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(14 giugno 2009 - 8 febbraio 2010)
Il
vecchio forum (19 novembre 2006 - 10 febbraio
2009) |
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Superficialità
e cialtroneria |
26.09.11 |
In Superficialità
e ignoranza più veloci dei neutrini Daniele Coliva
ci offre un perfetto esempio di lingua lessa e cervello fritto.
Ma c’è di più. L’incidente in cui è incorso il
Ministro dell'istruzione, università e ricerca sembra dimostrare che
tra i suoi collaboratori non solo nessuno
capisce un’acca di fisica, ma non sa neanche leggere i
giornali.
Non basta. E' chiaro che nei giornali nessuno legge con attenzione i comunicati
o ascolta con altrettanta attenzione le spiegazioni
degli scienziati. Nelle quali non c’è traccia degli
accenti trionfali con i quali sono state titolate le
notizie sulla “morte” della teoria della
relatività. Ho letto almeno una decina di articoli e
interviste e non ho trovato un solo esperto che abbia
affermato con certezza una cosa del genere.
Superficialità? Cialtroneria, direi.
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Top
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Dalla Francia un nuovo e-reader. E il prezzo scende |
Antonio Tombolini - 12.09.11 |
A proposito di Si avvicina il decollo per il mercato
italiano?, solo per segnalare che da novembre sarà sul mercato il nuovo modello
prodotto dalla francese Bookeen, il Cybook Gen5, che avrà come novità:
1) il touch screen più veloce e responsivo sul mercato
2) connettività wifi con ebook store all'interno
3) prezzo pari a 159€!
NB Queste cose le posso dire perché saremo noi stessi a distribuirlo in
Italia.
E infine... complimenti per il blog! :)
Antonio Tombolini
Simplicissimus Book Farm srl |
In ebook e dintorni
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TG1: notizie
false e tendenziose? |
11.09.11 |
Una curiosa querelle ha contrapposto il TG1 e la
Repubblica.it il 24 agosto scorso.
I fatti: sul sito del quotidiano compare uno spezzone
del TG1 delle 13.30 in cui si vede e si sente un insorto
di Tripoli che bacia la bandiera americana e grida (ma
non si sente molto bene) "Thank you Obama, thank you Mr President
Obama, thank you America, thank you Mr Sarkozy, thank
you". La voce fuori campo traduce: "Grazie
Obama, grazie presidente, grazie
signor Sarkozy, grazie signor Berlusconi".
Ennesima dimostrazione del servilismo di
Minzolini eccetera eccetera. Il quotidiano parla di
"gaffe", ma sembra un falso bello e buono. E
mostra uno spezzone del servizio originale diffuso
dall'agenzia APTN.
Replica
pronto il TG1, mostrando l'intera sequenza
diffusa dall'agenzia Eurovision: il ringraziamento a
Berlusconi c'è.
Allora Repubblica.it fa vedere
due diverse versioni del servizio originale, quella
diffusa da APTN (considerata come l'originale nel primo
servizio) e quella di Eurovision. C'è una fatale
differenza nel montaggio: APTN ha tagliato Berlusconi.
Che sembra non ci sia neanche nell'audio del TG1 che si
intuisce sotto la voce fuori campo in italiano. Curioso,
no?
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In Televisione
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Leggi bislacche,
sentenze contraddittorie |
Davide Canella - 11.09.11 |
Salve,
sono uno studente di Lettere e Filosofia di Ferrara e sto scrivendo la
tesi di laurea sul citizen journalism e l'informazione multimediale.Stavo analizzando la questione legale, per quanto riguarda la
registrazione in tribunale di una testata on-line.
Premetto di aver consultato il suo sito web, che a mio avviso spiega
molto bene la materia in questione, malgrado in internet regni il caos
piu totale sull'argomento.
Mi resta purtroppo un dubbio e desideravo chiederle se era in grado di
aiutarmi a risolverlo. Non sono particolarmente ferrato per le materie
giurispudenziali, ma
sono convinto, che chiunque si gratti la "zucca" dopo aver appreso del
famoso caso di Carlo Ruta e del giornale on-line "Nadirpress.net",
accusati entrambi della stessa violazione (stampa clandestina).
Carlo Ruta è stato severamente punito, per il suo prodotto on-line che
non riceveva provvidenze pubbliche e non veniva aggiornato con cadenza
regolare (essendo un blog).La mia domanda è quindi:
Perché Carlo Ruta è stato punito e i responsabili del giornale on-line
"nadipress.net" invece no? E' possibile che nel caso di Carlo Ruta, la
legge sia stata mal interpretata dal giudice della sentenza?
