Una foto "normale" in una luce altrettanto normale. Tanti colori, tanta confusione, non si capisce qual è il soggetto. Ma basta una luce diversa per scoprire qualcosa di interessante (foto a destra).
In questa lezione vediamo come la luce giusta e l'obiettivo più adatto possono servire per creare un'immagine interessante.

Per una girandola in controluce serve un teleobiettivo

Lezioni di fotografia  N. 8 – 1. luglio 2019 Precedente  Successiva
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In questi giorni d'estate, intorno alle otto e mezza del mattino, un raggio di sole si intrufola tra le case dietro la mia. Colpisce in controluce una girandola colorata, un semplice giocattolo da bambini, piantata in un vaso di fiori. Ecco, qui a destra, la scena che vedo quando apro la finestra.
Anche in una fotografia così piccola si nota subito il motivo che attira l'occhio del fotografo: quella piccola macchia colorata, in basso, che si staglia sullo sfondo in ombra.

Nella stessa immagine ripresa in pieno sole (qui a sinistra) il particolare non si nota nemmeno. Anche nella foto ingrandita si confonderebbe tra il resto. Invece il raggio di luce mattutino lo fa risaltare. A riprova del fatto che è la luce che "fa" la fotografia. Prima del fotografo.
Per riprendere un oggetto di pochi centimetri a una distanza di circa sei metri occorre un teleobiettivo. Ne provo diversi. Il risultato,  riassunto in questa lezione, va al di là della scelta della focale giusta. E' un confronto tra apparecchi di differenti concezioni – ci ho messo anche un telefonino – che producono immagini di diverso impatto, in funzione delle focali e dei sensori.

Fotografare lo stesso soggetto in tanti modi possibili è un ottimo esercizio per capire come sfruttare le caratteristiche delle apparecchiature e, soprattutto, per allenare l'occhio a "vedere" le immagini prima di portare all'occhio la fotocamera.

Tutte queste foto sono state scattate con la sensibilità a 400 ISO e il diaframma a f/8, con l'esposizione automatica misurata al centro del fotogramma.  In tre giorni diversi, perché l'effetto del controluce dura una decina di minuti e i tanti  cambi di fotocamere e obiettivi richiedono più tempo.

La stessa scena al mattino. Un raggio di sole disegna in controluce, in basso, un gioco di colori che risalta anche in una fotografia riprodotta in dimensioni molto piccole.

Nikon D750, 300mm

Fotocamera full frame (24x36 mm) con risoluzione pari a 24,3 Mpx.
La focale più lunga che ho per questo formato sono i 300mm di uno zoom 70-300 (a parte il 500mm catadiottrico, che proverò più avanti). 
Il risultato è quello previsto: colori brillanti in primo piano su uno sfondo scuro, fatto di forme appena riconoscibili.

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Nikon D3500, 450mm

Lo stesso obiettivo della prima foto, montato su una reflex formato APSC (23,5x15,6 mm, 24,2 Mpx), porta a una focale equivalente a 450mm
L'ingrandimento della scena accentua la sfocatura dello sfondo, ora quasi uniforme.

Nota. Le dimensioni in cui sono riprodotte queste immagini (750 pixel di base), non consentono di rilevare differenze significative di nitidezza  legate alle diverse dimensioni dei sensori. Anche occupando tutta l'altezza di uno schermo da 27", le differenze di qualità di queste due prime foto, in termini di definizione e livello di "rumore", non sono molto evidenti.

Nikon D750, 500mm catadiottrico

Di nuovo il pieno formato (24x36mm, 24,3 Mpx), ma con un vecchio obiettivo catadiottrico 500mm f/8.
L'effetto è quello tipico degli obiettivi a specchi: basso contrasto (ma si rimedia con un clic in post-produzione) e la tipica sfocatura "a ciambella" dei punti più luminosi. In casi come questo è fastidiosa. In più serve il treppiede, per avere un'inquadratura perfettamente ferma anche a 1/400".

Alla fine dei conti la vecchia ottica può tornare a riposare in un cassetto, perché oggi ci sono soluzioni più pratiche per le riprese a distanza. Come si vede nei prossimi due scatti.

