Come controllare se grigio e bianco sono
"neutri"
Di che colore è il cartone grigio?
E' una domanda che ricorre spesso nei forum online dei fotografi principianti. La risposta potrebbe essere banale: «Il grigio è
grigio, 'gnurànt!», ma la vera domanda è: «In che misura i colori
fondamentali, rosso, verde e blu, formano il grigio 18%?».
Risposta: Rosso=128, Verde=128, Blu=128, per il grigio a metà strada tra il
nero (che vale 0) e il bianco (255), come abbiamo visto nella
lezione precedente.
La verifica scientifica del grigio di un cartone reale richiede uno spettrofotometro,
strumento in uso nei laboratori di
fisica e molto costoso. Ma è possibile un controllo abbastanza
preciso anche con un sistema artigianale, che comporta una spesa
minima. Vediamo come si fa.
1. Per incominciare serve un filtro diffusore, che deve essere
perfettamente neutro. Nei negozi online se ne trovano diversi, ma
(come per i cartoni) spesso sono tutt'altro che neutri.
Serve anche un piano luminoso, di quelli per visionare le
diapositive, sul quale si colloca e si fotografa il filtro da
esaminare. Non importa se il colore della luce non è corretto; la
fotocamera può restare in totale automatismo.
Dobbiamo solo
verificare in post-produzione se il colore del filtro è uguale, o
quasi, a quello dello sfondo.
2. Il controllo si fa con il "contagocce"
presente in tutti i programmi di grafica e fotoritocco.
Un risultato molto comune, per lo sfondo, è intorno a R=190, G=190,
B=190. Di solito il valore non è identico per i tre colori
fondamentali, ma poco importa. L'essenziale è che il valore del
filtro fotografato in trasparenza sia vicino, molto vicino, a quello
dello sfondo. Lo scostamento non dovrebbe superare i 2 punti per ciascuno
dei tre colori fondamentali.
Tra i diversi campioni a mia disposizione il migliore si è
rivelato un pezzo di perspex opalino, inserito in un telaio per filtri in lastrine, come si vede
dalla foto nella colonna di sinistra. Ma anche uno strano e scomodo oggetto lenticolare,
acquistato su Amazon, ha superato la prova. "Tappi
diffusori" e simili si sono rivelati troppo tendenti al rosso
(in pratica: giallastri, come un foglio bianco esposto alla luce per
troppo tempo).
3. Trovato il diffusore giusto, si monta sulla fotocamera, che deve
essere impostata per la pre-misurazione del bilanciamento del
bianco (vedere il manuale di istruzioni, perché la procedura
cambia da una fotocamera a un'altra).
A questo punto si dirige l'obiettivo verso la sorgente di luce e si
registra il valore del bianco, per così dire, "perfetto". 4.
Con il valore registrato si fotografano, nelle identiche condizioni
di luce della fase di registrazione, i lati bianco e grigio del
cartone – o dei cartoni – in esame. Per verificare anche la
risposta dell'esposimetro, è utile una serie "a
forchetta" (bracketing) entro più o meno un valore di
diaframma. 5. Infine si passa alla misurazione dei
risultati sulle immagini riprese, con un programma di grafica o
fotoritocco. Spostando il "contagocce" su diversi punti
dell'immagine si possono leggere i valori RGB di ogni zona. E' bene
compiere diverse misurazioni su aree differenti: si noteranno valori
leggermente diversi, a causa delle varie tolleranze in gioco, ma i
numeri devono essere sempre molto vicini. Per il grigio i valori
devono essere nei dintorni di R=128, G=128, B=128. Sono tollerabili
differenze di 2 o 3 valori tra R e B (per esempio: R=129 e B=127),
mentre il G deve trovarsi più o meno a metà strada tra R e B.
Per il bianco i valori possono variare tra il teorico 128-128-128 e
250-250-250 (dipende da come l'esposimetro reagisce alle alte luci).
In ogni caso il valore massimo, pari a 255 per ciascun colore
primario, non è significativo, perché significa che l'esposizione
ha raggiunto o superato il limite di saturazione del sensore.
Anche in questo caso, se la differenza tra R e B supera i 2 o 3
punti, e se il G non si trova circa a metà strada tra gli altri
due, il cartone in esame non è abbastanza preciso e quindi non
serve all'uso per il quale è stato acquistato. Ma
c'è sempre il "clic" risolutivo Concludiamo con un
esempio (qui sotto) che rappresenta un caso-limite. Una foto
notturna, nel buio quasi totale. La fotocamera non ce l'avrebbe
fatta a registrare i valori del cartone bianco. Ma è riuscita a leggere la luce
del lampione giallastro, producendo una foto tutta blu. Il muro
della casa a sinistra, bianco nella realtà, mostra l'entità del
problema..
Ma c'è
l'ultima risorsa: si sceglie la funzione "punto di grigio"
del programma di fotoritocco e si fa clic proprio sul muro che
dovrebbe essere bianco. Una schiarita alle ombre... et voilà!
Potenza della fotografia digitale... |