tutto un sistema
di steccati e barriere che contraddicono le premesse stesse della "società
della conoscenza".
Una visione antistorica, miope, che alla lunga si ritorcerà contro i suoi
sostenitori. Tutto questo sarà spazzato via dalle nuove, inarrestabili forme di
acquisizione e fruizione dei contenuti digitali e da nuove forme di pagamento
dei relativi diritti. E forse prima di quanto si pensi. Quanto resisterà ai
"pirati" in formatici la nuova "inattaccabile o quasi"
tecnologia di Sky? E' il quel "quasi" la chiave di tutto.
E' recentissima la notizia della decisione di Sony di
eliminare le protezioni digitali dai CD. Può essere letta in diversi modi, uno
dei quali è così banale da essere probabilmente quello giusto: costano un
sacco di soldi, provocano disaffezione negli utenti e non servono a nulla.
|