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Una foto "normale" in una luce
altrettanto normale. Tanti colori, tanta confusione, non si
capisce qual è il soggetto. Ma basta una luce diversa per
scoprire qualcosa di interessante (foto a destra).
In questa lezione vediamo come la luce giusta e l'obiettivo
più adatto possono servire per creare un'immagine
interessante. |
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Per una girandola in controluce serve un
teleobiettivo |
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Indice
delle lezioni |
In questi
giorni d'estate, intorno alle otto e mezza del mattino, un
raggio di sole si intrufola tra le case dietro la mia. Colpisce
in controluce una girandola colorata, un semplice
giocattolo da bambini, piantata in un vaso di fiori. Ecco,
qui a destra, la scena che vedo quando apro la finestra.
Anche in una fotografia così piccola si nota subito il
motivo che attira l'occhio del fotografo: quella piccola
macchia colorata, in basso, che si staglia sullo sfondo in
ombra.Nella stessa immagine ripresa in pieno sole (qui
a sinistra) il particolare non si nota nemmeno. Anche
nella foto ingrandita si confonderebbe tra il resto.
Invece il raggio di luce mattutino lo fa risaltare. A
riprova del fatto che è la luce che "fa" la
fotografia. Prima del fotografo.
Per riprendere un oggetto di pochi centimetri a una
distanza di circa sei metri occorre un teleobiettivo. Ne
provo diversi. Il risultato, riassunto in questa
lezione, va al di là della scelta della focale giusta. E'
un confronto tra apparecchi di differenti concezioni –
ci ho messo anche un telefonino – che producono immagini
di diverso impatto, in funzione delle focali e dei
sensori.
Fotografare lo stesso soggetto in tanti modi possibili è un ottimo esercizio per capire come sfruttare le
caratteristiche delle apparecchiature e, soprattutto, per allenare l'occhio a "vedere" le immagini prima
di portare all'occhio la fotocamera.
Tutte queste foto sono
state scattate con la sensibilità a 400 ISO e il
diaframma a f/8, con l'esposizione automatica misurata al
centro del fotogramma. In tre giorni diversi,
perché l'effetto del controluce dura una decina di minuti
e i tanti cambi di fotocamere e obiettivi richiedono
più tempo.
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La stessa scena al mattino. Un
raggio di sole disegna in controluce, in basso, un
gioco di colori che risalta anche in una fotografia
riprodotta in dimensioni molto piccole. |
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Nikon D750, 300mm Fotocamera full frame (24x36 mm)
con risoluzione
pari a 24,3 Mpx.
La focale più lunga
che ho per questo formato sono i 300mm di uno zoom 70-300 (a parte
il 500mm catadiottrico, che proverò più avanti).
Il risultato è quello previsto: colori brillanti in primo piano su
uno sfondo scuro, fatto di forme appena riconoscibili.
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Nikon D3500, 450mm
Lo stesso obiettivo della prima foto, montato su una reflex formato APSC (23,5x15,6
mm, 24,2 Mpx), porta a una focale equivalente a 450mm
L'ingrandimento della scena accentua la sfocatura dello sfondo,
ora quasi uniforme. Nota. Le dimensioni in cui sono riprodotte queste
immagini (750 pixel di base), non consentono di rilevare
differenze significative di nitidezza legate alle diverse
dimensioni dei sensori. Anche occupando tutta l'altezza di uno
schermo da 27", le differenze di qualità di queste due
prime foto, in termini di definizione e livello di "rumore",
non sono molto evidenti.
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Nikon D750, 500mm catadiottrico
Di nuovo il pieno formato (24x36mm, 24,3 Mpx), ma con un vecchio
obiettivo catadiottrico 500mm f/8.
L'effetto è quello tipico degli obiettivi a specchi: basso
contrasto (ma si rimedia con un clic in post-produzione) e la tipica
sfocatura "a ciambella" dei punti più luminosi. In
casi come questo è fastidiosa. In più serve il treppiede, per avere
un'inquadratura perfettamente ferma anche a 1/400".
Alla fine dei conti la vecchia ottica può tornare a riposare in
un cassetto, perché oggi ci sono soluzioni più pratiche per le
riprese a distanza. Come si vede nei prossimi due scatti.