Lumix ZX1000, 400mm

Le fotocamere bridge sono un compromesso tra l'ingombro ridotto e l'utilità delle lunghe focali. Se il sensore è abbastanza grande, anche la qualità finale può essere soddisfacente.

Ecco il risultato di 146mm di focale reale (equivalenti a 400mm sul formato 24x36mm), su un sensore da 1" nominale (13,2x8,8mm reali) La risoluzione è pari a 20,1 Mpx.

Rispetto alle immagini precedenti si nota una sfocatura della sfondo meno accentuata, nonostante la focale relativamente lunga. E' l'effetto dei pixel molto più piccoli in confronto al pieno formato e all'APSC (vedi la lezione sulla profondità di campo).

Coolpix P100, 680mm

Ancora più vicino e con una qualità non disprezzabile, nonostante gli anni. La bridge  Nikon del 2010 ha un sensore da 1/2,3" (8,6x6,6mm) e "solo" 10,3 Mpx. La focale massima di 120mm è equivalente a 678mm sul pieno formato.
Con un ingrandimento molto più spinto di questo si potrebbe notare la minore qualità dell'immagine, data più dalle piccole dimensioni del sensore che dalla sua risoluzione.
Nonostante la focale decisamente lunga, lo sfondo mantiene una vaga leggibilità: anche la maggiore profondità di campo apparente si può attribuire alle dimensioni ridotte del sensore.

Con gli ingrandimenti mi fermo qui: visti i risultati deludenti del 500mm catadiottrico sul pieno formato, non vale la pena di montarlo sul "mezzo formato" APSC, dove la focale equivalente di 750mm non produrrebbe un'immagine migliore di questa.

iPhone 7, 130mm

Non c'è lotta, dirà qualcuno. Ma le riprese col telefonino per molti sono "la fotografia" e dunque vale la pena di vedere che cosa si può fare con questo onnipresente aggeggio. Sensore da 1/2,3" (8,6x6,6mm), obiettivo 4mm f/1,8 (senza diaframma), 12 Mpx, zoom digitale fino a circa 130mm.
L'immagine è piatta, non c'è uno stacco di piani: sembra che tutto sia ugualmente a fuoco nonostante la grande apertura. Ma l'ingrandimento al 100%, qui sotto, mostra che tutto appare ugualmente fuori fuoco...

Coolpix P100, 130mm

Il primo confronto è con la bridge già usata alla massima focale. Sensore delle stesse dimensioni di quello del telefonino, 1/2,3", ma con risoluzione più bassa, 10,3 Mpx. Più vecchia di circa otto anni, che in questo campo sono tanti.
Qui sotto, il dettaglio al 100% mostra una qualità ben più alta di quella del telefonino: si noti il disegno dello sfondo, oltre alla nitidezza generale.

Ma la P100 è molto più ingombrante di uno smartphone. C'è una soluzione più pratica ...

Lumix TZ100, 130mm

Ecco la vera alternativa al telefonino: la TZ100 ha dimensioni tascabili, ma un sensore da 1" e risoluzione di 20,1 Mpx.
Le immagini parlano da sole (il dettaglio ingrandito al 100% è ricavato da una immagine ridotta alla stessa risoluzione di quella del telefonino).

Ma con una fotocamera di questo tipo si può fare di più...

Lumix TZ100, 250mm

La TZ100 è tascabile, ma ha uno zoom di tutto rispetto (25-250mm equivalente). 
La piccola Panasonic, come poche altre bridge di questa categoria, offre immagini di qualità più alta di quelle prodotte dalle bridge superzoom, grazie a un sensore da 1" (nominale).

La maggior parte delle fotocamere tascabili ha sensori da 1/2,3", con una superficie che è circa di 1/4 di quella da 1". In compenso hanno zoom più spinti: è meglio avere il soggetto più grande in partenza o dover tagliare l'immagine, con un aumento del rumore derivante dal maggiore ingrandimento di pixel più piccoli? Una scelta personale.

Le foto col telefonino saranno il tema di una prossima lezione: gli smartphone più recenti vantano alte prestazioni fotografiche...

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