Davide Canella
Non entro mai nel dettaglio di decisioni dei giudici
senza averle lette. Rischio di scrivere sciocchezze.
Tipo "Sul web liberi tutti", come esultava il Corriere
della sera del 9 agosto 2010, commentando il
provvedimento di dissequestro di Nadirpess.net disposto
da un GIP. Esultanza copiata a man salva in decine di
siti, senza alcun approfondimento. Un dissequestro non
è una sentenza. E le sentenze che i tribunali italiani
hanno emesso fino a oggi sono di tutti i colori.
Dunque, non essendo riuscito a trovare né la sentenza
di appello del caso Ruta né quella del caso Nadirpress, posso esprimere solo qualche valutazione
generica. Il caso Ruta è
"strano": la legge prescrive la registrazione
solo per i periodici; il sito non era periodico, come
risulta dagli atti. La condanna appare stravagante.
Aspettiamo la Cassazione.
Diverso il caso Nadirpress. Qui il GIP, d'accordo con il
PM, ha richiamato la norma del DLGV
70/03, art 7, c. 3. Secondo la quale "La registrazione della testata editoriale telematica è obbligatoria
esclusivamente per le attività per le quali i prestatori del servizio intendano
avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62". Dovrebbe essere l'interpretazione autentica della
disposizione dell'art.
16 della legge 62/01, secondo la quale "I soggetti tenuti all’iscrizione al registro degli operatori di
comunicazione... sono esentati dall’osservanza
degli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948,
n. 47".
Sembra evidente che la disposizione dell'art. 70 possa riferirsi solo all'iscrizione nel Registro degli
operatori di comunicazione. Dunque, se una testata non
si iscrive al ROC, non vale l'art. 16 della bislacca
legge 62/01. Che esonera dalla registrazione al
tribunale la testata che si iscrive al ROC. Allora è obbligatoria l'iscrizione nel registro della
stampa.
In caso contrario l'art.
5 della legge sulla stampa 47/48 dovrebbe essere
letto così: "Nessun giornale o periodico può essere pubblicato se non sia stato
registrato presso la cancelleria del tribunale, nella cui circoscrizione la
pubblicazione deve effettuarsi. La registrazione della testata editoriale telematica è obbligatoria
esclusivamente per le attività per le quali i prestatori del servizio intendano
avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62". In
questo modo ci sarebbe una differenza di trattamento tra
stampa tradizionale e stampa telematica, che andrebbe
proprio contro l'art. 1 della legge 62/01. Che mette
sullo stesso piano i prodotti editoriali, anche
digitali, almeno ai fini della stessa legge. Che sono le
provvidenze. Un pasticcio normativo inestricabile (vedi Le parole della legge e l'intenzione del
legislatore).
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In Internet e stampa -
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"Non individuare minimi di compenso per le collaborazioni" |
18.07.11 |
Franco
Abruzzo riporta una notizia ASCA che sembra una
presa in giro. Ecco:
Roma, 14 luglio 2011. La proposta di legge per l'equo compenso del lavoro giornalistico
(AC3555
n.d.r.) presenta ''sostanziali profili di incostituzionalità' perché non potrebbe fare riferimento ''anche al lavoro
autonomo''. E' il giudizio espresso, durante un'audizione in commissione Cultura alla Camera, dal presidente della
Fieg, Carlo Malinconico. ''Da un'attenta lettura delle finalità della proposta di legge - spiega - emerge il tentativo di sottrarre all'autonoma determinazione delle parti individuali l'ammontare
compenso''.
E ancora:
Pertanto, conclude il presidente della Fieg, ''la Federazione editori e la Federazione della Stampa hanno convenuto sull'opportunità di non individuare minimi di compenso per le collaborazioni giornalistiche, dovendo le parti individuali determinare i relativi
compensi''.
Che la Federazione degli editori veda come il fumo negli
occhi una legge che, con un meccanismo contorto, prevede
un equo compenso per i giornalisti
indipendenti, è ovvio. Ma che il sindacato unitario (la
FNSI) "convenga" appare strano.
Il fatto è che nella proposta si parla solo di
giornalisti iscritti all'Albo. Gli altri, per il
sindacato e per l'Ordine, non esistono. Eppure producono
una larga parte dell'informazione. Sono i (giornalisti)
tra parentesi, come li definisce lo stesso Ordine.