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Lumix ZX1000, 400mm
Le fotocamere bridge sono un compromesso tra
l'ingombro ridotto e l'utilità delle lunghe focali. Se il sensore
è abbastanza grande, anche la qualità finale può essere
soddisfacente.
Ecco il risultato di 146mm di focale reale (equivalenti a 400mm sul formato 24x36mm),
su un sensore da 1" nominale (13,2x8,8mm reali) La risoluzione
è pari a 20,1 Mpx.
Rispetto alle immagini precedenti si nota una sfocatura della
sfondo meno accentuata, nonostante la focale
relativamente lunga. E' l'effetto dei pixel molto più piccoli in
confronto al pieno formato e all'APSC (vedi la lezione sulla profondità di campo).
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Coolpix P100, 680mm
Ancora più vicino e con una qualità non disprezzabile,
nonostante gli anni. La bridge Nikon del 2010 ha un sensore da
1/2,3" (8,6x6,6mm) e "solo" 10,3 Mpx. La focale
massima di
120mm è equivalente a 678mm sul pieno formato.
Con un ingrandimento molto più spinto di questo si potrebbe notare la minore
qualità dell'immagine, data più dalle piccole dimensioni del
sensore che dalla sua risoluzione.
Nonostante la focale decisamente lunga, lo sfondo mantiene una vaga
leggibilità: anche la maggiore profondità di campo apparente si
può attribuire alle dimensioni ridotte del sensore. Con gli
ingrandimenti mi fermo qui: visti i risultati deludenti
del 500mm catadiottrico sul pieno formato, non vale la pena di
montarlo sul "mezzo formato" APSC, dove la focale
equivalente di 750mm non produrrebbe un'immagine migliore di questa.
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iPhone 7, 130mm
Non c'è lotta, dirà qualcuno. Ma le riprese col
telefonino per molti sono "la fotografia" e dunque
vale la pena di vedere che cosa si può fare con questo
onnipresente aggeggio.
Sensore da 1/2,3" (8,6x6,6mm), obiettivo 4mm f/1,8 (senza
diaframma), 12 Mpx, zoom digitale fino a circa 130mm.
L'immagine è piatta, non c'è uno stacco di piani: sembra che
tutto sia ugualmente a fuoco nonostante la grande apertura. Ma
l'ingrandimento al 100%, qui sotto, mostra che tutto appare
ugualmente fuori
fuoco... |
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Coolpix P100, 130mm
Il primo confronto è con la bridge già usata
alla massima focale. Sensore delle stesse dimensioni di quello
del
telefonino, 1/2,3", ma con risoluzione più bassa, 10,3
Mpx. Più vecchia di circa otto anni, che in questo campo sono
tanti.
Qui sotto, il dettaglio al 100% mostra una qualità ben più
alta di quella del telefonino: si noti il disegno dello
sfondo, oltre alla nitidezza generale. Ma la P100 è molto
più ingombrante di uno smartphone. C'è una soluzione più
pratica ... |
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Lumix TZ100, 130mm Ecco la vera
alternativa al telefonino: la TZ100 ha dimensioni tascabili, ma
un sensore da 1" e risoluzione di 20,1 Mpx.
Le immagini
parlano da sole (il dettaglio ingrandito al 100% è ricavato
da una immagine ridotta alla stessa risoluzione di quella del
telefonino). Ma con una fotocamera di questo tipo si può
fare di più...
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Lumix TZ100, 250mm La TZ100 è
tascabile, ma ha uno zoom di tutto rispetto (25-250mm
equivalente).
La piccola Panasonic, come poche altre bridge di questa
categoria, offre immagini di qualità più alta di quelle
prodotte dalle bridge superzoom, grazie a un sensore da 1"
(nominale). La maggior parte delle
fotocamere tascabili ha sensori da 1/2,3", con una
superficie che è circa di 1/4 di quella da 1". In
compenso hanno zoom più spinti: è meglio
avere il soggetto più grande in partenza o dover tagliare
l'immagine, con un aumento del rumore derivante dal
maggiore ingrandimento di pixel più piccoli? Una scelta
personale. Le foto col telefonino
saranno il tema di una prossima lezione: gli smartphone
più recenti vantano alte prestazioni fotografiche...
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