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Quarantacinque anni, ma non li dimostra. La
qualità delle immagini del "mitico" Nikkor 20mm f/4
del 1974 era accompagnata da dimensioni minime (il
predecessore era soprannominato "padellone").
Al tempo del digitale continua a fare il suo mestiere con
ottimi risultati, come si vede dalle foto di queste pagine. |
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Il grandangolare ti allarga la
vita. Se sai come usarlo - 1 |
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Indice
delle lezioni |
Incominciamo
anche questa volta dalla domanda più banale: che cos'è
un obiettivo grandangolare? Risposta: è un obiettivo di
lunghezza focale inferiore a quella dell'obiettivo
"normale". Corretta ma non esauriente.
L'obiettivo grandangolare è quello che abbraccia un
angolo di campo più ampio di quello che caratterizza il
nostro angolo di visuale nella maggior parte delle
situazioni.
Dunque è il contrario del teleobiettivo, caratterizzato da
un angolo di campo più ristretto. Si potrebbero capire
molte cose sui grandangolari leggendo "al
contrario" la la lezione precedente Lontano ma vicino, il fascino indiscreto del
teleobiettivo. Con qualche annotazione in più.
Riassumiamo: i nostri occhi abbracciano un campo
intorno a 180°, ma solo nell'area centrale e paracentrale, tra il 40°
e i 60°, abbiamo una visione tridimensionale e abbastanza
nitida. Per osservare qualcosa che si trova al di fuori di
questo campo muoviamo gli occhi e
la testa, per portare l'area periferica all'interno del campo centrale.
L'obiettivo grandangolare è quello che "vede"
distintamente anche le cose che, nella stessa posizione, i
nostri occhi vedono in modo confuso.
Dunque la fotografia ripresa con il
grandangolo è uno spazio da esplorare, proprio come
quando muoviamo gli occhi e la testa per osservare la
scena che abbiamo davanti. Cioè il
processo contrario a quello del teleobiettivo, quando
puntiamo la nostra attenzione su un singolo dettaglio.
Ma c'è un problema: l'esagerazione della prospettiva,
che significa la sproporzione degli oggetti a seconda della
distanza (ciò che è più vicino appare più grande) e l'accentuazione delle linee cadenti, cioè della convergenza
delle linee parallele verso il basso o verso l'alto a
seconda dell'inclinazione verticale dell'apparecchio.
E' una questione di geometria e di percezione: la nostra
mente "raddrizza" quello che i nostri occhi
vedono come "storto", la macchina
fotografica, no.
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Con il grandangolo è facile
ottenere composizioni spettacolari, oppure
semplicemente brutte, come vedremo in questa
lezione. Ma spesso inconsuete, perché
mostrano un campo che è più ampio di quello che
osserviamo naturalmente. |
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Ma il 35mm è "normale"?
Se è vero che il nostro campo visivo "normale" misura
tra i 40° e i 60° in orizzontale, allora non è solo
"normale" l'obiettivo da 50mm, col suo angolo di campo di
40°, ma anche il 35mm, con i suoi 55°.
Il 35mm è classificato di solito come grandangolare, ma sono molti
i fotografi che lo hanno adottato come normale (me compreso).
Come la mettiamo? Basta dare un'occhiata alla foto qui a
sinistra: il campo inquadrato a 35mm è ampio, ma la prospettiva non
è accentuata come con i grandangolari più spinti.
Oggi le reflex più diffuse sono vendute con uno zoom 18-55mm sul
formato APS-C (che equivale a 27-82,5mm sul pieno formato), quindi
in molti casi non si pone il problema della scelta dell'ottica
standard.
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A che serve il grandangolo?
Riprendere una scena ampia senza potersi allontanare abbastanza:
questo è il primo uso, obbligato, del grandangolo.
In fotografie come questa la presenza di un primo piano evidente
conferisce una buona profondità all'inquadratura.
Questo tipo di immagini offre una visione di insieme della scena, ma
in molti casi non offre un centro di interesse che attribuisca alla ripresa un
significato definito.
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La pubblicità ci
racconta che il grandangolare è indicato per la ripresa di
paesaggi.
Ecco la dimostrazione del contrario: nelle lezioni precedenti
abbiamo visto come questo ambiente sia ricco di spunto fotografici.
Qui non c'è nulla di interessante, è una banale
"cartolina".
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Il grandangolare dà il
meglio di sé quando deve descrivere grandi spazi e quando
l'inquadratura presenta un motivo "forte", come la
composizione di linee convergenti che caratterizza questa
inquadratura.
La forte prospettiva determina un'immagine dinamica, al contrario
di quella precedente.
Nonostante la focale molto corta non si nota la deformazione
prospettica tipica dei super-grandangolari, anche perché non ci
sono elementi riconoscibili in primo piano: ne parliamo qui sotto. |
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"Capire" il grandangolare
Per capire la "grammatica" dell'obiettivo grandangolare
può essere utile partire dal fisheye (che, tecnicamente, non è un
grandangolare). L'obiettivo "occhio di pesce" abbraccia un
campo intorno ai 180° e proietta un'immagine circolare, in cui le
linee rette, che restano tali quando passano per il centro, si
incurvano a mano a mano che ci si avvicina ai bordi.
Qui sotto, a sinistra, la stessa foto ritagliata per occupare tutto
il fotogramma e, a destra, la stessa inquadratura ripresa con un
grandangolo. Si nota subito che le linee dritte sono ritornate tali.
Ma per ottenere questo risultato l'ottica ha "stirato"
l'immagine verso gli angoli, come si nota bene a in alto a sinistra,
dove il condizionatore d'aria ha assunto una forma più allargata.
Invece la parte centrale dell'immagine appare quasi uguale.
Questa "deformazione" è tanto più visibile quanto
più il soggetto è vicino ed è la caratteristica che rende spesso
difficile ottenere immagini "naturali" con gli obiettivi
di focale molto corta.
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Fisheye? No, è il marciapiedi che è curvo!
I grandangolari vanno a nozze con questo tipo di inquadrature.
In questo scatto si nota bene il punto di forza di questi obiettivi: valorizzano, quando ci sono, gli elementi geometrici
della scena.
In questa foto l'obiettivo è leggermente inclinato verso
l'alto, come si intuisce dalla convergenza dei pali ai lati destro e
sinistro.
In generale, se non si cercano effetti speciali, nelle riprese
con i grandangolari l'apparecchio deve essere il più
possibile "in bolla". Aumentando l'inclinazione si
ottengono risultati innaturali, come si vede nella foto che segue.
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Il super-grandangolare è necessario quando si deve riprendere una
scena vasta da una distanza ridotta. In questi casi l'inquadratura
verso l'alto è spesso obbligatoria, ma il risultato lascia a
desiderare: l'esagerazione della prospettiva rende innaturale
l'immagine.
In questa foto ci sono tutti gli elementi della
"storia", ma gli spazi non sono gli stessi che si
percepiscono nella realtà. Un po' perché il nostro cervello
"raddrizza" le immagini, un po' perché l'obiettivo mostra
nitide anche le aree periferiche del campo visivo, che il nostro
sguardo percepisce confuse.
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A volte l'esagerazione della prospettiva può essere sfruttata per
comunicare sensazioni particolari, come in questa inquadratura,
composta "al millimetro" con l'ottica più indicata,
tenendo conto dell'angolo di ripresa |
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La forma delle cose
Il grandangolo può essere considerato un obiettivo con due
anime: una è quella che dilata i piccoli spazi, l'altra
registra grandi spazi in cui possono prendere vita tutte le
"cose" che hanno una forma non banale. Come nella
foto qui a sinistra.
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