Come difenderli? La prima cosa da fare sarebbe abolire
l'Ordine.
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In Professione
giornalista -
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"Superato
dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro..." |
28.06.11 |
Daniele Coliva (Amo
il profumo della carta. Ma l'e-book...) mi segnala questo
articolo apparso ieri sulle pagine bolognesi di Repubblica.
E' un'intervista al poeta-libraio Roberto Roversi,
che parla di libri e di scrittori, della sua vecchia libreria
antiquaria, della sua biblioteca personale "donata
alla libreria Coop Ambasciatori, che l'ha messa all'asta
volume per volume, versando il ricavato ai
senzatetto". E tanto basta per descrivere la
dimensione dell'uomo.
Dice fra l'altro Roversi: "Anche se verrà superato
dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro non
morirà mai". La giusta aggressione delle
tecnologie! Ci voleva un poeta per dirlo così bene,
per descrivere in sintesi perfetta la condizione del
libro, oggi.
Un articolo da non perdere.
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In ebook e dintorni
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Che tempo che
farà? Pare che...
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24.06.11
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Annozero è morto. Annozero è morto? Pareva
che fosse stato ucciso di comune accordo tra la Rai e
Santoro. Invece pare che il contratto letale non sia
stato approvato dagli organi competenti. E pare che ne
vedremo un'altra puntata martedì prossimo. Santoro
passa a La7. Santoro passa a La7? "La trattativa è
complessa" dice
Giovanni Stella, vicepresidente esecutivo di Telecom
Italia Media.
Niente di nuovo. Ogni anno il totoannozero si ripete.
Niente di nuovo? Altroché! Roberto Saviano farà Vieni
via con me su La7. Su questo, pare, non occorrono
punti interrogativi. Fabio Fazio lo raggiungerà dopo la
fine di Che tempo che fa. Ma Fazio farà Che
tempo che fa, perché pare che il contratto non sia
stato ancora firmato. E restano, come da copione, altri
punti interrogativi. Milena Gabanelli farà Report
sulla Rai? E Serena Dandini con Parla con me?
Questa volta pare che non sia il solito rituale di
fine stagione televisiva. Si fa sul serio. E La7 - dice
sempre Stella - sta ai piedi del banano in attesa che
scendano i macachi. E crescono i suoi ascolti, anche a
spese del servizio pubblico. Bene, vuol dire che il
sistema televisivo italiano, il duopolio anomalo, si sta
sbloccando.
Il presidente della Rai Paolo Garimberti dice che
perdere un programma come Vieni via con me
"è assurdo, quasi autolesionista". Quasi?
Intanto, da intercettazioni, si apprende che l'ex DG
Mauro Masi era telecomandato da Bisignani. E il nuovo DG
Lorenza Lei annuncia un'inchiesta interna sulla
questione. Eh, sì, è necessario accertare se a viale
Mazzini ci siano altri telecomandati, oltre che
teleraccomandati.
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In Televisione
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Stampa
clandestina: per Ruta incredibile conferma in appello
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27.05.11
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La Corte di appello di Catania ha confermato la condanna
di Carlo Ruta a 150 euro di multa per "stampa
clandestina", in violazione dell'art. 5 della legge
47/48 (vedi Blog e stampa clandestina: aspettiamo la sentenza,
"Stampa clandestina": una sentenza inaccettabile
e Da una sentenza sbagliata a una
proposta demagogica).
Conoscendo i fatti c'è da restare sbalorditi. Ma
aspettiamo, come al solito, di leggere la sentenza.
(In estrema sintesi: il reato di stampa clandestina,
secondo la vetusta legge del 1948, si compie quando un
periodico non viene registrato presso il tribunale. Ma
il blog di Carlo Ruta non era
periodico).
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In Internet e stampa -
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Non ci sono solo gli e-reader
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Andrea - 23.05.11 |
Nell'articolo Il lettore
amputato
nel giardino chiuso hai scritto: "Dunque chi ha una collezione di libri scaricati da Amazon non potrà
passarli legalmente su un apparecchio diverso da un Kindle. E viceversa,
almeno per le opere protette da DRM. Per quelle non protette si possono
usare i numerosi software di conversione, che però alterano
sensibilmente la rappresentazione dei contenuti."
