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Il supergrandangolare induce in tentazione
il neofita, che non resiste e si diverte a scattare immagini
"strane". Foto che vengono bene
male anche col telefonino...
Ma gli obiettivi di lunghezza focale ridotta servono
soprattutto per altri generi di fotografie, che vediamo nelle
due pagine di questa lezione. |
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Il grandangolare ti allarga la
vita. Se sai come usarlo - 2 |
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Indice
delle lezioni |
La seconda
parte di questa lezione sugli obiettivi grandangolari
ruota intorno a un solo soggetto: la sede centrale della
BNL-Paribas, che sembra fatta apposta per
solleticare il fotografo. E non solo per il particolare disegno, ma anche per il colore, pensato evidentemente per
fondere l'architettura con il colore del cielo.
Il problema è che non c'è spazio per riprendere
di fronte l'intero edificio. Però sono più interessanti
le viste di taglio, che possono essere valorizzate dagli obiettivi
di corta focale.
Ma un soggetto fotogenico come questo ispira non solo
le riprese "lontane" tipiche dei grandangolari,
ma anche sguardi più selettivi, con attenzione ai
dettagli. Per questo dopo le foto grandangolari ci
sono anche riprese con focali più lunghe. Così si può
mettere direttamente in relazione quello che c'è da sapere sui
grandangolari con quello che abbiamo visto nelle due
pagine della lezione sui
teleobiettivi.
Se poi andiamo ancora più indietro, alle lezioni sulla profondità di
campo e sulla composizione,
abbiamo un quadro completo sul rapporto che si instaura
tra l'occhio e l'obiettivo quando prendiamo la macchina
fotografica. O, per essere più precisi, tra la
mente che "pre-vede" l'immagine e il
sensore che la registra.
Un'altro aspetto interessante delle foto di questa
pagina è dato dalle differenze di luce. Le maggior parte
delle riprese è stata fatta intorno a mezzogiorno, quando
la luce a picco mette i risalto il movimento dei piani della
facciata. Una luce di taglio accentuerebbe i
riflessi delle superfici di vetro.
A dimostrazione del fatto che "è la luce che fa la
fotografia". Poi c'è un fotografo che passa proprio
in quel luogo, in quel momento...
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L'esagerazione della prospettiva
dei grandangolari (qui da 20mm) comporta spesso un
problema serio: se il soggetto è sullo sfondo, il
primo piano si impone all'attenzione e
l'inquadratura "non funziona" |
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Se il soggetto è troppo grande
Le riprese di architettura sono uno dei campi d'azione tipici
degli obiettivi grandangolari e super-grandangolari, perché spesso
non c'è abbastanza spazio per una foto con la focale normale.
Ma non sempre la focale corta o cortissima risolve del tutto il
problema, perché può snaturare il soggetto. Questa inquadratura a
prima vista è spettacolare; in realtà è solo una foto mal
riuscita, perché non rende il soggetto come si percepisce in realtà e
come lo ha pensato chi lo ha disegnato.
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Ci allontaniamo
abbastanza da inquadrare l'edificio tenendo la fotocamera "in
bolla", cioè con l'asse di ripresa orizzontale. In questo modo
si evita la convergenza delle linee verticali (linee cadenti), ma il
soggetto è spostato nella parte alta dell'inquadratura. Il problema
è "riempire" la parte bassa con elementi che non
disturbino il soggetto.
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Un grandangolare più
spinto ci permette un'inquadratura simile alla precedente, ma più
ravvicinata e quindi con meno elementi di disturbo. Anche lo
spostamento del punto di ripresa, con le linee convergenti che
partono da sinistra, rende l'immagine più dinamica della prima. La
prospettiva dal basso è contenuta e non dà fastidio. |
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Focale ancora più
corta, distanza ancora ridotta, ma è superato il punto dal
quale si può riprendere l'intero edificio senza inclinare verso
l'alto l'obiettivo. Il soggetto ha perso di importanza, è più
piccolo e ci sono più elementi di disturbo.
Questo è un dato interessante: non sempre un campo più largo, dato
da un grandangolare più spinto è utile per fotografare un soggetto
come questo.
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C'è una soluzione. Anzi, due
Mi viene un'idea. Prendo la penultima foto, quella scattata con
il 20mm, e la taglio al formato quadrato, facendo in modo che le
linee di forza della prospettiva partano dagli angoli in
basso. Viene fuori una composizione geometrica dinamica ed
equilibrata che rende nella forma migliore (almeno fino a questo
punto) il bellissimo edificio.
Di solito devo tagliare una fotografia quando ho sbagliato
l'inquadratura nella ripresa. Ma qui ho studiato tutte le soluzioni
possibili e non mi resta che mettere mano al bisturi.
Per di più, non amo le immagini quadrate, un formato che non è né
carne né pesce (anche si ci sono autori che hanno creato
un'estetica della fotografia quadrata).
Ma è l'ultimo tentativo quello che raggiunge lo scopo. Ho
camminato avanti e indietro davanti al palazzo e ho trovato un
piccolo slargo che mi ha consentito di allontanarmi un po'. Ho
guardato nel mirino, ho regolato lo zoom per comprendere tutto
l'edificio... e i dati EXIF del fotogramma dicono che ho usato una
focale medio-tele. Per un soggetto che sembrava fatto apposta per i
supergrandangolare. Ecco qui sotto il risultato.
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Oltre il grandangolare...
Adesso che mi sono liberato della "sindrome del
grandangolo" posso pensare qualche foto diversa,
qualche immagine con presenze umane in relazione all'architettura.
Ecco, in queste tre inquadrature riprese quasi dallo stesso punto, la
progressione delle lunghezze focali: dal grandangolare al normale-grandangolo, fino al
classico "normale" da 50mm. Progressione che serve, fra l'altro, a capire meglio
la grammatica degli obiettivi di focale corta, quando sono usati per
la funzione per cui sono progettati e non per immagini
"impressionanti" a breve distanza.
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