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Le malattie infantili degli “e-book”
di Giancarlo Livraghi - 28.03.11
Far morire gli e-book perché
possano nascere di Giancarlo Livraghi - 04.04.11
Non è tutto e-book quel che si
legge (in digitale) - 19.04.11
La citazione che ho preso come titolo di questa pagina
viene da un libro di tanti anni fa, La moglie che ha
sbagliato cugino di Umberto Domina (1922-2006, geniale
pubblicitario e umorista). Mi è tornata alla mente molte
volte nelle ultime settimane, durante i faticosi tentativi
di realizzare la versione de L'anomalia in formato
e-book.
Non è facile riportare su una pagina grigiastra di
9x12 centimetri la struttura di un libro pieno di note e
citazioni, con l'aggiunta di una smisurata tabella
cronologica. Non è facile soprattutto perché ogni
dispositivo di lettura interpreta il contenuto a modo suo,
anche se il formato è l'ormai standard ".epub".
E le cose si complicano ancora quando si cerca di
compilare il libro nel formato ".mobi" del Kindle
di Amazon: l'impaginazione la decide il software, nonostante i
ripetiti, frustranti tentativi di dare un aspetto decente
a titoli, sottotitoli, citazioni, note e collegamenti
ipertestuali.
Tutto questo anche perché i software attualmente
disponibili per la conversione dei formati sono ancora
poco evoluti, per non dire rudimentali. Aggirare gli
automatismi con interventi "manuali" richiede
più tempo che scrivere il libro. Insomma,
l'impaginazione al tempo dell'e-book non è più quella di
una volta, signora mia. L’arte di impaginare non abita più qui
L’impaginazione è una tecnica
antica, che a volte raggiunge le vette dell’arte.
Passata dagli antichi amanuensi ai tipografi, e dai
tipografi ai graphic designer, è un momento
fondamentale nella produzione di qualsiasi stampato. La corretta impaginazione è necessaria
in un
libro, in un manifesto, anche un semplice volantino, sia per suggerire al
lettore il “tono” dell’opera sia per facilitare la
lettura e la comprensione dello scritto.
L’architettura della pagina e l’apparenza
del contenuto sono gli elementi fondamentali dell’impaginazione.
L’altezza e la “giustezza” (cioè la larghezza) del
blocco di testo, la scelta del tipo e della dimensione del
carattere, l'interlinea sono grandezze
correlate tra loro ed essenziali per la leggibilità. La
dimensione e la posizione delle immagini, quando ci sono,
rivestono la stessa importanza. Come l’estensione e la
distribuzione degli spazi bianchi.
Tutto questo scompare nel libro
elettronico. Il contenuto in partenza è “liquido” e
assume automaticamente la forma del contenitore, secondo criteri che
appaiono casuali, perché dettati da ingegneri che hanno il
solo compito di mettere insieme hardware e software per
rendere il contenitore stesso più accattivante possibile
e facilitarne la vendita. Ogni e-book reader presenta lo
stesso contenuto in forma diversa. Le relazioni tra le
dimensioni dei titoli e del corpo del testo non comunicano
immediatamente l’ordine gerarchico e la sequenza degli
argomenti. L’impaginatore che volesse adattare l’aspetto
del libro a ognuno dei dispositivi dei più diffusi dovrebbe
realizzarne molte versioni. Con l’aggravante che i
software oggi disponibili spesso danno risultati
imprevisti e impongono ripetuti aggiustamenti.
Si deve tener conto soprattutto delle limitate
dimensioni della pagina. La
superficie di lettura dei reader più diffusi, quelli da
6", è pari a circa 9x12 centimetri. Un po' meno di quella di un tascabile
Sellerio con le avventure del commissario Montalbano.
Troppo piccola. Ma gli e-book reader di formato maggiore
sono pochi e costosi: l'impaginazione deve essere adattata
per forza alla dimensione più comune.
Il libro digitale è un'innovazione utile. L'e-book
reader, nel formato più diffuso con schermo da 5 o 6
pollici, ha dimensioni tascabili e pesa pochissimo. La
tecnologia della "carta elettronica" (e-paper)
lo rende leggibile nelle stesse condizioni in cui si può
leggere un libro di carta, cioè alla luce, anche forte,
quando gli schermi a cristalli liquidi dei personal e dei
tablet sono inservibili. E quando la luce ambiente è
scarsa, basta accendere una lampadina.
Ancora, nell'ingombro equivalente a quello di un
volumetto tascabile si può stipare un numero incredibile
di libri, anche migliaia. Con in più la comodità di
trovare in un batter d'occhio quello che serve, invece che
perdere tempo a frugare in polverosi scaffali.
Alla fine della storia, detto tutto il bene possibile
dei libri digitali, ritorno con gioia ai miei vecchi tomi di carta.
Tanti, mai troppi. Ingombranti fino a diventare invadenti. Ma pieni
di una ricchezza comunicativa che il nuovo non ha e che
rischia di perdersi.
Conclusione: il grafico, impaginata la propria lapide, prima di
spirare si assicuri che venga subito incisa nel marmo.
Un esempio di come la pagina di carta
viene stravolta nel passaggio al formato dell'e-book.
Qui accanto l'originale. In basso a
sinistra una versione in formato .epub, ottenuta con un
lungo lavoro di rielaborazione. A destra la stessa pagina
ricodificata automaticamente nel formato .mobi.
La riduzione del formato alla pagina web confonde il
carattere del testo, ma le differenze sono comunque
evidenti.
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La pagina originale (.pdf)
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La stessa pagina elaborata in .epub...
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...e nel formato .mobi del Kindle
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