...Kindle è cross platform quindi puoi leggere i libri su
Android, PC e Mac. Il punto è che devi usare per forza il software Kindle (gratuito)
che pero' convive benissimo con qualsiasi altro.
Il problema che segnali riguarda solo gli e-reader.
Va bene che gli (odiati) Ipad non sono e-reader. Ma servono per leggere
libri. Non credo che tu possa ignorare la circostanza...
Andrea
Appunto: nel titolo e nel testo parlo solo di
"lettori" (e-reader) e non di altri
dispositivi per leggere libri in formato elettronico. Ma
la tua osservazione mi spinge a ritornare su un punto
che ho già espresso negli articoli precedenti: in
"questa balorda fase di sviluppo degli e-book"
mi occupo dell'innovazione che consente di leggere un
libro in formato elettronico più o meno come si legge
un libro di carta. Quindi dei dispositivi e-reader e non
degli altri apparecchi che possono servire a leggere
libri. Questi ultimi presentano altri problemi (primo
fra tutti il prezzo), che affronterò in un secondo
tempo.
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In ebook e dintorni
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La Rai
censura(va?) il referendum sull'acqua: passaparola |
Mariachiara Alberton - 06.05.11 |
Ciao a tutti,
confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si
tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti.
Il dramma è che sembra la maggior parte della popolazione non sia
consapevole di quanto sta avvenendo.
Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice,
mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina
(19 aprile, ndr) dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due
settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e
chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.
E' arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha
vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare
l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il
programma è saltato e il mio intervento pure.
Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio
pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la
possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti
garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res
publica. Di
fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che
calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo
italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre
riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.
Il referendum è evidentemente anche questo!
Mariachiara Alberton
20 aprile 2011
Questo appello mi giunge solo oggi e potrebbe essere
(in parte) superato, visto che la Commissione di
vigilanza ha finalmente varato il regolamento per
l'informazione sui referendum di giugno. Ma in questi
casi un buon passaparola è sempre
utile.
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In Televisione
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Francia, un'idea
balorda: e-book a prezzo unico
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05.05.11
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Punto Informatico da
conto della proposta francese di imporre un prezzo
unico per gli e-book. Per promuoverli, dicono i
parlamentari che hanno avuto la balorda idea. E non solo
per quelli in vendita in Francia, ma anche per quelli
stranieri. Ma se un francese vuole scaricare un libro
dal Kindle Store americano, in cui il prezzo in
dollari è uno solo per tutto il mondo, come fa a pagare
il prezzo unico?
Però c'è un'altra informazione interessante: nella
stessa Francia dal 1. gennaio 2012 l'IVA sugli e-book
sarà al 5,5 per cento contro il 19,6 del resto
dell'editoria. Da noi è il contrario (vedi E-bo...ok, il prezzo
è ingiusto). E meno male che ci sono l'Europa e la moneta
unica, il mercato libero e tutto il resto.
A proposito di Europa: a Bruxelles - ma anche a Londra -
si indaga se nel campo degli e-book non ci siano
intese tra gli editori restrittive della concorrenza.
Sono curioso di conoscere i
risultati.
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In ebook e dintorni
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In Italia
giornalisti a 5 euro. Grazie all'Ordine...
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26.04.11
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L'European Journalist Observatory riporta un pezzo di
Natascha Fioretti per il Corriere del Ticino. Se
il futuro del giornalismo in Italia vale 5 euro è
il titolo. Dà conto del dibattito che si è svolto nei
giorni scorsi al Festival del giornalismo di Perugia sul
tema dei free-lance e dell'immancabile polemica
sull'esistenza dell'Ordine dei giornalisti nel nostro
Paese. Che, asseriscono i suoi difensori, serve a
proteggere i giornalisti dagli editori.
E questo è il risultato: 5 euro per un
"pezzo". Ma quando smetteremo di farci
prendere in
giro?
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In Professione
giornalista -
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Niente di nuovo
a viale Mazzini
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26.04.11
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La notizia: il direttore generale della Rai Mauro Masi
ha bacchettato i direttori del TG2 Mario De Scalzi (ad
interim), e del TG3 Bianca Berlinguer perché in piena campagna elettorale avrebbero mostrato uno
"sbilanciamento" verso i partiti
dell'opposizione. Nel mirino (ma non è una novità)
anche Annozero di Michele Santoro e Ballarò
di Giovanni Floris. Anche Lucia Annunziata è della
partita, ed è l'unica novità. Ma solo perché fino a
poche settimane fa Potere non c'era.
