Il Governo ha approvato
definitivamente il cosiddetto "decreto
Romani", dopo aver acquisito i pareri delle Camere.
Ma ne ha tenuto conto solo in parte. Si legge nel
comunicato del Ministero delle attività produttive (al
quale fa capo il Dipartimento delle comunicazioni
guidato dal vice-ministro Paolo Romani):
PRINCIPALI NOVITÀ
1) Internet
Viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve essere
applicata la disciplina prevista dalla Direttiva, con un
elenco dettagliato delle attività escluse (tra cui i
siti Internet tradizionali, come i blog, i motori di
ricerca, versioni elettroniche di quotidiani e riviste,
giochi on line). È stato specificato che il regime dell’autorizzazione
generale per i servizi a richiesta (diversi dalla
televisione tradizionale, con palinsesto predefinito)
non comporta in alcun modo una valutazione preventiva
sui contenuti diffusi, ma solo una necessità di mera
individuazione del soggetto che la richiede con una
semplice dichiarazione di inizio attività.
2) Produzione audiovisiva
Sono stati reintrodotti gli obblighi di programmazione
per tutti gli operatori (compresa la pay-tv), nonché le
quote di programmazione e di investimento previsti per
la RAI e l’accorciamento dei tempi per l’emanazione
del regolamento nel cui ambito dovranno essere fissate
le sottoquote in favore della cinematografia nazionale,
non solo per quanto attiene agli obblighi di
investimento, ma anche di programmazione.
3) Tutela dei minori
Vengono recepite anche condizioni che rafforzano la
tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la
pornografia, inequivocabilmente estesa a tutte le
piattaforme di trasmissione. 4) Ordinamento automatico
dei canali Si semplifica e si omogeneizza il
posizionamento dei canali televisivi sul telecomando. È
stata infatti prevista una sinergia tra l’Autorità
Garante per le Comunicazioni (che predispone un “piano
di numerazione” con criteri di salvaguardia in favore
dell’emittenza locale) e il Ministero (che in sede
operativa assegna i rispettivi numeri ai fornitori di
contenuti televisivi), con potere di sospensione fino
alla revoca dell’autorizzazione in caso di
inosservanza. Si ritengono così superate le
preoccupazioni espresse dall’emittenti locali in
relazione ad una possibile scarsa visibilità della
propria programmazione nell’ordinamento automatico dei
canali fornito all’utenza.
Tutto qui. Il testo finale non è ancora stato reso
noto ufficialmente. Un'anticipazione
è stata fatta da repubblica.it, ma è possibile
che non sia l'ultima versione.
Vedi anche:
Schema di decreto legislativo
recante attuazione della direttiva 2007/65/CE
La ricostruzione del
testo unico risultante dalle modifiche contenute nello
schema di
decreto legislativo ora sottoposto al parere delle
Camere
Eccesso di delega o eccesso di potere
televisivo? (18 gennaio)
Le polpette avvelenate del nuovo Testo unico radio-TV
(11 gennaio)
Decreto legislativo 31 luglio
2005, n. 177 (Testo consolidato vigente)
Dalla
minoranza al Senato lo schema di parere sul "Decreto
Romani"
Il parere finale del Senato
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