Domanda:
che cos'è un teleobiettivo? Risposta: un obiettivo caratterizzato da una distanza focale superiore a quella
dell'obiettivo normale. Risposta corretta sul piano tecnico, ma
che non rivela la sostanza delle ottiche di focale superiore alla "normale".
Prima di tutto, è necessario capire che cosa è
un obiettivo "normale".
Anche qui c'è una risposta standard, che non chiarisce
nulla: un obiettivo si dice "normale" quando la
sua lunghezza focale è pari alla diagonale del fotogramma
e produce immagini con la stessa prospettiva dell'occhio
umano.
La prima proposizione è corretta, ma inutile, la seconda è
quantomeno imprecisa, se non falsa.
Perché non di "prospettiva" si tratta, ma di
"angolo di visione".
Il campo orizzontale tridimensionale e abbastanza nitido percepito attraverso
i due occhi, come
sappiamo, è compreso tra i 40° e i 60°, cioè la parte centrale
dei 180° (e oltre) del campo visivo totale . Ebbene, un obiettivo
"normale" è quello che registra un campo simile
a quello della nostra visione nitida. In breve: non è
"normale" perché ha una lunghezza focale uguale
alla diagonale del fotogramma, ma perché registra quello
che "guardiamo" nella maggior parte dei casi. E per
questo deve avere una focale più o meno pari
alla diagonale del fotogramma.
Se osserviamo un dettaglio, vicino o lontano, il
nostro cervello limita l'angolo di visione, escludendo
dall'attenzione tutto ciò che è al di fuori di questo
angolo. Un obiettivo di focale superiore alla normale fa
la stessa cosa, perché taglia il contorno.
Quando guardiamo una fotografia, la scena registrata occupa
tutto il nostro campo di visione nitida, anche se l'angolo
di ripresa è minore. In pratica, la scena o l'oggetto
ripreso sotto un angolo, poniamo, di 25°, su una stampa o
su uno schermo occupa il campo
di 50° e quindi appare più grande rispetto alla visione
reale.
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Il teleobiettivo può essere utile
anche per un'interpretazione "grafica"
della realtà. E' solo una
questione di "occhio". |
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