Ma è veramente una "notizia" (nel senso
dell'uomo che morde il cane)? Nella sostanza non c'è
niente di nuovo, neanche nel fatto che i rimbrotti non
sono andati al TG1 di Augusto Minzolini, che i dati
ufficiali dell'Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni danno come fortemente
"sbilanciato" dalla parte del Governo. E
neanche alla Grossa Berta, al secolo Giuliano Ferrara,
che più sbilanciato non si può. Sempre dalla parte del
Governo.
Invece potrebbe essere una notizia quella di qualche
giorno fa: sarebbero scomparsi più di un terzo degli
italiani che fino all'anno scorso pagavano il canone.
Dati del Ministero dell'economia, che fornisce anche una
cifra: il 37,5 per cento in meno.
Balle, rispondono da viale Mazzini, quest'anno abbiamo
incassato 15 milioni di euro in più. Non si sa come sia
andata a finire la curiosa querelle tra il
Ministero dell'economia e la Rai. Ma viene in mente
l'invito a non pagare il canone rivolto tempo fa dal
Presidente del consiglio (nonché proprietario della
concorrenza): deve avere avuto un effetto formidabile,
se la percentuale degli abbonati scomparsi è
addirittura più alta di quella degli elettori del suo
partito.
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In Televisione
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Rai: Masi fuori
per gestione fallimentare?
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26.03.11
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Questa mattina sulla prima pagina di Repubblica.it c'è
una notizia interessante: "Missione
fallita, Masi lascia la Rai per lui pronto il vertice
Snam". Certo, un buco di centoventi milioni di
euro è una buona ragione per dare il benservito a un
direttore generale. Strano però che lo si voglia
premiare mandandolo alla guida di una società che oggi
appare in buona salute e diretta "da un ingegnere
giudicato da tutti molto competente, Carlo Malacarne",
come si apprende sempre dall'articolo firmato da
Francesco Bei.
Ma il testo spiega che il "fallimento"
addebitato a Masi non riguarda il bilancio. E' dovuto al
fatto che non è riuscito a mettere il bavaglio ai
conduttori sgraditi al signore delle televisioni,
nonché capo del Governo: i soliti Santoro, Gabanelli,
Fazio, Floris e Dandini. Niente di nuovo, è l'anomalia,
anzi l'Anomalia. Quella che vede inamovibile un altro
responsabile di gestione fallimentare, quel Minzolini
che sta affondando il TG1.
Più tardi la Rai smentisce la Repubblica, che
puntualmente pubblica la smentita. Staremo a vedere.
Anche i telegiornali del servizio pubblico definiscono
la notizia della cacciata di Masi "priva di
fondamento". Non si capisce bene in che cosa
consista la notizia che viene smentita, ma tant'è.
Di fatto, quando in commissione di vigilanza passerà
l'atto di indirizzo firmato da Butti, la missione del
direttore generale, chiunque sia, diventerà più facile
(vedi Conduttori a targhe alterne. E i direttori?)
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In Televisione
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"Sembra prodotto da un sistema fascista"
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(Messaggio firmato) - 14.03.11
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Ho scritto questo messaggio al parlamentare Beltrandi, tanto per dare una mia opinione sull'argomento a seguito dell'articolo nel suo
blog: [Conduttori a
targhe alterne. E i direttori? ndr]
Se il regolamento di cui si parla in questi giorni è suo devo dire che non è molto interessante, sembra prodotto da un sistema fascista e pertanto non si addice tanto a lei, che era (?) addirittura di estrazione radicale. E' anche vero che recentemente ho visto e sentito un Pannella anomalo, che si coagula con Berlusconi in modo inverosimili.
Osservazioni:
- la boiata dell'argomento settimanale non ripetibile!
- è opportuno che la "censura" riguardi tutte le trasmissioni socio-politiche di tutte le tv pubbliche e private, naturalmente spero solo nel periodo
elettorale!!(anche le private prendono una quota di canone e comunque diffondono messaggi a tutta la popolazione, quindi par condicio)
- per la stessa par condicio anche la pubblicità elettorale a pagamento dovrà essere limitata ed uguale per tutti (tv private e pubbliche), indipendentemente dalle possibilità economiche ( parità ed equità!!)
Le mie osservazioni sul regolamento sembrano anche a me fasciste, quindi ritengo che questa normazione sia una "cazzata".
