Tranquilli, è tutta un'invenzione. Qualcuno che ha
letto in anteprima Il colonnello Rey, suppongo, si
è chiesto se nella storia ci sia qualcosa di vero. Come
dice Andrea Monti nella sua recensione, "alla fine del
libro rimane il forte dubbio se le vicende che racconta
siano di pura fantasia o se, al contrario, dicano nella
forma del racconto quello che un'inchiesta giornalistica
non può rendere pubblico".
In realtà è quasi tutto vero, o almeno probabile,
tranne la storia. Il romanzo mi ha impegnato per un anno,
durante il quale non solo ho scritto e riscritto ogni
passaggio, ma ho soprattutto cercato informazioni sui
diversi particolari della vicenda. Ho passato ore e ore in
compagnia di Google, sono andato in giro a verificare i
luoghi. Per alcuni particolari ho anche chiesto lumi a
"qualcuno che sa". Ma questo
"qualcuno" non mi ha risposto...
Il fatto è che, quando si parla di spionaggio, certe
notizie non si trovano facilmente. Bisogna scartabellare
tra libri e riviste che parlano di intelligence e
poi integrare con un po' di fantasia. Così nel libro le notizie
sull'OSINT (Open Source Intelligence) sono vere, ma
il Reparto E è una mia invenzione. Anche se è probabile
che esista. Certo non esiste un Presidente dal passato
oscuro, come quello che si inventa l'impossibile Summit
che fa da cornice alla storia.
Posso dire di avere conosciuto, molti anni fa, un alto
ufficiale dei Carabinieri che mi ha ispirato la figura di
Rey. Ma quando una "persona" diventa
"personaggio", vive di vita propria. Una
riscrittura dopo l'altra, il mio tenente colonnello è
cresciuto da solo. E' diventato più umano, rispetto alle
prime stesure: forse un paradosso, per un personaggio che
non esiste. Probabilmente la persona che lo ha ispirato
non si riconoscerebbe nel protagonista del romanzo.
Tutto il resto è scrittura. Il vecchio mestiere di
giornalista da una parte e la ricerca di uno stile non
casuale dall'altro. Uno stile che recuperi in qualche modo
la ricchezza della nostra lingua, che affonda un giorno
dopo l'altro tra frasi fatte, luoghi comuni, inutili
anglicismi e sgrammaticature a raffica.
Ci sono riuscito? Dimmelo tu, paziente lettore.
(30 settembre 2013)
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