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A volte anche con immagini di
piccole dimensioni si possono vedere gli effetti della
differente profondità di campo, legata alla lunghezza focale
dell'obiettivo. La foto sopra è ripresa col grandangolare:
tutto è a fuoco, i piani sono compressi.
Sotto, la stessa inquadratura scattata da una maggiore distanza
con un medio-tele: lo stacco dei piani è evidente e la foto è
molto più efficace. |
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2. L'angolo di visuale
Ora dobbiamo introdurre un altro elemento essenziale: l'angolo di
visuale, illustrato nel disegno qui a destra.
I nostri occhi "misurano" gli oggetti valutando l'angolo
entro il quale sono visti (angolo visuale), in funzione della
distanza (elaborata sulla base della convergenza delle pupille).
Raddoppiando la distanza, lo stesso oggetto appare sotto un angolo
dimezzato (confronta A e B). Raddoppiando le dimensioni
dell'oggetto, raddoppia l'angolo (confronta B e C).
Se l'oggetto è molto piccolo, anche l'angolo di visuale diventa
minimo, fino ad arrivare al punto in cui i nostri occhi non riescono
a distinguere (risolvere, nel gergo tecnico) due oggetti
molto piccoli e molto vicini. Per esempio, due lineette nere su
fondo bianco. Questo è il potere risolvente della vista
umana, molto più basso di quello della maggior parte degli
obiettivi fotografici: questi risolvono, sul piano focale, da 50 a
100 linee per millimetro (più o meno), mentre il nostro
occhio ha una risoluzione sul piano focale – la rétina – di circa
10 linee/millimetro, alla distanza di circa 25 centimetri, cioè
la normale distanza di lettura. Per chi ha una vista perfetta!
3. Il cerchio di confusione
Il cerchio (o circolo, o disco) di confusione è il
punto intorno al quale ruotano tutti i ragionamenti sulla messa a
fuoco e sulla profondità di campo. E non solo. Per capire di che si
tratta basta una semplice prova.
Guardiamo l'immagine qui sotto, un semplice cerchietto nero su fondo
bianco.
Ora allontaniamoci dallo schermo. Il cerchietto ci appare più
piccolo. Allontaniamoci di più, sempre di più: il cerchietto
diventa sempre più piccolo, fino ad apparire un puntino
nero, così piccolo che non si riesce a individuare il suo diametro.
Ecco: abbiamo raggiunto la misura del cerchio di confusione, la
misura in cui un cerchio è così piccolo da essere visto come
un punto. L'aspetto essenziale è che questa misura viene non viene
definita dal diametro del cerchio stesso, ma dall'angolo visuale (vedi il
punto 2) sotto il quale è osservato.
E' un angolo piccolissimo, che per di più è legato alla percezione
di ciascun osservatore e alla sua acutezza visiva. Per questo motivo
i fabbricanti di ottiche definiscono la scala della profondità di
campo – quando c'è – secondo un valore convenzionale, che in qualche caso può
rivelarsi impreciso.
Ma noi finalmente abbiamo capito che cosa significa che un'immagine
– o un particolare un'immagine – appare a fuoco: il
dettaglio è tale da approssimare il cerchio di confusione.
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Mettere a fuoco lo sfondo (sopra)
o le stalattiti di ghiaccio in primo piano (sotto)? Il
significato di una fotografia dipende sempre da una scelta del
fotografo. |
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