Buon Lavoro
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Conduttori a
targhe alterne. E i direttori?
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01.03.11
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La cronaca di oggi ci ha portato un'altra trovata
demenziale. Caduta la proposta di censurare per otto
giorni gli argomenti già trattati da una trasmissione
di approfondimento, il senatore Butti in Commissione di
vigilanza ne ha avanzata un'altra: alternare conduttori
di diverse tendenze politiche alla guida delle
trasmissioni più seguite. Una settimana a destra, una a
sinistra. Senza tener conto dei meccanismi che
determinano il successo dei programmi, il primo dei
quali è l'abitudine del pubblico a ritrovare le stesse
facce negli stessi giorni della settimana. E senza tener
conto delle sorprese che potrebbe riservare l'Auditel.
Ma facciamo finta che sia una cosa seria. Allora si
dovrebbe applicare lo stesso principio alla conduzione
dei telegiornali: pensate al TG1 diretto una settimana
da Augusto Minzolini e una da Antonio Padellaro. Ma
anche alla direzione generale sarebbe
"pluralista" alternare ogni sette giorni Mauro
Masi con... Con chi? Nichi Vendola, per esempio. Ma
Vendola non è un esperto di televisione, dirà
qualcuno. E' un
problema?
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In Televisione
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Le leggi
nascoste e criptate: semplificazione normativa?
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24.02.11
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Qui trovate il
testo vigente della legge 3 febbraio 1963, n.
69 - Ordinamento della professione di giornalista. Quasi un
anno fa ha subito modifiche, non sostanziali, per
l'attuazione di una direttiva europea. Ma nessuno se
n'è accorto, neanche l'Ordine
dei giornalisti, che solo da pochi giorni pubblica
sul suo sito il testo vigente.
La "scoperta" si deve a Pier Luigi Franz,
consigliere dell'Ordine e a Franco Abruzzo, che ne ha
dato puntualmente notizia.
Un atto normativo "nascosto", come purtroppo
è consuetudine nel nostro ordinamento, nonché
criptico. Infatti un'aggiunta al secondo comma dell'art.
54 recita: "«Al procedimento per l'iscrizione nell'albo si applica l'articolo 45 del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2006/123/CR".
Quale decreto legislativo? Vuole il legislatore,
verbigrazia, specificare numero e data del
provvedimento, in modo di poterlo reperire e capire il
significato della nuova disposizione? O, meglio, vuole
cortesemente trascrivere la norma, in modo che chiunque
legga la legge modificata possa conoscerla senza dover
compiere estenuanti richerche?
E pensare che da tre anni abbiamo un ministro "per
la semplificazione normativa". Che si diverte a
fare il piromane, dando fuoco alle leggi che non
interessano nessuno, ma si guarda bene dal mettere mano
a quelle vigenti, ma incomprensibili e/o sconosciute.
Senza considerare che anche questa, la legge
sull'ordinamento della professione di giornalista, è
orami un testo da sottoporre alla semplificazione a
mezzo
lanciafiamme.
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Aspiranti
pubblicisti di tasca propria
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(Messaggio firmato) - 21.01.11
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Scrivo da due anni su riviste on line che mi hanno, a priori, sempre detto che
la collaborazione gratuita non permette il conseguimento del tesserino da
pubblicista, nonostante le riviste siano regolarmente iscritte al tribunale.
Una redazione reale, invece, che pubblica però solo on line, mi ha proposto di
collaborare per due anni (non retribuito ovviamente) per ottenere il tesserino
da pubblicista. Alcuni collaboratori, proprio in queste settimane, dopo i due
anni di collaborazione (sempre gratuita!), hanno ottenuto l'avvio della
pratica all'Ordine dei giornalisti. Insomma, quello che ho capito è che alla
fine dei due anni, la redazione dichiara di aver pagato i contributi a questi
collaboratori, contributi che in realtà gli stessi collaboratori si pagano da
soli (o forse pagano alla redazione di tasca loro!). Vedo che il tutto si
svolge tranquillamente ma prima di addentrarmi in questa cosa, vorrei capire
bene se è legale o no!
(Messaggio firmato)
No, non è legale, naturalmente. Anzi, c'è puzza di
reato. Ma quanti sono gli aspiranti pubblicisti in
questa
situazione?
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In Professione
giornalista -
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Post
precedenti (16 febbraio-31 agosto 2010) |
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