8 - Le strade per diventare
giornalista
Gli altri articoli della serie
1.- L'applicazione dell'articolo 2
della legge del '48
2 - L'iscrizione ai sensi dell'art. 5 della legge 47/48
3 - Domande e risposte (FAQ - Frequently Asked
Questions)
4 - Chi deve fare cosa?
5 - Problemi per la richiesta al tribunale
6 - Posso pubblicare senza registrazione?
7 - Quando occorre il direttore responsabile?
8 - Le strade per diventare giornalista
9 - Che cosa cambia con la legge-delega?
Vedi anche
Siti amatoriali esenti dall'iscrizione? - Schema coordinato
delle norme in vigore
Continuano ad arrivare messaggi con quesiti che riguardano l'applicazione
della legge 62/2001 e chiedono quando è necessaria la richiesta di iscrizione
di una pubblicazione telematica nel registro della stampa del tribunale, quando
è obbligatoria l'iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione e via
discorrendo.
Sono tutte domande alle quali abbiamo risposto, con la massima chiarezza
possibile, negli articoli elencati qui sopra, indicando anche i punti sui quali
la normativa è incoerente e contraddittoria e quindi non si possono dare
indicazioni definitive.
Resta da dire che non c'è ancora il regolamento applicativo previsto dalla
legge e che, in ogni caso, la legge stessa dovrà essere rivista per
l'accoglimento delle norme europee.
Un punto, oggetto di qualche recente richiesta, non è stato trattato: come
si ottiene la qualifica di giornalista? Domanda essenziale, visto che la
presenza di un giornalista iscritto all'Albo professionale, in qualità di
direttore responsabile, è condizione essenziale per l'iscrizione della testata
nei registri della stampa, tenuti dai tribunali ai sensi della legge 8 febbraio
1948, n. 47.
La materia è regolata dalla legge 3 febbraio 2963, n. 69, che istituisce
l'Ordine dei giornalisti e l'albo professionale, diviso in due elenchi (art. 26)
rispettivamente dei "professionisti" e dei "pubblicisti",
più un elenco speciale (art. 28), nel quale sono iscritti i giornalisti
stranieri e coloro che, "pur non esercitando l'attività di giornalista,
assumano la qualifica di direttori responsabili di periodici o riviste di
carattere tecnico, professionale o scientifico, esclusi quelli sportivi e
cinematografici".
Quest'ultima disposizione significa che la direzione di una rivista "di
carattere tecnico, professionale o scientifico" può essere assunta da una
persona non iscritta all'Albo. Per esempio, un ingegnere può essere direttore
responsabile di una rivista di ingegneria... ma non sull'internet!
Infatti una nota del Ministero di grazia e giustizia del 26 ottobre 1995
spiegava che i cosiddetti "giornali telematici" (all'epoca il
Videotel e simili)) non rientrano nella previsione dell'art. 28 della l. 69/63 e
quindi devono essere diretti da un giornalista iscritto all'Albo, professionista
o pubblicista. La nota, (citata anche nell'ordinanza
di registrazione di questa testata), seguiva un "parere" reso dal
Consiglio nazionale dell'Ordine, secondo il quale in un giornale telematico
"manca soprattutto il requisito relativo alla destinazione della
pubblicazione, consistente nella sua esclusiva diffusione tra gli operatori di
quella particolare scienza, arte o professione di cui tratta il periodico. Un
giornale telematico, invece, può rivolgersi a una platea sterminata, e
indiscriminata, di utenti". E quindi, concludeva il Consiglio, il giornali
telematici devono essere diretti da un giornalista iscritto all'Albo.
Dunque, come si ottiene l'iscrizione all'Albo? Va premesso che la distinzione
tra "professionisti" e "pubblicisti" sancita dalla legge del
'63 non ha più senso (e forse non lo aveva neanche allora). Infatti i
professionisti sono "coloro che esercitano in modo esclusivo o continuativo
la professione di giornalista", mentre sono pubblicisti "coloro
che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se
esercitano altre professioni o impieghi" (art. 1).
Però per essere professionisti non basta svolgere la professione in modo
esclusivo o continuativo, ma si deve superare la prova di idoneità
professionale, alla quale si accede dopo 18 mesi di praticantato. "La
pratica giornalistica deve svolgersi presso un quotidiano, o presso il servizio
giornalistico della radio o della televisione, o presso un'agenzia quotidiana di
stampa a diffusione nazionale e con almeno 4 giornalisti professionisti
redattori ordinari, o presso un periodico a diffusione nazionale e con almeno 6
giornalisti professionisti redattori ordinari.svolto in un giornale nel quale
operino almeno cinque professionisti" (artt. 32, 33 e 34).
Più semplice essere iscritti nel registro dei pubblicisti. Recita l'art. 35:
"Per l'iscrizione all'elenco dei pubblicisti la domanda dev'essere
corredata [...], anche dai giornali e periodici contenenti scritti a firma del
richiedente, e da certificati dei direttori delle pubblicazioni, che comprovino
l'attività pubblicistica regolarmente retribuita da almeno due anni".
Di fatto ogni Ordine regionale o interregionale ha un proprio regolamento, nel
quale è previsto il numero minimo di pubblicazioni da presentare, in genere
abbastanza elevato da rendere impossibile l'iscrizione a chi non collabori
stabilmente a un quotidiano o a un settimanale.
In tempi recenti è stata accettata la frequenza a una scuola di giornalismo
come parzialmente sostitutiva dei 18 mesi di praticantato e in questo modo è
incominciato l'aggiramento dell'ostacolo principale dell'accesso alla
professione: se non c'è un editore che ti assume come praticante o che
pubblica, pagandoteli, un buon numero di articoli, le porte dell'Albo
restano chiuse.
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